SI PRODUCE MALE - Il problema era già stato sollevato dal numero uno della Fiat, Sergio Marchionne (qui la news) e ora viene ribadito dal presidente della Ford Europe, John Fleming (nella foto). L'industria europea presenta una sovracapacità produttiva del 35%. Questo significa che ci sono troppe fabbriche, la maggior parte delle quali produce meno di quanto potrebbe, comportando un innalzamento dei costi per le case costruttrici.
CAMBIO DI ROTTA - Per Fleming è giunto il momento di “rimboccarsi le maniche” e invertire rotta. “Bisogna”, ha spiegato a Bilbao di fronte ai partecipanti al congresso di Automotive News , “prendere atto della realtà: in Europa si producono auto in eccesso, sconti e promozioni costanti non fanno che svilire marchi e prodotti”. Secondo Fleming, la scarsa ottimizzazione degli impianti europei è la ragione principe che spinge a condurre campagne di sconti forsennate, facendo arrivare le case a lottare al limite delle loro forze per cercare di mantenere la liquidità a livelli accettabili. Il vero problema è che questa startegia impatta sui lavoratori e sulle famiglie: il ricorso a promozioni eccessive può essere una tattica nel breve termine, ma nel lungo, porta a dissesti irreversibili che distruggono finanziariamente le aziende.
LA SOLUZIONE - Un altro elemento del ragionamento di Fleming sono i prodotti stessi: il fatto che le auto moderne durino di più, siano più affidabili fa si che la gente le cambi meno frequentemente. L'unica soluzione a questa crisi è produrre di meno e in modo più ottimizzato: meglio avere meno stabilimenti che producono di più, piuttosto che tanti impianti che producono poco.
IN GUERRA CON L'ORIENTE - Inoltre, l'industria dell'auto europea si troverà a combattere sempre di più con i costruttori coreani che, secondo Fleming, conducono operazioni scorrette producendo all'interno dell'Unione Europea senza però permettere alle case europee di costruire all'interno dei loro confini.