NESSUNA ROTTURA. PER ORA - Saranno gli avvocati i protagonisti della vicenda
Motor Show. È questo il verdetto dell’incontro di ieri fra il presidente dell’ente BolognaFiere, Duccio Campagnoli, e Olivier Ginon, numero uno della società organizzatrice, la francese GL Events: sarà una pace armata. Il gruppo d’oltralpe aveva fatto sapere pochi giorni fa che quest’anno, per la prima volta dal 1976, il Motor Show non si terrà. Il motivo? Le defezioni delle case automobilistiche, che fanno mancare le entrate connesse all’affitto degli stand. Le due società dovranno quindi trovare una via d’uscita rispetto alle clausole contrattuali di cui BolognaFiere chiede il rispetto (vedi
qui la news). C’è pure la possibilità di creare una società mista per l’organizzazione del salone dell’auto (tenendo presente che già ora GL detiene il 9% di BolognaFiere), come ha spiegato Campagnoli: “I contratti sono fatti per essere discussi, negoziati e rinegoziati. Abbiamo convenuto che i nostri avvocati lavoreranno per trovare una soluzione che eviti la guerra”. Gli ha fatto eco Ginon: “Noi sappiamo fare la guerra, ma penso che Campagnoli sia un uomo politico esperto e che anche lui sappia fare la guerra”.
ALTERNATIVA BOCCIATA - La possibile alternativa a Bologna, ossia Milano, suggerita dall’ex patron della kermesse Alfredo Cazzola (per sfruttare la spinta dell’Expo all’ombra della Madonnina), non verrà presa in considerazione. Non si tratta, insomma, di Bologna o di Milano: alla base c’è la crisi del settore auto in Italia. Lo ha fatto capire anche il direttore dell’Unrae (l’Unione dei costruttori esteri), Romano Valente: “Non ci sono spazi per investire in un evento come il Motor Show. Dobbiamo fare i conti con un mercato che in un anno ha assistito alla chiusura di 350 concessionari e alla perdita di 10.000 posti di lavoro”.