SI TORNA INDIETRO - Contrordine: la
Spyker non è fallita. La piccola Casa olandese, che si è affacciata anche in Formula 1 ed è stata riesumata da Victor Muller nel 2000, era stata dichiarata fallita un mese fa (
qui la news) dopo avere, poco tempo prima, richiesto l'amministrazione controllata. Con un colpo di scena non da poco, il giudice ha concesso proprio quest'ultimo stato, annullando la precedente sentenza di fallimento: Muller, infatti, appena dichiarata la bancarotta aveva presentato un appello che è stato accolto.
ORA LA RISTRUTTURAZIONE - Vanno sottolineate tanto la caparbietà quanto, evidentemente, la perizia di Muller nella vicenda: coerente con il motto aziendale, che suona come “Per chi è tenace non vi è nessuna strada impercorribile”, ha convinto la corte distrettuale preposta al caso-Spyker della possibilità di riprendere in mano la situazione. Nessun colpo di spugna, quindi: parte ora la fase di ristrutturazione dell'azienda. Da un punto di vista legale, la bancarotta decretata in prima battuta non è mai esistita.
FUTURO ELETTRICO - Per la Spyker il nuovo prodotto è la ventilata B6 Venator (nelle foto) mai entrata in produzione: una sportiva mossa da un V6 collocato in posizione centrale, esposta al Salone di Ginevra del 2013. In prospettiva, ci sono le dichiarazioni del fondatore, antecedenti alla vicenda giuridica: “L’obiettivo è unirsi ad un grosso produttore di aeromobili a propulsione elettrica per lo sviluppo di vetture rivoluzionarie”. Adesso Muller ha levato un altro velo, specificando che il produttore in questione “è statunitense e realizza aircraft elettrici ad alte prestazioni”. Potrebbe essere un viatico per realizzare auto elettriche con velleità sportive: un obiettivo dichiarato (e ambizioso) che porrebbe la Spyker olandese in diretta concorrenza con la rampante Tesla, già autrice della Roadster.