RIGETTO SEMPRE PIÙ PROFONDO - Niente da fare. Anche a maggio 2013 i dati relativi alle immatricolazioni di auto nuove hanno fatto registrare un consuntivo in calo, per il 36esimo mese consecutivo. Tre anni. Rispetto al maggio dell’anno scorso il ridimensionamento è stato del 7,9%, che ha portato il totale da gennaio a -11,3%. Sono 136.129 le vetture nuove immatricolate nel mese e 608.579 quelle nei cinque mesi.
NON COMPRANO LE FAMIGLIE - Se possibile, il dato generale contiene poi un altro dato ancora peggiore e significativo, messo in evidenza dall’Unrae, l’organizzazione delle case estere in Italia. La quota di mercato relativa agli acquisti da parte dei privati è scesa al 59,3% del totale, che significa due punti in meno dell’anno scorso e soprattutto il valore più basso mai registrato. Il che è un ulteriore pesante segnale delle difficoltà delle famiglie e della assoluta mancanza di propensione all’acquisto. Come macrocategorie di mercato, le statistiche del ministero dei Trasporti evidenziano un incremento degli acquisti da parte delle società di noleggio, aumentate del 2,1% arrivando a costituire il 25% del mercato.
“VANNO” LE PICCOLE - Altro indicatore significativo delle ragioni economiche di questo disamoramento è la non lieve crescita della quota di mercato dei modelli delle categorie di piccole dimensioni (e dunque di prezzo contenuto), quelle che vengono catalogate come di segmento A e B, la cui quota è salita al 61% del totale, cioè quattro punti in più rispetto al maggio 2012. Come dire che la mobilità resta una esigenza come l’aria che si respira (non certo possibile con mezzi pubblici in via di forte ridimensionamento a causa crisi…) e alle esigenze inaggirabili si risponde con risposte appena sufficienti.
MANCANO I QUATTRINI - L’aspetto più grave di questa realtà è ovviamente ciò che essa rispecchia, cioè la pesante e difficile crisi economica che attanaglia il paese, ma non di poco conto è quanto tutto ciò rappresenti per il settore dell’automobile, con tutta una nebulosa di aziende medio-piccole che stanno boccheggiando e non vedono vie di uscita positive. Ciò spiega il grido d’allarme lanciato sia dall’Unrae e dalla Federauto, la federazione dei concessionari. Entrambe chiedono interventi del governo volti a un alleggerimento del peso fiscale, così da poter mettere in circolo denari per i consumi e quindi almeno contenere e possibilmente far riprendere la propensione a comprare. Sia l’Unrae che la Federauto fanno anche presente come lo sprofondare del mercato dell’auto sia anche negativo per le casse dello Stato, che con il diminuire delle immatricolazioni ha visto diminuire sensibilmente i suoi introiti (per importi nell’ordine dei miliardi di euro).
CHI SALE E CHI SCENDE - Per quanto riguarda l’andamento delle varie case costruttrici, nell’elenco delle marche sono poche quelle in positivo, e per tutte si può intravedere una spiegazione. Tra le case virtuose ci sono infatti la Renault, che cresce del 10,9%, soprattutto alle sue novità di successo, Clio e Captur; la Toyota beneficia della buona accoglienza riservata alle sue nuove Yaris e Auris, entrambe proposte anche nella versione ibrida. Bene va anche la Mercedes, grazie probabilmente alla buona accoglienza ottenuta dalla Classe A, che le permette di svettare tra le marche di prestigio. In questo ambito segna una pesante battuta d’arresto l’Audi, con il 22% in meno rispetto al maggio dell’anno scorso, mentre la BMW perde qualche colpo ma non in maniera pesante (2,10% in meno). Di tonfo si può anche parlare per la Jaguar, che deve segnare un calo del 38,68%, mentre prosegue la sua marcia trionfale la Land Rover, con un incremento del 62,83%.
MALE LE ITALIANE - Le marche italiane offrono un quadro variegato, con la
Fiat che nel mese di maggio accusa un ridimensionamento nella media generale, del 7,49%, mentre il marchio di lusso Maserati segna un formidabile incremento del 166%, grazie alle sue brillanti novità. In mezzo le altre: l’Alfa Romeo con il 22,9% di calo, la
Lancia con il 22,3%, la Ferrari con un arretramento del 12,5%.