SETTE MILIARDI DI PROFITTI IN BILICO - Le case automobilistiche cinesi rappresenterebbero un rischio per quelle europee, che potrebbero perdere 7 miliardi di euro di profitti entro il 2030. È quanto emerge da uno studio condotto da Allianz Trade secondo il quale le economie europee dipendenti dal settore automobilistico subiranno un duro colpo a causa delle importazioni di automobili cinesi. A meno che non intervenga la politica.
CALO DEL PIL - Secondo il rapporto di Allianz Trade, i responsabili politici dovrebbero approcciarsi alla questione studiando dazi doganali pari a quelli delle auto europee importate in Cina, investire di più nello sviluppo di materiali e tecnologie per le batterie dei veicoli elettrici e consentire anche ai costruttori cinesi di produrre auto in Europa. Le importazioni cinesi di veicoli elettrici, prevede lo studio, potrebbero costare un totale di 24 miliardi di euro in termini di produzione economica nel 2030, che si traduce in un calo dello 0,15% del PIL in Europa. E le cose andrebbero peggio per paesi come Germania, Slovacchia e Repubblica Ceca, che rischiano tra lo 0,3 e lo 0,4% del PIL.
“LE AUTO CINESI SONO MIGLIORATE” - L’allarme arriva anche direttamente dalle case europee. Linda Jackson, amministratore delegato della Peugeot, ha affermato che i produttori cinesi di veicoli elettrici rappresentano una minaccia crescente perché offrono auto migliori rispetto al passato a prezzi accessibili. Le case europee si ritroverebbero di fronte quindi a una duplice minaccia: da una parte un possibile calo di vendite in Cina, dove i produttori locali hanno aumentato le loro quote di mercato, dall’altra l’aumento delle vendite di auto cinesi nei mercati occidentali.