SVEZIA-CANADA-ITALIA - I progetti della defunta NEVS, l’azienda nata sulle ceneri della casa automobilistica svedese Saab, sono stati acquisiti alla fine del 2023 dalla startup canadese EV Electra. Ora il ceo Jihad Mohammad ha annunciato su LinkedIn di aver acquistato una fabbrica automobilistica in Italia in cui “costruiremo auto elettriche che lasceranno tutti scioccati”. Al momento l’imprenditore canadese non ha chiarito di quale fabbrica si tratti, specificando solamente che non si tratta dell’impianto della Maserati. Potrebbe essere la fabbrica abbandonata della Pininfarina di San Giorgio Canavese (di cui abbiamo scritto qui)? Per ora è solo un’ipotesi: Mohammad ha promesso prima di informare tutti gli investitori e poi di rispondere a tutte le domande con un prossimo comunicato stampa.
LE PRIME CONSEGNE GIÀ AD AGOSTO - Quali saranno le auto prodotte dall’EV Electra all’interno dello stabilimento italiano? Anche questo non è chiaro. Potrebbe essere la Emily GT (nelle foto), progettata dalla NEVS e di cui la startup canadese ha presentato quattro varianti (berlina, shooting brake, coupé e cabriolet), o modelli sviluppati in proprio, come la supercar Nostrum, di cui Mohammad ha mostrato un rendering sempre su LinkedIn. “La prossima settimana inizieremo a scegliere i concessionari con cui lavoreremo ovunque in modo da poterli annunciare a maggio e inizieranno le show car saranno previste a giugno. La consegna ai clienti, come promesso, inizierà nell'agosto 2024 per i modelli 2025” ha annunciato.
NUMERI BASSI - Difficilmente però la EV Electra potrà rappresentare il secondo costruttore italiano tanto cercato dal governo per rimpolpare la produzione automobilistica del nostro paese. Al di là dei proclami e delle buone intenzioni, la produzione della startup sarà con ogni probabilità molto limitata nei numeri e difficilmente riuscirà a incidere in modo significativo sul totale delle auto prodotte in Italia. Il governo cerca una realtà solida, capace di garantire una produzione nell’ordine delle centinaia di migliaia di unità all’anno, cosa che al momento la startup canadese non può essere. Per ora, la possibilità più concreta resta quella della cinese Dongfeng, che si è detta interessata all’ipotesi. Staremo a vedere.