OTTIMO START - È andato bene, anzi benissimo, l’esordio della
Ferrari alla Borsa di News York (
guarda il video qui sotto). I titoli messi sul mercato (circa il 10% della società) erano stati prenotati già nei giorni scorsi, e le vendite poi hanno confermato il grande favore con cui il mercato degli investitori ha accolto il titolo della casa di Maranello. Nella documentazione presentata alle autorità della Borsa newyorkese i vertici della FCA avevano previsto un valore compreso nella forbice tra 48 e 52 dollari, ma l’accoglienza riservata all’apertura delle contrattazioni è andata molto al di là. In poco tempo le “grida” sono arrivate a 60,97 dollari, per poi assestarsi un po’, ma senza mai scendere sotto i 55,15 dollari. Per poi stabilizzarsi a quota 57.
TOP MANAGEMENT NELLA GRANDE MELA - Le quotazioni erano state aperte con una cerimonia particolare per la Borsa newyorkese. Sergio Marchionne, John Elkann, rispettivamente amministratore delegato e presidente del gruppo FCA, assieme a Piero Ferrari, figlio del mitico fondatore della casa, hanno suonato la campana che segnala l’inizio delle contrattazioni (nella foto qui sopra). Una volta fuori dai locali della New York Stocks Exchange marchionne ha sintetizzato il suo stato d’anima: “Sto da Dio”, a sottolineare il buon esito dell’operazione-Borsa per la casa del Cavallino.
CERIMONIA IN ROSSO - E l’arrivo del Cavallino Rampante a Wall Street non è stato senza una coreografia ad hoc: la zona davanti all’ingresso della Borsa per l’occasione è stata allestita come una sorta di stand da salone dell’automobile. Il colore dominante era il rosso, mentre otto vetture del Cavallino facevano bella mostra di sé davanti ai manager e finanzieri di Wall Street. Tra le varie vetture mostrate, anche una monoposto di Sebastien Vettel.
GRANDE ACCOGLIENZA - Il successo dell’esordio delle azioni Ferrari viene sottolineato da tutti gli osservatori delle cose economico-finanziarie americane. Tra le altre cose viene notato che in questi ultimi giorni tre esordi di società americane sono stati delle delusioni. Il vero e proprio boom delle azioni Ferrari (identificate nel listino di Wall Street con la sigla RACE) è dunque una testimonianza in più del fascino e del richiamo esercitato dal marchio del Cavallino.
CONTI OTTIMI - Ma non si tratta certo solo di fascino, anche se di appeal la casa di Maranello ne ha davvero tanto: a rendere interessanti le azioni Ferrari sono i dati economici. Il terzo trimestre di quest’anno la Ferrari ha chiuso i conti con un fatturato di tra 720 e 730 milioni di euro, in crescita di circa il 9%. I profitti dovrebbero arrivare a 210-215 milioni, in aumento di una percentuale tra 19 e 22%.
IL CAVALLINO VALE 11 MILIARDI - Le azioni messe in vendita rappresentano il 9,1% dell’azionariato Ferrari. Il figlio di Enzo Ferrari, Piero, detiene un pacchetto ha (e ha già dichiarato di voler mantenere questa quota) il 10% delle azioni. La restante parte è nelle mani del gruppo FCA, che nelle prossime settimane metterà a disposizione dei propri azionisti. In pratica, la finanziaria Exor (famiglia Agnelli) avrà il 50% del potere di voto, che in base allo statuto societario consentirà alla Exor di controllare la società e impedire eventuali attacchi ostili da parte di chi volesse mettere le mani sulla Ferrari. Sulla base della quotazione di oggi alla Borsa di New York, la Ferrari risulta avere un valore di circa 11 miliardi di dollari.