ULTIMA OCCASIONE - “L’ultima occasione per l’Alfa Romeo?” È un titolo che suona più perentorio che interrogativo e a farlo è stato l’autorevole Automotive News Europe. Il servizio fa una sistemazione organica della situazione relativa all’Alfa Romeo, alle sue prospettive di rilancio, a ciò che questo rappresenta come esigenze finanziarie e ai progetti di cui più si parla. Il tutto corredato delle valutazioni di quattro analisti di altrettante importanti agenzia di consulenza. Tanta attenzione ha almeno due spiegazioni (oltre all’indubbio fascino del marchio): l’attesa per l’annunciato piano industriale che Sergio Marchionne, amministratore delegato del gruppo Fiat, ha annunciato per il prossimo aprile, e le previsioni dell’esito commerciale del 2013 per l’Alfa Romeo: probabilmente al di sotto delle 100 mila unità vendute.
INVESTIMENTO DI 5 MILIARDI - In attesa della diffusione del piano di aprile, la questione che si discute è la reale possibilità di sostenere gli investimenti necessari per un vero rilancio dell’Alfa Romeo (si parla di 5 miliardi di euro, calcolando che si vogliono lanciare cinque nuovi modelli e che per ciascuno occorrono circa 800 milioni). I dubbi sono legati alle prospettive dell’acquisizione del 41% del pacchetto azionario del gruppo Chrysler attualmente detenuto dal fondo di sicurezza sociale dei sindacati americani. Da parte degli analisti si sottolinea la difficoltà a avere disponibile le ingenti risorse per far fronte a tutte e due le necessità.
TANTI PROGETTI (FALLITI) - La coincidenza dei due piani - rilancio Alfa Romeo e operazione azionaria Chrysler - suscita qualche dubbio sulla reale possibilità del gruppo Fiat di far fronte alle due necessità finanziarie contemporaneamente. Peraltro, da parte degli analisti economici ci sono anche dubbi circa la capacità della Fiat di far fronte alla gestione del rilancio dell’Alfa Romeo proprio per l’impegno manageriale che le operazioni americane richiedono, oltre che quelle relative al marchio Fiat, che certamente non può essere abbandonato a sé stesso. In questo panorama di strategie da annunciare, Automotive News Europe ricorda che quello di aprile sarà il quarto piano Alfa Romeo presentato da Marchionne, con i tre precedenti praticamente falliti. Al tempo stesso però non viene sottovalutato il forte valore di svolta del nuovo piano, che forse ha il limite di essere già noto nelle sue idee guida ma senza che ci siano stati atti concreti per avviarlo. Come se ormai da parecchi mesi l’Alfa Romeo vivesse in uno stato di incertezza.
STRATEGIA DI LUSSO - L’idea di fondo è quella di dare all’Alfa Romeo una identità totalmente e finalmente “premium”, in pratica parallela a quella della Maserati. Oltre a ciò viene anche data per sicura la scelta di puntare su una gamma a trazione posteriore o 4x4, con le scelte programmatiche che ciò comporta. In particolare la necessità di disporre di una piattaforma adeguata. E questo sarebbe il compito di un ristretto ma qualificato staff di progettisti insediato a Modena nella sede della Maserati. A capo dell’equipe ci sarebbe l’ingegnere Philippe Krieff che ha la “missione” di mettere a punto una piattaforma destinata oltre all’Alfa Romeo anche a futuri modelli americani Chrysler e Dodge. Questo perché pur con tutto l’ottimismo possibile, i numeri dell’Alfa Romeo non sono tali da rendere economicamente praticabile lo sviluppo di una piattaforma esclusiva.
GAMMA DA AMPLIARE - L’ambizione alla base del programma è di arrivare a disporre di una gamma Alfa Romeo fatta di modelli di qualità, distribuiti su più settori di mercato rispetto a quanto succede da qualche anno. Louis-Carlo Vignon, responsabile europeo per l’Alfa Romeo, ha recentemente dichiarato che l’obiettivo è di avere proposte in grado di essere presenti in circa un terzo dell’intero spettro in cui si suddivide il mercato dell’auto (per di più con le categorie più redditizie), mentre oggi compete solo nel 5 per cento del mercato. Per quanto concerne i modelli che andranno a essere protagonisti del piano di rilancio, non ci sono notizie certe, dato il comprensibile riserbo della casa, ma Automotive News Europe ha presentato una panoramica della futura gamma, facendo riferimento a fonti interne all’industria dell’auto e della componentistica. Ma vediamo quali dovrebbero essere, se tutto va come nei piani del Gruppo.
TRAZIONE POSTERIORE - L'Alfa Romeo Giulia è il modello di berlina media, erede della 159, basato sulla nuova piattaforma a trazione posteriore. La produzione della Giulia dovrebbe avvenire nello stabilimento di Cassino, a cominciare non prima della fine del 2015. Sopra la Giulia ci sarà un berlina più prestigiosa (chiamiamola per comodità Alfetta) che inizialmente la casa voleva derivare dalla Maserati Ghibli. Sembra ci sia stato un ripensamento per i costi troppo elevati e quindi anche l'Alfetta sarà basata sul nuovo pianale in via di sviluppo a Modena. Il terzo modello che ruota intorno alla nuova ossatura dovrebbe essere una suv media, che inizialmente doveva avere come base la Jeep Cherokee. Le indiscrezioni parlano anche di due coupé una media (rivale della BMW Z4) e una più grande (rivale della BMW 6) sempre basate sulla nuova piattaforma a trazione posteriore.
C'È ANCHE LA DUETTO - Altro modello molto atteso per il richiamo al passato è l'erede della Alfa Romeo Duetto che arriverà nel 2015. Sviluppata in comune con la Mazda MX-5 sarà costruita in Giappone. Anche questa sarà rigorosamente a trazione posteriore. Si ipotizzano poi altre due suv: una di dimensioni più ridotte derivata dalla futura Jeep Compass, l’altra più grande basata sulla suv Levante della Maserati, attesa per il 2015. Delle Alfa Romeo MiTo e Giulietta è quasi certa la sostituzione quando arriveranno a fine carriera. Si tratta di modelli indispensabili per raggiungere numeri significativi. Nella foto in alto la 4C, che avrà una variante "targa", cioè con il tettuccio asportabile.