PROBLEMI TECNICI: ZERO - Dal 2030, il gruppo Stellantis venderà in Europa solo auto elettriche, smettendo di commercializzare quelle con motore a benzina o a gasolio. Su questo, nessun ripensamento. Ma le vetture con gli ultimi due tipi di propulsore continueranno a circolare a lungo; basti pensare che l’età media del parco veicolare in Italia è di oltre 12 anni, per capire che si arriverà al 2050 con ancora milioni di auto mosse da combustibili liquidi. Che fare, per limitare il più possibile le emissioni nell’atmosfera della CO2, la principale imputata del riscaldamento globale? Un’ipotesi è quella di passare dai carburanti classici a quelli sintetici, gli efuel ricavati facendo reagire proprio il biossido di carbonio, catturato dall’atmosfera o da un impianto industriale, con l’idrogeno ottenuto in modo rinnovabile. Stellantis ha appena pubblicato i risultati di una lunga serie di test con questo tipo di carburanti, condotti in collaborazione con la saudita Aramco, una delle più grandi aziende al mondo che producono idrocarburi. Sotto esame, 24 famiglie di motori Euro 6, a ciclo Otto o diesel: quelli montati a partire dal 2014 su 28 milioni di veicoli in circolazione in Europa. Risultato: nessun problema di funzionamento o di usura, e nessuna necessità di modificare i motori. In futuro, si pensa di estendere l’analisi anche alle auto meno recenti, ma i presupposti sono buoni.
IL PREZZO È ALTO… - Il vantaggio potenziale è di evitare l’immissione di 400 milioni di tonnellate di CO2 nell’atmosfera tra il 2025 e il 2050, grazie alla riduzione del 70-75% delle emissioni complessive di anidride carbonica dei veicoli a combustione interna già esistenti garantita dagli efuel. Ma siamo ancora ai primi passi. Per ora, si è avuta la certezza che gli efuel funzionano e non creano problemi, ma produrli è ancora molto costoso.
…MA CI STANNO LAVORANDO - L’obiettivo dichiarato da Christian Mueller, vicepresidente del settore motori EMEA di Stellantis, è di arrivare a un prezzo alla pompa “uguale a quello dei carburanti tradizionali”. Come farlo, è un discorso complesso: si presuppone che la tassazione sarà molto più favorevole e che gli attuali costi di produzione si ridurranno. Amer Amer, responsabile della tecnologia del settore trasporti di Aramco, ha parlato di possibili forti miglioramenti nel processo di estrazione della CO2 dall’aria, che richiede molta energia (oggi servono 5-600 dollari per ogni tonnellata recuperata, e l’obiettivo è di arrivare a 100-200 dollari), di riconversione di raffinerie esistenti e di produzione collocata in Paesi dove il solare e l’eolico possono garantire un grande flusso energetico a impatto zero. Insomma, anche se non bisogna pensare di trovare gli efuel al distributore nel giro di pochi mesi, le potenzialità ci sono. Lo dimostrano l’investimento di Stellantis nei test (si parla di alcune decine di milioni di euro), e il fatto che Aramco stia lavorando a due impianti dimostrativi per esplorare la possibilità concreta di produrre carburanti sintetici a basse emissioni di carbonio. In Arabia Saudita sta collaborando con ENOWA (Neom Energy and Water Company) per dimostrare la fattibilità della produzione di benzina sintetica, mentre a Bilbao, in Spagna, con partner la compagnia petrolifera Repsol, sta esplorando la possibilità di produrre diesel sintetico a basse emissioni.