EFFETTO “OTTO VOLANTE” - La nuova
Ford Focus RS è una di quelle sportive delle quali i numeri, per quanto impressionanti (351 cavalli e 4,7 secondi dichiarati per lo “0-100”), non dicono tutto. Ci sono bastati un paio di giri, purtroppo solo come passeggeri, sulla pista prove di Lommel (a un centinaio di chilometri da Bruxelles) per averne la conferma: su un tracciato tortuoso e ondulato, reso ancora più insidioso dalla fitta pioggia, questo bolide ci ha esaltati per l’agilità fra le curve e per la vigorosa spinta del suo 2.3 turbo, oltre che per il suo rombo.
PRIMO ROUND - Percorriamo il primo giro con la nuova Ford Focus RS insieme a Daniel, un collaudatore d’esperienza che ci fa saggiare la prontezza negli inserimenti di questa sportiva, e come con relativa facilità si riesca a far derapare leggermente il posteriore della vettura in uscita di curva: la trazione è integrale, ma fino al 70% della coppia viene trasferita al retrotreno. Qui un differenziale meccanico, grazie a due frizioni controllate elettronicamente (sono capaci di intervenire fino a 100 volte in un secondo), regola la spinta a ogni singola ruota: è il cosiddetto Dynamic Torque Vectoring, come ci spiegano i responsabili dello sviluppo di questa vettura. In pratica, aumentando la spinta sulla ruota esterna, l’auto punta il “muso” verso l’interno della curva (è un po’ il principio usato per far girare i carri armati e gli altri mezzi cingolati).
C’È PURE LA MODALITÀ DRIFT - L’effetto è ancora più evidente nel nostro secondo giro di prova. Questa volta alla guida c’è Alfredo, un italiano che vive in Belgio da quando era bambino e da 23 anni fa il collaudatore, proprio a Lommel, per la Ford: conosce alla perfezione la pista e, ovviamente, la nuova Focus RS. Tanto bene che sfrutta subito la modalità Drift, anziché quella Track utilizzata da Daniel (le altre due sono Normal e Sport). Nel Drift mode, e col controllo di stabilità disinserito, la Focus RS è continuamente di traverso, ma non sembra difficile da controllare (almeno, per Alfredo…): il differenziale posteriore regola la coppia proprio per esaltare le sbandate, mentre davanti (dove manca un autobloccante meccanico) sono i freni che aiutano l’inserimento in curva “pinzando” leggermente il disco della ruota interna. Con la dovuta esperienza (e ovviamente su strade chiuse), la Focus RS si guida proprio come un’auto da rally e la generosa spinta del 2.3 turbo aiuta a modulare il pattinamento delle ruote nella percorrenza della curva. Se prima avevamo voglia di guidarla, dopo questo test sarà difficile attendere la fine di gennaio, quando avremo la possibilità di farlo…