JEEP IN RUSSIA - Marchionne avrebbe “confessato” al primo ministro russo Vladimir Putin (in foto) di voler costruire le Jeep in Russia. L'ex presidente ha subito replicato affermando che le Jeep “sarebbero molto richieste qui da noi”. Il sogno del numero uno del Lingotto potrebbe però non essere così impossibile da realizzare.
L'ad della Fiat avrebbe rivelato la sua intenzione in occasione della firma dell'alleanza, alla presenza di Putin, fra la Case New Holland (Cnh), che fa parte del Gruppo torinese, e il principale Costruttore russo di camion, la Kamaz. L'intesa prevede la produzione e la commercializzazione ogni anno di circa un migliaio di macchine agricole e per l'edilizia. L'accordo con la Kamaz, potrebbe rappresentare il primo passo verso la produzione di automobili sul territorio russo.
Il progetto comune prevede un investimento di alcune decine di milioni di dollari e non solo renderà possibile la produzione di mietitrebbiatrici e trattori già nel 2010, ma consentirà di costruire una base industriale che sarà utile anche per altri prodotti.
A BREVE IL PIANO DI RILANCIO - Dopo il sodalizio con Mosca, ora un'altra sfida attende il manager italiano: il 4 novembre prossimo, ad Auburn Hills negli Usa, sede della Chrysler, ci sarà la presentazione del piano di rilancio. “Siamo tornati, siamo vivi e vegeti” ha detto Marchionne, che ha poi aggiunto: “il rilancio è più reale che teorico”.
DOPO IL PROFITTO, LA BORSA - Inoltre il numero uno italliano ha fatto anche sapere che il Gruppo americano “tornerà al profitto entro due annni e poi si quoterà in Borsa”. Sergio Marchionne lo ha reso noto durante un'intervista al quotidiano canadese Global and Mail. Il ritorno sul mercato azionario è tuttavia subordinato al via libera del sindacato Uaw, che attualmente detiene il 55% della Casa americana.
Sui piani della Chrysler non è mancato il commento di Alfredo Altavilla, amministratore delegato di Powertrain (la divisione motori della Fiat). “Stiamo lavorando”, ha detto, “per passare dall’attuale 20% di Chrysler al 35%, come previsto dagli accordi”. Un passaggio fondamentale per tornare al profitto, senza l'aggiunta di ulteriori capitali. “Chrysler non ne ha bisogno”, ha spiegato Marchionne, “sta gestendo bene le proprie risorse”.