CON LA VOLKSWAGEN SI CAMBIA MARCIA - Mladá Boleslav, Repubblica Ceca, settembre 1996. Bisogna tornare indietro di 25 anni e addentrarsi nei nuovi spazi della fabbrica Skoda disegnati dallo studio di Günther Henn, architetto tedesco famoso per i suoi progetti di edifici amministrativi, per fissare nello spazio e nel tempo il momento che ha cambiato per sempre i destini della casa boema. Dalle linee di montaggio, riorganizzate da cima a fondo secondo i più moderni principi del just in time, escono i primi esemplari della Skoda Octavia, un modello che nel nome rispolvera quello prodotto a cavallo tra gli Anni 50 e 70 ma in realtà è completamente nuovo. Ancorché la nuova berlina non abbia ancora messo le ruote sulla strada, il momento è storico: si tratta infatti della prima vettura progettata interamente sotto l’egida del gruppo Volkswagen, che con la Skoda sigla una joint-venture nel 1991 per poi assorbirla a titolo definitivo nove anni più tardi.
GAME-CHANGER - La Skoda Octavia segna l’inizio dell’era tecnologica della casa ceca. L’alleanza con la Volkswagen offre sinergie preziose, a partire dalla fornitura della piattaforma PQ34, condivisa con le cugine tedesche Audi A3 e Volkswagen Golf 4. Il salto di qualità, favorito dall’adozione di molte altre parti - tra cui motori, cambi, sedili e volanti - derivate dalla produzione di Ingolstadt e Wolfsburg, è enorme. Dove invece la Skoda parte da zero è nella definizione dello stile. Il primo mandato di disegnare la Octavia viene affidato dall’allora primo ministro ceco Vaclav Klaus a Giorgetto Giugiaro, ma con il passaggio del marchio nell’orbita della Volkswagen le consegne passano al team di Dirk van Brackel, che servendosi per la prima volta del CAD realizza una linea semplice, moderna ed elegante, destinata a durare nel tempo.
SICUREZZA A QUATTRO STELLE - Con la Octavia la Skoda dà vita a nuova identità di marca, più solida, qualitativa e attraente rispetto al recente passato. Merito, anche, di un’attenzione alla sicurezza attiva e passiva senza precedenti, come dimostra, per esempio, l’adozione degli airbag laterali, all’epoca appannaggio quasi esclusivo dei modelli di classe superiore. Per la prima volta su una Skoda vengono previste barre anti-intrusione laterali e l’ABS, di serie sulla 1.8 20V SLX e disponibile a richiesta sugli altri modelli della gamma. Nei crash test dell’EuroNCAP la nuova berlina ottiene quattro stelle su cinque, ponendosi sullo stesso piano delle migliori concorrenti europee.
MOTORI A PROVA DI BOMBA - Nel primo anno di produzione la Skoda Octavia è disponibile con due motori a benzina aspirati e un turbodiesel, tutti e tre a quattro cilindri e tutti e tre di derivazione Volkswagen. Al 1.6 MPI da 75 CV si affianca il 1.8 a cinque valvole per cilindro, che con 125 CV offre prestazioni decisamente più brillanti. Moderno ed efficiente, il 1.9 TDI da 90 CV (successivamente potenziato a 110 CV) offre una coppia vigorosa sin dai regimi più bassi e si accontenta di pochissimo gasolio: gli bastano, in media, poco più di cinque litri per percorrere 100 chilometri. La gamma motori, nel corso degli anni, si amplia con l’ingresso, tra gli altri, del 1.9 SDI aspirato da 68 CV e del 1.8 20V Turbo da 150 CV.
LA STATION DEI RECORD - Anticipata da una bella concept car al salone di Francorte del 1997, la Skoda Octavia Combi con carrozzeria station wagon vede le luci della catena di montaggio nel febbraio dell’anno successivo. Per realizzare le fiancate, formate da un unico pezzo di lamiera imbutita, viene allestito un reparto di stampaggio da record: il solo stampo, il più grande mai costruito fino a quel momento dalla Skoda, pesa 63 tonnellate. Sei millimetri più lunga, 26 più alta e, a seconda delle versioni, da 15 a 30 kg più pesante rispetto alla berlina, la Octavia Combi offre un bagagliaio spazioso e ben sfruttabile, con una capacità di 548 litri, che diventano 1.512 ribaltando lo schienale del divano posteriore. Il comfort e la versatilità fanno della Combi un modello di grande successo, tant’è che per soddisfare la domanda dei clienti, cresciuta nel 2001 dall’iniziale 15% al 40,5% della produzione complessiva, l’azienda costruisce una nuova linea di montaggio nello stabilimento di Vrchlabí.
A METÀ CARRIERA SI RIFÀ IL TRUCCO - Nel 2000 i designer riprendono in mano i disegni della Skoda Octavia e ne rinfrescano il look intervenendo solo su alcuni dettagli, come i proiettori, leggermente ingranditi, e i paraurti, un po’ più arrotondati nella parte inferiore e dotati di feritoie più ampie. Un’importante novità, sul fronte della sicurezza, è l’installazione dell’ESP, che interviene riducendo la coppia erogata dal motore o frenando le singole ruote ogni volta che un’apposita centralina legge un’improvvisa perdita del controllo del veicolo da parte del conducente.
SOGNANDO I RALLY - Ispirata al modello da competizione con cui la Skoda partecipa al Campionato del mondo rally, la Octavia RS debutta nel 2001 per intercettare il gusto della clientela più esigente in fatto di prestazioni. Equipaggiata con il 1.8 20V Turbo da 180 CV di derivazione Volkswagen, scatta a 0 a 100 km/h in 7,9 secondi e tocca i 235 km/h. La carrozzeria guadagna una buona dose di muscoli grazie ai paraurti più bombati, alle bandelle sottoporta e allo spoiler posteriore, mentre nell’abitacolo non mancano citazioni tipiche del mondo racing, come il volante sportivo a tre razze, la pedaliera in acciaio inox e i sedili, ridisegnati per contenere meglio il corpo del pilota e del passeggero anteriore nella guida veloce. La carriera della prima Skoda Octavia moderna prosegue con la versione Tour, che rimane in produzione anche dopo il lancio del modello di seconda generazione. Dal 1996 al 2010, anno del definitivo pensionamento, complessivamente dai cancelli di Mladá Boleslav e Vrchlabí escono 1.445.563 Octavia, di cui 973.071 con carrozzeria berlina e 472.492 station wagon. Un grande successo, per la Skoda, che con 25 anni fa, con la Octavia, ha gettato le basi per un futuro da protagonista nell’industria automobilistica.