ARIA DI PACE - Il confronto-scontro tra la Cina e gli Stati Uniti pare aver trovato una soluzione di accomodamento. Dopo settimane di braccio di ferro, con manifestazioni di intenzioni pesanti da entrambe le parti (dazi su acciai e alluminio da parte americana, replica cinese su auto, soia e componenti da parte cinese) le due superpotenze sembra che abbiano trovato una qualche intesa. Lo si deduce dal fatto che il ministro cinese delle Finanze ha annunciato che dal primo luglio 2018 le auto importate in Cina saranno soggette a una tassa doganale del 15% e non più del 25%.
ANCHE PER LA COMPONENTISTICA - Le misure decise dal governo cinese comprendono anche il taglio delle tasse doganali gravanti sui ricambi d’importazione. Per la maggior parte di esse si passerà dall’attuale 10% al 6%. Ciò nell’ambito della strategia di apertura proclamata qualche settimana fa dal presidente cinese Xi Jinping convinto assertore dell’apertura degli scambi ai fini della crescita dell’economia cinese.
CLIMA POSITIVO - Il provvedimento dovrebbe costituire un buon aiuto per le marche del lusso europee ed americane che vedranno scendere il prezzo dei loro modelli, risultando così più appetibili. La loro qualità, unita al prestigioso blasone e al prestigio troverà ora anche un supporto nei prezzi. La cosa avrà sicuramente una ricaduta negativa sulle case del prestigio cinesi, ma la maggiore apertura potrà essere una spinta verso il miglioramento. Dopo la notizia delle parole del ministro da BMW e Audi sono venute parole di apprezzamento per il segnale di apertura che la misura significa.