STORICO ANNUNCIO - Le donne in Arabia Saudita potranno finalmente guidare: questo l’annuncio che sta per arrivare dalla capitale, Riad. Lo ha rivelato, come riporta il New York Times, il principe 32enne Mohammed bin Salman. Obiettivo della casa regnante saudita: migliorare la propria immagine e reputazione all’estero, molto legate all’idea di un Paese chiuso e conservatore. C’è un però: il decreto reale sulla patente femminile, approvato anche dagli sceicchi custodi della sharia, verrà messo in pratica con una norma specifica forse solo dal 24 giugno 2018. Inoltre, lo stesso decreto reale impone la creazione entro 30 giorni di un apposito organismo ministeriale, che dovrà verificare che la nuova disposizione si possa applicare nel rispetto della sharia. Solo una settimana fa, lo sceicco Saad Al Hajry, presidente del consiglio della fatwa della provincia di Asir, nel sud del Paese, ha dichiarato: “Le donne hanno un quarto di cervello e chi darebbe la patente a una persona con un quarto di cervello?”.
RIVOLUZIONE - L’Arabia Saudita aderisce alla versione più rigida dell’Islam sunnita, il wahabismo: qui i diritti delle donne sono molto limitati (pur se è da poco stato concesso loro il diritto di voto e di essere elette). La patente femminile è una rivoluzione: oggi, se una donna osa guidare, rischia una pena di dieci frustate, come già accaduto nel 2011, quando il tribunale di Jeddah condannò una donna “colpevole” di aver violato il divieto. Ma come si muovono le donne? Le famiglie abbienti hanno un autista; in alternativa, i parenti maschi le accompagnano al lavoro. Oltre ai mezzi pubblici, solo in qualche area del Paese le donne possono usare solo la biccletta (e con numerosi vincoli). Le signore erano e sono sottoposte alla tutela dei maschi per studiare o viaggiare: ci sono leggi e prassi di segregazione anti-donne. Il piano di riforme Vision 2030, avviato due anni fa, modernizzerà lo stile di vita saudita, ma a piccole tappe.
MA GLI ULEMA… - Questa novità fa seguito a un’altra apertura: per la prima volta, alle donne è stato concesso di accedere allo stadio re Fahd di Riad in occasione della festa nazionale. La decisione del principe Mohammed bin Salman segna una sconfitta per gli ulema più conservatori, che impongono l’applicazione rigida della sharia e dei precetti coranici. Uno di loro si è spinto a dire che la guida “danneggia le ovaie”, mentre la tesi più comune è che lasciare le donne libere di muoversi in città “distruggerebbe le basi della famiglia e della moralità”. Si tratta invece di una vittoria per il movimento femminile dell’associazione Women2Drive: vedi qui che cosa scrivevamo nel 2011.