SITUAZIONE IN MOVIMENTO - Secondo indiscrezioni provenienti da varie fonti, il 6 ottobre gli organismi competenti dell’Unione europea presenteranno una proposta di cambiamento dei
test effettuati per l’
omologazione dei nuovi veicoli per verificarne i consumi e le emissioni inquinanti. La cosa è in discussione da molto tempo, dato che il sistema attuale fornisce dati troppo lontani dai consumi e le emissioni che si hanno nell’
uso corrente dell’auto. Finora la riforma ha avuto difficoltà ad andare avanti, ma la vicenda delle emissioni dei diesel Volkswagen non conformi ai dati di omologazione (
qui per saperne di più) ha reso evidente la necessità di un rapido cambiamento.
LA SITUAZIONE ATTUALE - Oggi, e da molti anni, nell’Unione europea i test per misurare emissioni e consumi delle vetture vengono svolti secondo il cosiddetto ciclo NEDC (New European Driving Cycle, nuovo ciclo di guida europeo) che fu messo a punto nel 1970 e modificato nel 2000 con l’obiettivo di riprodurre in un test in laboratorio, sul banco a rulli, le condizioni di funzionamento di un’auto su strada.
CHE COSA È IL CICLO NEDC - Si tratta di una prova in cui l’auto viene posta con le ruote motrici sui rulli e fatta funzionare secondo modalità ben precise, per tempi e velocità simulate. Il ciclo intero è composto di quattro fase uguali della durata di 200 secondi, in cui l’auto compie ogni volta tre accelerazioni: la prima sino a 15 km/h, velocità che viene mantenuta per pochissimi secondi per poi calare a zero; la seconda sino 30 km/h (di nuovo mantenendo quest’ultima velocità per pochissimo e quindi tornare a “fermarsi”); la terza arrivando sino a 50 km/h. Dopo queste quattro fasi uguali ne segue una quinta più lunga in cui l’auto viene portata a 70 km/h (in un tempo inverosimile di 41 secondi) per poi decelerare sino a 50 km/h, quindi risalire a 70 km/h, e aumentare poi sino a 100 km/h e 120 km/h. Questa quinta fase viene effettuata una sola volta. Complessivamente il test NEDC dura 1.180 secondi, cioè 19 minuti e 40 secondi, per una percorrenza simulata di 11,023 km.
RIFORMA PER IL 2017 (SI SPERA) - I risultati del test NEDC è andato rivelandosi via via sempre più inadeguato per dare un’idea corretta dei consumi e delle emissioni delle automobili. In pratica serve solo come misura di raffronto tra i diversi modelli, ma al consumatore fornisce un quadro dei consumi non rispondente alla realtà in cui poi la vettura viene usata. Chiunque al momento di guidare la propria auto che dichiara un certo consumo, deve constatare che il consumo pratico è superiore, e la cosa vale anche per le emissioni. Da questa situazione è nata l’istanza di cambiare il ciclo di rilevamento, cosa che dovrebbe succedere presto. Con la presentazione il 6 ottobre della nuova proposta inizierà l’iter di approvazione da parte delle autorità europee per poi arrivare all’adozione in tutti i paesi membri. La data prevista per l’entrata in vigore della nuova norma è il 2017.
LA PROPOSTA ALTERNATIVA - Per sostituire il ciclo NEDC si parla molto del ciclo WLTP (Worldwide harmonized Light vehicles Test Procedures) scaturito da un lavoro internazionale che ha coinvolto le autorità competenti europee, quelle del Giappone e dell’India; il tutto sotto l’egida e il patrocinio dell’UNECE (Union Nations Economic Commission of Europe). Anche in questo caso si tratta di uno schema basato solo sui rilevamenti sul banco a rulli. I tempi del test e il dettaglio delle sue varie fasi però danno luogo a un quadro che è presentato come più rispondente all’uso reale delle vetture.
IL CICLO WLTP - Il ciclo WLTP cerca una maggior affidabilità anzitutto prevedendo cicli di rilevamento specifici a seconda delle caratteristiche della vettura in termini di rapporto peso/potenza. Le categorie previste sono tre: la Classe 1 comprende le auto fino a 22 kW per 1.000 kg di peso; la Classe 2 va da 22 a 34 kW/1.000 kg; la Classe 3 riguarda i veicoli oltre i 34 kW/1.000 kg. Quanto al ciclo di rilevamento il sistema WLTP prevede fasi più articolate e dettagliate, così che sono diverse anche le durate dei tre test previsti (uno per ogni classe di rapporto peso/potenza). Per ogni ciclo sono previste dettagliate modalità relativamente alle soste da effettuare, la velocità delle diverse fasi (56,5 km/h nei tratti a bassa velocità, 76,6 km/h alla velocità intermedia, 97,4 km/h alla velocità alta e 131,3 km/h per l’altissima velocità), la velocità media, l’accelerazione.
DIVERSE CLASSI - Per la Classe 1 è prevista una durata di 17 minuti, con due fasi di funzionamento: 589 secondi a bassa velocità e 433 secondi a velocità intermedia; il tutto per una percorrenza di 8,091 km. Per la Classe 2 la durata è di 24 minuti e 40 secondi, suddivisi in tre fase: 589 secondi a bassa velocità, 433 secondi a media velocità e 455 secondi alta velocità. Tutto per una percorrenza di 14,66 km. Per la Classe 3 la durata del ciclo è di 30 minuti, suddivisi in quattro fasi: 589 secondi bassa velocità, 433 secondi media velocità, 455 secondi e alta velocità, 323 secondi ad altissima velocità. Tutto per una percorrenza di 23,262 km.
C’È CHI VUOLE IL TEST SU STRADA - Va però detto che oltre alla possibilità che venga adottato il ciclo WLTP c’è anche l’ipotesi - ed è forte l’istanza perché ciò avvenga - che sia introdotto un sistema che tenga conto delle condizioni reali di guida, secondo il criterio detto RDE (Real Driving Emissions) che prevede l’installazione sulla vettura della complessa attrezzatura di analisi dei gas per rilevare le emissioni durante la marcia dell’auto.
NEGLI USA ALTRO SISTEMA - Val la pena aggiungere che tutto questo per quanto riguarda l’Unione europea, mentre negli Stati Uniti vige un’altra regolamentazione, chiamata FTP, Federal Test Procedure, messa a punto dall’EPA (Environmental Protection Agency) cioè l’ente che ha scatenato la vicenda Volkswagen riscontrando l’anomalia del software che modificava la regolazione del motore a seconda se la vettura stesse effettuando i test di rilevamento delle emissioni o invece stesse marciando per strada. Anche il sistema FTP si basa su test su banco a rulli.
IL NOCCIOLO DELLA QUESTIONE - La definizione di una nuova procedura per i test e della normativa in materia di emissioni è il passo fondamentale per arrivare ad avere un quadro affidabile per l’ambiente e per il consumatore, che solo così potrà sapere che cosa compra. Elemento essenziale della futura normativa dovrà essere l’affermazione esplicita e non aggirabile che non possono mai essere modificate le regolazioni con cui l’auto è sottoposta ai test di rilevamento per l’omologazione. Perché in fondo tutta l’enorme e squassante vicenda Volkswagen è nata per l’ambiguità di una norma secondo cui la rispondenza dei veicoli agli standard richiesti viene verificata attraverso determinati test sul banco a rulli senza preoccuparsi di chiarire che cosa è lecito che succeda una volta terminati i test. E l’esperienza ha mostrato che l’elettronica è in grado di modificare agevolmente le cose. Così che ai test di legge l’auto risponde sempre in maniera regolare, per poi funzionare diversamente quando è su strada.