LA PAROLA AI GIUDICI - Il “Dieselgate” non c’entra ma la materia è sempre quella: la veridicità delle emissioni di CO2 e quindi dei consumi delle automobili. E al centro dell’attenzione non c’è la Volkswagen, ma la FCA, in particolare la Fiat. La vicenda d’attualità è il giudizio di ammissibilità espresso dai giudici della Corte d’Appello di Torino su una istanza di azione legale collettiva avviata da una automobilista romana che ha ritenuto menzonieri i valori di emissioni e consumi della sua Fiat Panda 3ª serie con motore a benzina 1.2 da 69 CV.
GIUDIZIO RIBALTATO - La decisione della Corte d’Appello di Torino ha infatti ribaltato il giudizio espresso dal Tribunale che aveva respinto la richiesta di vedere riconosciuta l’esistenza delle condizioni perché la causa intentata fosse riconosciuta come class action. Il Tribunale aveva infatti affermato che mancavano i presupposti per avviare la causa in quanto i dati di emissioni e consumo dichiarati dalla Fiat erano frutto di misurazioni di enti qualificati e abilitati a tale rilevamento. Per la Corte d’Appello invece i dubbi avanzati da Altroconsumo e dalla proprietaria della Panda sono da verificare perché basati su valutazioni delle emissioni che si presentano credibili.
LA SPINTA DEL “DIESELGATE” - È interessante notare che la vicenda della Fiat Panda risale a qualche mese fa, ma oltre ad avere registrato il primo giudizio del Tribunale era anche passata abbastanza inosservata. Ora, evidentemente in conseguenza dell’esplosione dei casi del “
Dieselgate” e delle emissioni di CO2 relativi alla Volkswagen, c’è stata la nuova decisione in Appello e un notevole risalto mediatico sulla questione.
Altroconsumo ha salutato positivamente questo risultato ottenuto ricordando che contemporaneamente c’è un’altra vicenda analoga in corso presso la magistratura di Venezia, e questa riguarda la Volkswagen, per un discorso analogo che vede protagonista un automobilista proprietario di una Golf TDI 1.6. Anche se nata prima del “Dieselgate” la questione si ricollega al grande scandalo che ha colpito la casa tedesca.
PRIMI PASSI - Tra l’altro la vicenda è interessante non solo per l’ambito automobilistico, in quanto il concetto di causa legale collettiva in Italia è alle prime esperienze, con la normativa in materia ancora tutta da verificare nella pratica. In questo quadro, l’associazione Altroconsumo ha invitato tutti coloro che ritenessero di trovarsi nelle stesse condizioni dell’automobilista promotrice della causa torinese di aderire alla causa collettiva (“class action” in inglese), cosa che è possibile attraverso il sito internet dell'associazione.
ASPETTI ECONOMICI - Per quanto possa essere prematuro parlare di aspetti economici della vicenda, visto che si è soltanto alla dichiarazione di ammissibilità della causa, l’associazione Altroconsumo ha calcolato che nel caso della Fiat Panda 1.2 l’indennizzo dovuto dalla Fiat all’automobilista dovrebbe essere di 239 euro per anno, considerata una percorrenza di 15.000 km. Ciò per i costi di carburante in più che l’automobilista ha dovuto sostenere rispetto a quanto aveva previsto di spendere sulla base dei consumi dichiarati. Da notare che secondo le due istanze di class action, il divario nei valori di consumi ed emissioni è del 20% per la Fiat Panda e del 50% per la Volkswagen Golf.