RUOLO CENTRALE - È iniziata nello stabilimento di Atessa, in Abruzzo, la produzione dei furgoni di grandi dimensioni del gruppo Stellantis. Le linee del più grande e flessibile impianto europeo di veicoli commerciali leggeri accoglieranno i nuovi Fiat Ducato, Peugeot Boxer, Citroën Jumper e Opel Movano. Per l’occasione hanno visitato lo stabilimento, nato oltre 40 anni fa e che ha prodotto oltre 7,3 milioni di veicoli venduti in 75 paesi del mondo, Carsol Tavares, ceo di Stellantis, e Jean-Philippe Imparato, capo dell’unità Pro One Business del gruppo. “L'eccellenza produttiva dello stabilimento di Atessa è riconosciuta a livello mondiale”, ha sottolineato Tavares, che ha anche ribadito come il sito produttivo abruzzese “continuerà a svolgere un ruolo centrale nel nostro piano strategico Dare Forward 2030, con il quale puntiamo a diventare leader nel mercato degli LCV a livello mondiale”.
LE ACCUSE DI MELONI - La visita del ceo di Stellantis non ha stemperato le tensioni tra il governo e il gruppo nato dalla fusione tra FCA e PSA. Nei giorni scorsi, la presidente del consiglio Giorgia Meloni aveva infatti accusato la famiglia Agnelli di aver ceduto la Fiat ai francesi, in risposta al titolo “L’Italia in vendita” di La Repubblica (controllata dalla famiglia Agnelli). Un attacco poi proseguito alla Camera dove, in un question time, la presidente del Consiglio ha ribadito che la fusione tra FCA e PSA “celava un’acquisizione francese dello storico gruppo italiano”. Il risultato, secondo Meloni, è che “oggi nel cda di Stellantis siede un rappresentante del governo francese” e per questo “si produce più in Francia che in Italia”. Il governo punta da un lato a incentivare la produzione in Italia e dall’altro a scoraggiare chi delocalizza: “Vogliamo tornare a produrre in Italia almeno un milione di veicoli l'anno con chi vuole investire davvero nella storica eccellenza italiana”.
LA RISPOSTA DI TAVARES - Le parole del primo ministro italiano sono arrivate alle orecchie di Tavares durante la visita abruzzese (nella foto qui sopra). Il capo di Stellantis ha criticato il governo per il ritardo dell’entrata in vigore dei nuovi incentivi per l’acquisto di auto elettriche (qui la notizia): “Chiediamo al governo da nove mesi di sostenerci nella produzione di veicoli elettrici. Se vogliamo raggiungere il traguardo di un milione di veicoli prodotti, dobbiamo avere sostegni alla produzione. Vorrei ringraziare il governo che lancerà a febbraio i nuovi incentivi, ma abbiamo perso nove mesi. A Mirafiori, dove si fanno solo auto elettriche, avremmo potuto produrre di più”. Il ceo del gruppo rimanda al mittente le accuse di aver abbandonato l’Italia, in cui “abbiamo più di 40.000 dipendenti” e rivendica gli investimenti nel nostro Paese, in particolare a Termoli “dove stiamo trasformando lo stabilimento in una gigafactory. E cosa otteniamo? Critiche”. E sulla possibilità dell’arrivo di un nuovo costruttore in Italia, come auspicato dal ministro del Made in Italy Adolfo Urso, Tavares è chiaro: “Se il governo vuole portarlo, lo faccia. Siamo pronti a lottare, a competere, i nostri dipendenti sono pronti, ma bisogna pensare anche alle conseguenze. Noi vogliamo proteggere gli stabilimenti italiani. Vedremo poi le conseguenze, vedremo se sarà stata una scelta buona, una decisione positiva per l’Italia”.
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