Mercedes Classe E, una storia che comincia da lontano

Le berline delle serie W120 e W121 sono le prime Mercedes con la struttura portante, nonché le prime con la carrozzeria “Ponton” (soprannome con cui è meglio conosciuta la capostipite di questa famiglia di modelli, ovvero la 180 con 52 CV svelata nell’agosto del 1953). Realizzata per la prima volta negli Stati Uniti nel 1946, questa scocca si contraddistingue per la base rettangolare e i parafanghi integrati nel corpo vettura. Nel gennaio del 1954 debutta la 180 D con motore diesel, che conoscerà una grande diffusione come taxi in tutto il mondo, mentre nel marzo del 1956 la 190 a benzina (la potenza aumenta a 75 CV). La produzione si interromperà nel 1962, dopo oltre 437.000 berline costruite.

Nell’agosto del 1961 vedono la luce le Mercedes 190 c e 190 Dc. Entrambe mosse a da motori a quattro cilindri, queste eleganti berline, appartenenti alla nuova Serie 110, sostituiscono le precedenti “Ponton” 190 b e 190 Db. La gamma comprende anche più potenti versioni a sei cilindri, che si distinguono per l’andamento verticale dei fari e il cofano più lungo. Ma la vera novità, per tutti i modelli, è la carrozzeria “Heckflosse” con le pinne sulla coda. Oltre allo stile, la scocca presenta importanti novità anche da un punto di vista della sicurezza passiva: l’abitacolo ha una cellula di sicurezza e, in caso d’incidente, la parte anteriore e posteriore della vettura si deformano assorbendo l’energia cinetica dell’urto e riducendo l’entità dell’impatto per i passeggeri.

Gli appassionati della stella a tre punte conoscono questo modello come “barra otto”, un epiteto che si ricollega all’anno di presentazione dell’auto, ovvero il 1968. Rispetto alle berline di cui raccoglie l’eredità, la carrozzeria delle Mercedes W114 e W115 (la prima sigla identifica le versioni a sei cilindri, la seconda quelle a cinque) ha forme più moderne e squadrate. Ma ci sono grandi novità anche “sotto la pelle”: per la prima volta in assoluto su un modello della stella a tre punte debutta l’asse posteriore a bracci obliqui, che migliora la tenuta di strada senza compromettere il comfort di marcia. Oltre 1,8 milioni con carrozzeria berlina e più di 67.000 in versione coupé gli esemplari prodotti fino al 1976.

Nel gennaio 1976 i modelli della famiglia “barra otto” cedono il testimone a un’auto completamente nuova, siglata W123 e per la prima volta, oltre che in quelle classiche di berlina a quattro e due porte, offerta anche in versione station wagon (nella foto). La gamma dei motori spazia da un quattro cilindri 2.0 diesel con 55 CV a un sei cilindri 2.8 a iniezione con 185 CV. La sicurezza compie ulteriori passi avanti, grazie a un nuovo piantone deformabile anche lateralmente (un tubo corrugato che ne collega il fodero al gruppo dello sterzo riduce il rischio che penetri nell’abitacolo in caso d’incidente) e a una struttura più rigida sia del telaio del tetto sia delle porte. Rimasta sulla breccia fino al 1986, viene venduta in circa 2,7 milioni di esemplari.

Quelli della Serie 124 (1984-97) sono probabilmente i modelli che più hanno contribuito a far evolvere la Mercedes Classe E nell’auto che conosciamo oggi, ovvero una berlina di prestigio che si colloca esattamente a metà strada tra la più compatta Classe C e la più grande Classe S. Lo stile squadrato, snello ed elegante della carrozzeria (opera del team di designer guidato dall’italiano Bruno Sacco) e gran parte della meccanica derivano da quelli della sorella minore 190, nata nel 1982. Nel 1990 debutta la 500E (con carrozzeria allargata e motore V8 da 322 CV installato dalla Porsche nella sua fabbrica di Zuffenhausen), mentre dal giugno 1993 tutti i modelli adottano ufficialmente con la denominazione Classe E.    

Al lancio, nel 1995, la Mercedes Classe E di seconda generazione stupisce il mondo dei motori per il suo stile “di rottura” nei confronti del precedente modello (in particolare, spiccano la doppia coppia di fari ellittici e la coda più affusolata). Proposta per la prima volta in tre livelli di allestimento con una dotazione via via più ricca (Classic, Elegance e Avantgarde), offre una vasta scelta di motori a gasolio e a benzina, con potenze che vanno dai 95 CV della E220 diesel ai 347 CV della sportiva E50 AMG. 

Pur ispirata a quella classica ed elegante dell’antenata, la linea della Mercedes Classe E di terza generazione, lanciata nel 2002 e rimasta in produzione fino al 2009, è più moderna e dinamica. La base meccanica deriva da quella della coeva roadster SL, mentre la gamma dei motori comprende unità a benzina a quattro cilindri in linea, V6 e V8 (con potenze da 163 a 514 CV) e diesel a quattro e cinque cilindri in linea, V6 e V8 (da 122 a 314 CV).

La Mercedes Classe E di quarta generazione poggia sulla piattaforma (con passo allungato di 2 centimetri) del modello che sostituisce nel 2009, ma ha una carrozzeria più rigida, leggera e anche un po’ più aerodinamica (il Cx scende da 0,26 a 0,25). In Italia, al lancio è disponibile con due motori a benzina (un V6 con 292 CV e un V8 con 388 CV) e tre diesel (due quattro cilindri con 170 e 204 CV e un V6 con 231 CV). Seguiranno versioni a doppia alimentazione benzina-metano e, nel 2012, la E 300 BlueTEC Hybrid, che grazie all’accoppiata tra un 2.1 biturbo a gasolio da 204 CV e un motore elettrico da 27 CV è il primo modello ibrido nella storia della Mercedes. Nel 2013 un corposo restyling modifica soprattutto il frontale (i fari non sono più sdoppiati, ma racchiusi in un unico elemento dalle forme più affusolate).

La Mercedes Classe E di quinta generazione debutta nel 2016 con forme ispirate per la prima volta a quelle (morbide ed eleganti) delle Classe C e Classe S. La rivoluzione più grande, però, è sotto il cofano: i “vecchi” V6, che continuano a equipaggiare altri modelli della stella a tre punte, cedono il posto a nuovi motori a sei cilindri in linea; inoltre, debutta una nuova famiglia di motori quattro cilindri diesel (i primi con questo tipo di alimentazione a essere costruiti interamente in alluminio). A richiesta, la casa propone un pacchetto di aiuti elettronici alla guida che consentono all’auto di gestire in autonomia freni, acceleratore e sterzo fino a 130 km/h.