ABUSIVISMO SI' O NO - Che Uber non sia propriamente ben vista dai tassisti è cosa nota; che la distinzione tra i vari servizi offerti dalla start-up statunitense, ormai presente in quasi 100 città disseminate in giro per il mondo, sia utile per evitare multe salate sul suolo italico, un po' meno. Questi i fatti: a Milano, nel giorno in cui i tassisti scioperavano proprio contro Uber, la polizia locale del capoluogo lombardo ha confiscato quattro auto e multato i rispettivi proprietari. Il motivo? Mancanza di requisiti per il trasporto pubblico. La sintesi, quindi, è presto fatta: chi mette a disposizione la propria vettura “privata” e la propria patente per il servizio UberPOP è, di fatto, un tassista abusivo. E, per questo, sanzionabile con una multa da 1.700 a 7.000 euro, il sequestro dell'auto (che viene poi confiscata) e il ritiro della patente (in seguito sospesa).
COME FUNZIONA UBER? - Ce n'è abbastanza per chiedersi se Uber (che, nella giornata dello sciopero, offriva il 20% di sconto) sia illegale in sé. La risposta tocca a chi ha competenza in materia per farlo; di sicuro è utile ricapitolare cosa sia e come funzioni il servizio. Esso si colloca a metà strada tra quello offerto da un comune taxi e il noleggio con conducente (NCC): basta scaricare l’applicazione sul proprio tablet o smartphone, registrarsi, comunicare i dati della carta di credito e fare rilevare la propria posizione dal GPS. In tale modo, il sistema individua le auto più vicine offrendo una stima del tempo di arrivo. Una volta scelta l’auto preferita non rimane che attendere. Le tariffe sono prefissate in base ad una combinazione di velocità e distanza; in genere, si rivelano concorrenziali rispetto ai taxi.
NERA O POP - La vera discriminante è tra Uber Berlina Nera (o Uber Van) e UberPop: si tratta delle due facce in cui è declinato il servizio in sé. Il primo prevede l'uso di autisti professionisti con licenza di NCC (l'unica discriminante è l'uso di un'autovettura o di un van), mentre UberPOP è, di fatto, un servizio in cui è l’individuo privato a mettere in condivisione la sua automobile per chi ha esigenza di mobilità urbana. I requisiti per diventare un autista UberPOP sono abbordabili: avere un’auto intestata, avere la patente da almeno 3 anni, avere un’auto che non sia stata immatricolata più di 8 anni fa, non avere sospensioni di patente e avere una fedina penale pulita.
CONTRO I TAXI - Non è richiesto, da condizione contrattuale della stessa società, di essere “un autista professionista con patente e assicurazione commerciali”, ma semplicemente “un adulto con almeno 3 anni di patente e assicurazione auto personale”. Qualcosa che in Italia non è tollerato dall'articolo 86 del codice della strada, che regola l'esercizio abusivo della professione. Anche se l'impressione è che non si sia certo arrivati all'epilogo dell'affaire-Uber: Dell'ultima ora è la notizia che la società statunitense sia pronta a replicare la formula chiamata UberTaxi, già attiva a Londra (foto in alto). L'applicazione, in pratica, sostituisce l'abbonamento alla centrale del radiotaxi (rispetto alla quale, secondo la country manager Uber Benedetta Arese Lucini, le tariffe sono “più favorevoli”). A titolo d'esempio, in Inghilterra, le tariffe per il cliente sono quelle indicate dal tassametro. Per il consumatore finale non cambia nulla, mentre è il tassista a retrocedere a Uber una commissione per la corsa per l'accesso alla piattaforma stessa. Un ramoscello d'ulivo ai tassisti, a metà strada tra diplomazia e fidelizzazione.