La Porsche potrebbe finire in mano a Daimler e all'Emirato del Qatar

LA FINE DI UN SOGNO - L'Emirato del Qatar potrebbe entrare nell'azionariato di Porsche con il 29,9%, un duro colpo per i "porschisti" che vedrebbero il loro marchio di riferimento parzialmente in mano agli arabi. Ma i guai non sono finiti: insieme al Qatar anche Daimler sarebbe in una fase avanzata per acquisire una consistente “fetta” del marchio tedesco.

Le notizie sull'interesse di Daimler (proprietaria della Mercedes) e la conclusione delle trattative con gli arabi non sono state confermate ufficialmente ma la Reuters, l'agenzia di stampa che ha diffuso la notizia, si dice assolutamente certa. Se così fosse la Porsche si troverebbe divisa tra due azionisti che potrebbero influire pesantemente su un marchio che ha fatto la storia dell'automobilismo sportivo.

DAVIDE CONTRO GOLIA – Nel settembre del 2005 la Porsche annunciò una “coraggiosa” scalata per rilevare Volkswagen, un'operazione iniziata con il supporto delle banche che aveva l'obbiettivo di arrivare a possedere il 75% della Casa tedesca, un gigante da 370.000 dipendenti.

Per avere il supporto finanzario necessario alla scalata, avvenuta in più tappe dal 2005 al 2009, Porsche si è via via indebitata con le banche per ben 9 miliardi di euro, un buco che i vertici aziendali speravano di ripianare con l'ottimo andamento delle vendite.

IL VERO AFFARE LO FAREBBE DAIMLER - Con la crisi economica mondiale però anche i risultati di Porsche hanno subito un pesante contraccolpo e l'unico modo per non chiudere “bottega” è, di fatto, quello di vendere quote consistenti della società.

Un'occasione troppo ghiotta per un investitore "puro" come l'Emiro del Qatar, ma ancora più ghiotta per Daimler che in questo modo "metterebbe le mani” su un importante Costruttore come Porsche, che inoltre possiede ad oggi più del 50% di Volkswagen.

Proprio per evitare che Daimler potesse entrare in possesso di una parte della Porsche e dunque anche della Volkswagen, i vertici Porsche hanno chiesto un prestito al governo tedesco che però non gli è stato accordato.