SCENDE IN PISTA - Un rombo pieno, potente e armonioso rompe il silenzio immobile che circonda il kartodromo Cerrina di Rivalta, alle porte di Torino. Su questo serpeggiante chilometro d’asfalto, dove nel 1971 fece tappa il Campionato europeo di kart e oggi si sfidano ruota a ruota tanti appassionati piemontesi, lo scorso dicembre ha concluso la sua ultima sessione si test un bolide unico nel suo genere: la fedelissima replica dell’Alfa Romeo 33 Stradale che gli artigiani della Manifattura Automobili Torino (MAT), in 12.000 ore di duro e appassionato lavoro, hanno confezionato “su misura” per realizzare il sogno di un importante cliente tedesco (qui la news).
È VELOCE E BELLA DA GUIDARE, COME L’ORIGINALE - Figlia del Progetto Jewelery con cui la MAT costruisce ex novo esemplari unici o piccolissime serie di auto da sogno del passato, prima di essere consegnata al suo nuovo fortunato proprietario la replica dell’Alfa Romeo 33 Stradale realizzata dall’azienda piemontese fondata nel 2014 dall’ex Pininfarina Paolo Garella ha dovuto superare tutta una serie di prove su strada e in pista. Quelle tra i cordoli della Cerrina (nelle foto), in particolare, si sono rivelate assai utili per saggiare il comportamento dinamico della vettura nelle curve più strette e in rapida sequenza tra loro. Secondo quanto riferito ad alVolante dai collaudatori della MAT, la macchina si è comportata molto bene, confermando in toto l’assoluto tasso tecnico e il divertimento di guida che caratterizza il modello originale, disegnato da Franco Scaglione e costruito a partire dal 1967 in appena 18 esemplari dalla Carrozzeria Marazzi di Caronno Pertusella.
GRAN LAVORO SUL CAMBIO E SUI CARBURATORI - I collaudi in pista si sono rivelati preziosi non solo per trovare la quadra con il telaio, ma anche per la messa a punto dei particolari meccanici più “delicati” e difficili da reperire, poiché derivati da materiale Alfa Romeo del passato. Mettendo la MAT 33 Stradale alla frusta tra i cordoli e avvalendosi di meccanici esperti, nello specifico, l'atelier torinese è riuscito a trovare la giusta taratura dei carburatori che alimentano il motore - un 2600 V8 di origine Alfa Romeo Montreal, opportunamente privato dell’impianto di iniezione indiretta della benzina - e del cambio, che è stato smontato e rimontato più volte, fino a trovare il perfetto sincronismo degli ingranaggi. Ultimata la preparazione meccanica, l’auto è tornata in carrozzeria per un’accurata lucidatura della parti cromate e un’ultima “velata” di rosso. Ora non le resta che “scatenarsi”, rievocando a pieni giri il mito senza tempo di una delle auto più belle del mondo, e che tutto il mondo ci invidia. E non è finita qui, perché nella pentola della MAT bolle sempre qualcosa di speciale…