QUESTIONE IN BALLO DA TEMPO - Da tempo si attendono le decisioni della Commissione europea a proposito dei futuri limiti delle emissioni di CO2 dagli autoveicoli. Che i prossimi standard fossero in gestazione si sapeva e c’hanno comunque pensato i costruttori a ricordarcelo, quando hanno più volte richiamato l'attenzione delle autorità europee a non imporre nuovi limiti che richiederebbero pesanti investimenti di ricerca e sviluppo. Martin Winterkorn, presidente della Volkswagen Group, ai primi di ottobre ha dichiarato esplicitamente che imporre nuovi onerosi limiti nell’attuale fase economica e prima che il settore delle auto elettriche e ibride si sia irrobustito adeguatamente, potrebbe essere “fatale” per l’industria automobilistica.
IL DICEMBRE DELLA VERITÀ - Ora si è arrivati al momento della verità. È stato infatti anticipato che nell’ambito di un incontro con costruttori e rappresentanti del mondo dell’auto, il 9 dicembre le autorità di Bruxelles renderanno pubblico lo schema dei prossimi standard, che dovranno coprire il periodo successivo a quello per cui sono validi gli attuali limiti, cioè a partire dal 2022. Oggi, si sa che per il 2021 il limite delle emissioni di CO2 dovrà essere di 95 g/km, quando soltanto nel 2012 si era di 132 g/km.
GLI AUSPICI DEL PARLAMENTO EU - In tema di nuovi parametri, l’anno scorso il Parlamento europeo aveva votato un orientamento volto a sollecitare la Commissione a fissare un obiettivo compreso tra 68 e 78 g/km di CO2 entro il 2025. Da parte dei costruttori si era sostenuto un obiettivo di 75 g/km ma non per il 2025 bensì per il 2030. Secondo gli analisti (in questo caso non economici ma tecnico-scientifici) un obiettivo come quello preconizzato dal Parlamento europeo significherebbe imporre una “ibridazione” forzata di gran parte delle gamme in vendita.
LA PAURA DI OBIETTIVI TROPPO COSTOSI - Fare previsioni su che cosa deciderà la Commissione è molto difficile. Si può solo dire che oltre alle tante prese di posizione per richiamare l’opportunità di non creare ulteriori pesanti difficoltà alle Case costruttrici, recentemente c’è stato anche chi ha voluto anticipare gli orientamenti che saranno della Commissione. In particolare è stato riportato che un top manager della BMW avrebbe detto che la Commissione sarebbe orientata ad accogliere le preoccupazioni dei costruttori spostando al 2030 la data del nuovo traguardo di emissioni minime. Ciò per dare alle case costruttrici il tempo per poter sviluppare nuove soluzioni tecniche capaci di consentire il raggiungimento degli obiettivi.
I PERCHÉ DI UNA LINEA PIÙ SEVERA - D’altro canto non manca tra analisti e osservatori chi invece ritiene che per la Commissione europea si inevitabile darsi la scadenza del 2025. In caso contrario ci sarebbe e un allentamento dell’impegno ambientalista.