UNA NOTA POSITIVA - Lunedì 23 novembre Matthias
Müller (
nella foto), il capo esecutivo del gruppo
Volkswagen, ha presieduto un meeting di manager del gruppo per parlare delle prospettive conseguenti alle vicende delle emissioni irregolari di milioni di auto prodotte (
qui per saperne di più). Come riporta l'agenzia
Reuters, l’esordio di Müller è stato tranquillizzante: “Gli sforzi necessari sono tecnicamente, meccanicamente e finanziariamente
gestibili. La vicenda è a uno sviluppo positivo”.
COSTI MENO PESANTI DEL TEMUTO - Si tratta di una affermazione importante (e impegnativa) perché notoriamente diversi analisti economici hanno indicato in circa 40 miliardi di euro il “conto” complessivo di tutta la questione. Cioè tenendo conto delle sanzioni che arriveranno probabilmente dalle autorità statunitensi, dei costi necessari per le operazioni di richiamo volte a portare a norma le auto irregolari, e infine i costi delle possibili cause intentate da clienti che ritengono di essere stati raggirati. Da parte della casa sono già stati accantonati 6,7 miliardi per far fronte ai costi relativi alle emissioni di NOx irregolari dei motori turbodiesel e di altri 2 miliardi per la vicenda degli scarichi di CO2 non corretti.
INTERVENTI APPROVATI - Di fronte a questo scenario Müller ha però potuto dire che la casa ha già il benestare del KBA, l’organismo ministeriale tedesco che si occupa dei trasporti, per il programma di interventi da compiere per regolarizzare i veicoli con motore turbodiesel 1.6 e 2.0 fuori norma. La proposta delle misure da prendere per le auto con il propulsore 1.2 sarà presentata nei prossimi giorni. Secondo quanto detto da Müller nel caso dei turbodiesel di minor cilindrata il problema è risolvibile più semplicemente con un aggiornamento del software di gestione dei motori.
SOLUZIONI PIÙ FACILI DEL PREVISTO - L’approccio ottimista di Müller si basa molto proprio sulle prospettive di questi interventi tecnici, cioè i costosi richiami che tutte le marche del gruppo Volkswagen dovranno attuare. I tecnici della Volkswagen hanno infatti appurato che le operazioni per portare a norma i motori con il software incriminato sono meno complessi di quanto temuto. C’è infatti bisogno di modificare il software e di apportare una modifica non complicata di tipo “hardware”, secondo quanto affermato da Müller. “Le previsioni che davano come necessari cambiamenti sostanziali nei motori si sono rivelate sbagliate”. C’è comunque da dire che a questo approccio senz’altro positivo Müller non ha accompagnato informazioni sugli esiti delle modifiche in materia di consumi e prestazioni. Müller ha anche parlato delle iniziative per arrivare al completo chiarimento di quanto successo, affermando che il lavoro da compiere è ancora molto e richiederà diversi mesi. Ciò perché “si tratta di processi molto complessi che in parte risalgono a tempi lontani”.