ATTEGGIAMENTO DIVERSO - La casa tedesca ha
respinto la seconda
accusa mossa dagli organismi americani per la protezione dell’ambiente (EPA); quella secondo cui, oltre i propulsori turbodiesel 4 cilindri 1.6 e 2.0, anche i
motori a gasolio
3.0 V6 di Volkswagen, Audi e Porsche sarebbero dotati di software illegali che alterano le emissioni in fase di omologazione rispetto al normale uso su strada (
qui la news).
QUANTI SONO IN EUROPA? - Le auto interessate da questa seconda accusa negli Usa sono circa 10 mila, tra Volkswagen, Audi e Porsche. La Volkswagen ha confermato all’agenzia Reuters che anche gli esemplari venduti sul mercato europeo sono equipaggiati con il sistema di software impiegato per la produzione destinata agli Usa. La casa tedesca non ha però comunicato quante vetture con questi dispositivi sono state vendute in Europa. Si calcola comunque che si tratti di circa 200 mila auto.
NESSUNA AMMISSIONE - Se nel caso dei motori più piccoli EA 189 c’è stata la clamorosa ammissione di colpa che ha indicato come irregolari circa 11,5 milioni di veicoli nel mondo, con i motori più grandi la reazione è stata completamente diversa. In questo caso la casa tedesca non ammette alcuna responsabilità, affermando che tutto è regolare. In pratica la Volkswagen nega ogni aspetto manipolatore o truffaldino spiegando che nel caso dei turbodiesel V6 3.0 i software incriminati (aggiuntivi a quello principale) hanno una funzione di salvaguardia del motore stesso, in particolare nelle fasi di avviamento quando il motore è ancora freddo.
OBBLIGO DI INFORMARE LE AUTORITÀ - Va però detto che nel documento di notifica di violazione delle regole sui motori V6 3.0, l’EPA (l’agenzia statunitense per la protezione dell’ambiente) aveva sottolineato come la normativa esistente imponga ai costruttori di comunicare in sede di omologazione se la vettura in questione è dotata di software aggiuntivi per la gestione del motore. Cosa che la Volkswagen non ha fatto.
TESI COMPLETAMENTE OPPOSTA - Secondo la Volkswagen i software in questione (definiti AECD: auxiliary emission control devices) “non alterano i livelli di emissione, ma nelle partenze a freddo consentono che il catalizzatore raggiunga rapidamente la temperatura di funzionamento e avvii così il processo di “pulizia” delle emissioni”. Inoltre i software in questione permettono di preservare i sistemi di trattamento dei gas.
ALTRE SPIEGAZIONI - Da parte delle autorità americane però la posizione pare decisa. Mary Nichols, presidente dell’ufficio californiano per la qualità dell’aria ha dichiarato che effettuando i test di controllo è stato più volte constatato che le auto in questione facevano registrare emissioni perfettamente regolari per poi averle molto più elevate un paio di secondi dopo la fine del ciclo di rilevamento del test di omologazione. “È impossibile spiegare la cosa in altro modo che non sia legato al software di controllo del motore”.
FERMATE LE VENDITE NEGLI USA - Da notare che in seguito alle nuove accuse, la Porsche Nord America ha sospeso la vendita della Cayenne tubodiesel, così come l’Audi ha bloccato le consegne negli Stati Uniti dei modelli A6, A7, A8 e Q equipaggiati con lo stesso V6 3.0 a gasolio.