A CASA DEL LORD - Si sa, la passione per i motori è molto forte in Inghilterra e non stupisce che eventi come il Goodwood Festival of Speed nascano proprio qui. Tutto ha inizio nell’estate del 1936, quando Lord March organizza nella sua tenuta di Goodwood, nelle campagne a sud di Londra, non lontano dalla Manica, una gara per i soci del Lancia Car Club. La sfida consiste nel percorrere nel più breve tempo possibile la strada che dalla residenza del Lord raggiunge la cima della vicina collina: in tutto, 1,9 chilometri. Nello spirito di questa corsa fra amici, nel 1993 nasce il Goodwood Festival of Speed, questa volta aperto a tutti gli appassionati e oggi diventato un seguitissimo (almeno oltremanica) motor show all’aperto. Si svolge, infatti, nel “giardino” di Lord March.
LA CARICA DEI 150.000 - All’edizione di quest’anno siamo andati anche noi di alVolante e nell’immenso prato davanti alla villa che, come sempre, ha ospitato auto di oggi e di ieri, da corsa e stradali, c’era di che lustrarsi gli occhi. Anche i grandi stand realizzati per l’occasione dalle case (l’unica italiana era l’Alfa Romeo) offrivano “un bel vedere”: dalle vetture da competizione, ai prototipi (per esempio, l’Alfa 4C Concept), fino a quelle di normale produzione. La famosa strada che attraversa il “pratone” è sempre la stessa, ma oggi ospita sfilate delle auto più disparate, che fanno la felicità dei 150.000 appassionati assiepati lungo il percorso. Anche l’anima racing è ancora viva, al Goodwood Festival of Speed: non manca chi cerca di “mangiarsi” il nastro d’asfalto più velocemente degli altri (si può usare qualunque auto, non esistono regole). Il più rapido è stato il pilota da rally Jonny Milner che, con una Toyota Celica da 800 CV, ha fermato il cronometro a 48,07 secondi, battendo il campione del Fia GT Michael Bartels alla guida della Maserati MC12.
DALLE F1 ALLE SPORT - Fra le macchine, circa 200, che hanno calcato la celebre strada del Goodwood Festival of Speed, spiccavano le monoposto di Formula Indy e quelle di Formula 1. Fra queste ultime, le più ammirate sono state la Ferrari F10 del 2010, la McLaren MP4-23 del 2008 e la Red Bull RB1 del 2005 (pilotata niente meno che da Mark Webber). Fra le vecchie glorie della “massima formula” anche la Williams FW14B, con cui Nigel Mansell corse nel 1992, e la Benetton B193B del 1993. Dalle ruote scoperte si passa a quelle coperte, con la sfilata di celebri Sport che hanno vinto la 24 ore di Le Mans: dall’Audi R18 TDI (si è aggiudicata l’edizione 2011) alla Mazda 787, unica vettura con motore rotativo Wankel a tagliare per prima il traguardo, alla Jaguar XJR12, che si aggiudicò quella del 1990, fino alla Porsche 956 dominatrice incontrastata nel 1982. Non meno ammirate le vetture d’epoca, specialmente le Jaguar D-Type degli anni 50 e le E Lightweight del decennio successivo, e anche quelle provenienti dal Museo Alfa Romeo di Arese, fra cui la 3000CM del 1953 e la 33 TT12 del 1975. Dalle corse si è poi passati alle strade di tutti i giorni con la “passerella” delle supercar, comprese le ultime novità come la Lamborghini Aventador e la Pagani Huayra (guidata da Horacio Pagani in persona), e quelle poco note in Italia come la Bristol Fighter.
C’È ANCHE LA PISTA STERRATA - Per gli appassionati di rally il Goodwood Festival of Speed ha riservato uno spettacolo memorabile: nel circuito sterrato allestito nel bosco, manco a dirlo, sempre nell’enorme tenuta di Lord March, si sono dati appuntamento i “mostri” Gruppo B degli anni 80. C’erano proprio tutti: dalle famose Audi quattro Sport e Ford RS200, alle Lancia Rallye 037 e Delta S4, fino alle meno note Citroën BX 4TC e MG Metro 6R4. Non mancavano bolidi più recenti, come la Delta Integrale e la Toyota Celica GT-Four, oltre alle odierne Mini Countryman (ha debuttato nel WRC proprio questa primavera) e Skoda Fabia S2000.