CRESCITA DI LUNGO PERIODO - Il mercato cinese dell’auto ha frenato, ma non ha intenzione di fermarsi. Anzi. Questo, in sintesi, il contenuto di un rapporto della Fitch pubblicato in concomitanza con l’apertura del Salone di Pechino (sino al 2 maggio): malgrado il calo del 2% delle immatricolazioni nel primo trimestre, resta “un significativo potenziale di crescita nel medio-lungo periodo”, scrive l’agenzia internazionale di rating. L’hanno capito le case giapponesi e coreane, che continuano a espandersi nel Paese del Drago alla faccia dell’attuale rallentamento. Le cifre parlano chiaro: i cinesi che possiedono una macchina sono soltanto cinque su 100, contro i 30-50 delle economie più sviluppate; pertanto, gli spazi di crescita sono ancora ampi. Tanto più che, sempre secondo la Fitch, l’economia del Paese del Drago crescerà a un tasso dell’8% fino a tutto il 2013.
SI RAFFREDDA L’ECONOMIA - Come si spiega, allora, che le vendite d’automobili in Cina siano passate dalla crescita del 30% del 2010 al “misero” più 5% dell’anno scorso, fino al già citato calo del 2% nel primo trimestre del 2012? Secondo la Fitch ci sono sostanzialmente due ragioni: l’introduzione, da parte del governo di Pechino, di forti misure per “raffreddare” uno sviluppo economico troppo rapido da sostenere e una sorta di “assestamento” del mercato dopo la crescita record del 2010.
BOOM DEL LUSSO - Nessun segno di rallentamento, invece, nel settore delle vetture d’alta gamma: la crescita nei prossimi due anni sarà di oltre il 20%. Niente male, dopo il più 55% segnato nell’ultimo quinquennio.