“VELINA” PRESIDENZIALE - Il diffusissimo quotidiano tedesco Bild domenica 25 settembre è ritornato sulla vicenda Dieselgate della Volkswagen e lo ha fatto riportando documenti inediti che paiono aggravare pesantemente la posizione dell’ex presidente del comitato di direzione della casa automobilistica tedesca. Dalle carte emergerebbe che poche settimane prima dello scoppio dello scandalo Martin Winterkorn (nella foto) firmò un promemoria per i manager americani del gruppo Volkswagen che dovevano essere ascoltati dalle autorità USA, e che questa nota forniva indicazioni su che cosa rispondere, in particolare disponendo di dare informazioni parziali sui dispositivi impiegati sui motori diesel al centro della vicenda.
RISPOSTE EVASIVE - L’audizione avvenne poi effettivamente il 5 agosto e in essa gli uomini Volkswagen riconobbero che le auto in questione non rispettavano le norme americane e che la casa stava lavorando per risolvere il problema. Questo senza parlare della presenza del software poi rilevato e denunciato dalle autorità americane. Oltre che per la posizione personale di Winterkorn, la ricostruzione è rilevante nella vicenda legale che vede molti azionisti Volkswagen in causa con la casa automobilistica (con richieste di risarcimenti per 8,2 miliardi di euro) perché ritengono che abbia informato in ritardo dell’esistenza dei problemi americani. La ricostruzione della fonte del quotidiano Bild, se provata, evidentemente sarebbe una conferma della tesi degli azionisti che richiedono i risarcimenti miliardari.
DIPENDENTI FEDELI - Va anche aggiunto che lo stesso articolo afferma che diversi dipendenti della Volkswagen hanno rifiutato l’offerta fatta loro dai giudici secondo cui se i lavoratori Volkswagen avessero fatto rivelazioni utili sulla vicenda, avrebbero potuto godere di un trattamento indulgente da parte della Giustizia.