RESPINTA AL MITTENTE - Maurizio Landini, segretario generale della Fiom non ha usato mezzi termini. “Il testo presentato dall’azienda”, ha affermato al termine dell’incontro Fiat-sindacati di oggi sul futuro della fabbrica di Pomigliano d’Arco (nella foto), “deroga a contratti e leggi dello Stato. Questa operazione è un ricatto bello e buono verso i lavoratori e la Fiom, che lunedì deciderà le iniziative da intraprendere”. La proposta della Fiat è stata accettata, invece, da Fim-Cosl,Uilm, Ugl e Fismic, le altre organizzazioni sindacali. “Abbiamo detto sì alla condivisione dell'accordo”, ha spiegato il segretario generale della Ugl Giovanni Centrella, “perché riteniamo che lo stabilimento di Pomigliano sia strategico per la Campania: fino alla fine cercheremo di correggerlo, però non abbiamo problemi a dire sì anche senza correzioni”.
FIOM ISOLATA - “La grande maggioranza delle organizzazioni sindacali dei lavoratori è in grado di sostenere la crescita e l'occupazione negoziando decisioni responsabili “: questo il commento a caldo del ministro del Lavoro Maurizio Sacconi. Che ha aggiunto “Rimane la speranza che la Fiom rifletta sul proprio autoisolamento e concorra a dare a Pomigliano l'unica prospettiva possibile”.
LA POSIZIONE FIAT - “Oggi è una giornata importante: spero in un'intesa al più presto possibile”, aveva detto poche ore prima Sergio Marchionne, amministratore delegato di Fiat e Chrysler. “Io la macchina la devo far partire”. Facendo capire che, senza un accordo con i sindacati, la fabbrica di Pomigliano (per la quale aveva messo sul piatto un investimento di 700 milioni di euro per produrre la nuova Panda) sarebbe stata chiusa. E a chi gli chiedeva dove avrebbe spostato la produzione, ha risposto: “In Serbia o in Polonia”.