C’È CHI PROVA A DIRE NO - C’è una voce fuori dal coro, nel fronte ormai compatissimo dei costruttori automobilistici europei che hanno deciso di interrompere le loro attività produttive e commerciali in Russia dopo lo scoppio della guerra in Ucraina. Si tratta della Renault, che attraverso la Lada Auto Holding detiene il 68% del pacchetto azionario della AvtoVAZ. L’azienda, fondata nel 1996 con il nome di VAZ, produce ed esporta circa 400.000 veicoli all’anno e rappresenta un asset molto importante nella strategia di rilancio del colosso francese guidato da Luca De Meo.
IL RISCHIO CONFISCA È CONCRETO - Secondo alcune fonti anonime citate negli scorsi giorni dall’agenzia di stampa Bloomberg, la Renault vuole evitare a tutti i costi il rischio che la AvtoVAZ venga nazionalizzata. Il governo francese, secondo le stesse fonti, sta monitorando la situazione e avrebbe già espresso il proprio sostegno alla casa della losanga. Si tratta, però, di un appoggio con la condizionale. Il ministro dell’economia e delle finanze francese, Bruno Le Maire, ha infatti sottolineato che le aziende private sono libere di decidere se continuare o meno a mantenere i loro affari in Russia, purché “aderiscano rigorosamente alle sanzioni” già disposte. Una dichiarazione che non lascia tranquilli i vertici della Renault, preoccupati che la sussidiaria russa AvtoVAZ possa andare incontro alla stessa sorte delle fabbriche appartenenti alle aziende straniere che hanno disposto un embargo nei confronti di Mosca e che ora rischiano seriamente di essere confiscate e, forse, addirittura trasformate in società controllate dallo stato russo.
GLI STOP PROVVISORI ALLA PRODUZIONE - A differenza di molte altre case europee, per la Renault la Russia è un mercato molto importante. I danni causati dallo stop delle attività nel paese, chiaramente, non sono marginali per nessuno (la Mercedes, per esempio, ha stimato perdite per circa due miliardi di euro se venisse nazionalizzata la sua fabbrica), ma per il costruttore parigino, che produce circa il 30% delle auto nuove vendute ogni anno in Russia e nelle sue fabbriche russe dà lavoro a 40.000 persone, il conto sarebbe molto più pesante. Per il momento, la Renault ha interrotto fino al 18 marzo le attività nella sua fabbrica alle porte di Mosca a causa di problemi nelle catene di approvvigionamento. Altri due stabilimenti gestiti dalla AvtoVAZ a Togliatti (nella foto in alto) e Izhevsk questa settimana rimarranno chiusi per alcuni giorni per effetto della crisi delle forniture di componenti elettrici.