VERDE IN DISCESA - Il prezzo dei carburanti non era mai stato così basso da inizio dell’anno. Venerdì, il prezzo medio alle pompe di benzina è arrivato a quota 1,81 euro al litro, un valore registrato solamente a metà maggio e che rappresenta il minimo di tutto il 2023. Siamo ormai arrivati a due mesi di continua discesa, che hanno portato la verde a passare da oltre 2 euro al litro al valore attuale. E se il trend dovesse continuare anche nella prossima settimana, i prezzi scenderanno ancora, facendo segnare nuovi valori di riferimento verso il basso. Se negli ultimi due mesi la benzina è scesa di una ventina di centesimi di euro al litro, anche il gasolio ha seguito lo stesso andamento, perdendo circa 15 centesimi di valore al litro. Tuttavia, a differenza della benzina, i valori minimi del diesel dello scorso maggio rimangono più bassi degli attuali.
RINGRAZIATE IL CARTELLO - Se i prezzi alla pompa sono al minimo annuale, non si può dire lo stesso delle quotazioni del petrolio: il Brent (l’indice di riferimento del mercato europeo) scambia infatti un barile a 81 dollari, il che equivale a 7 dollari in più rispetto ai minimi del 2023. Il governo gongola, sostenendo che le ragioni del calo dei prezzi siano da ricercare “anche all'esposizione del prezzo medio, che ha portato a un contenimento del margine di distribuzione (un delta di circa 8-9 centesimi al litro se si confronta l'estate 2023 con quella precedente) e, di conseguenza, del prezzo industriale della benzina”, dice il ministero delle Imprese e del Made in Italy. Per questo motivo, secondo il dicastero guidato da Adolfo Urso, il prezzo dei carburanti in Italia sarebbe più basso di quello di Germania, Francia e Spagna.
MEGLIO NON ESULTARE - Al contrario, per gli operatori del settore, il calo dei prezzi non è da imputare all’esposizione dei prezzi medi, obbligo che tra l’altro è decaduto un paio di settimane fa dopo la sentenza del Tar a riguardo (qui la notizia). La diminuzione del prezzo al litro dei carburanti sarebbe da ricercare invece nel calo della domanda complessiva di petrolio e dei prodotti di raffinazione, causata da un rallentamento dell’economia. In questo senso, la crisi sarebbe testimoniata da un abbassamento del Pil in molti Paesi, fanno notare gli operatori: gli italiani spenderanno meno per fare il pieno, ma in una situazione economica generale sempre più difficile.
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