RIFORNIMENTI DIFFICILI - Fare il pieno è un’impresa che mette a dura prova lo spirito “ecologico” dei 103.000 lombardi che possiedono un’auto a metano. Non solo, come scrive il quotidiano “Libero”, per colpa delle lunghe code ai distributori, ma anche perché l’attesa può rivelarsi inutile. Non è raro il caso di chi, dopo magari un’ora di attesa, si vede negare il rifornimento perché il serbatoio della stazione di servizio è rimasto a secco. E dire che il numero dei distributori attrezzati è quasi raddoppiato negli ultimi due anni, dai 58 del 2008 agli attuali 99. Il fatto è che, negli ultimi quattro anni, ben 70.000 automobilisti hanno abbandonato la benzina approfittando degli incentivi regionali. In altre parole, sono tanti, così è facile che i distributori restino a corto di gas.
QUESTIONE DI “CAPIENZA” - Pur essendo allacciati direttamente alla rete, spesso i distributori di metano non sono dotati di adeguati sistemi di compressione del gas. È vero che la Regione Lombardia ha introdotto l’obbligo, per le nuove stazioni di servizio, di erogare anche il metano; ma frequentemente i gestori si sono limitati al “minimo sindacale”, installando impianti in grado di “soddisfare” non più di un paio d’auto di grossa cilindrata all’ora. Giusto per mettersi in regola.
SITUAZIONE IN MIGLIORAMENTO - “Questo inconveniente riguarda il 20% circa degli impianti”, ammettono all’assessorato al Commercio. Comunque, la situazione starebbe migliorando: l’aumento delle vetture a metano sta infatti spingendo i distributori a dotarsi di sistemi più efficienti, per venire incontro a una domanda in crescita. Però, ci vorrà tempo. Al momento, non resta che mettersi in coda.