Il Tridente nel Dna
Nel disegnare la nuova
Maserati Ghibli, il team di Lorenzo Ramaciotti si è ispirato alla gloriosa A6GCS/53 degli anni 50: una biposto da gara che alla carrozzeria affusolata abbinava quattro parafanghi molto sporgenti, di stile motociclistico. E ovviamente l’inconfondibile grande mascherina con il Tridente al centro. Con le varianti del caso, questi elementi sono ben riconoscibili nella nuova berlina che si appresta a sfidare le varie BMW Serie 5, Mercedes Classe E e Audi A6. La “sorella” minore della Quattroporte (è lunga 497 cm, cioè 27 in meno dell’ammiraglia modenese da poco presentata) sarà dotata anche di un motore turbodiesel, il V6 sviluppato dalla Maserati sulla base del “tremila” della VM di Cento (FE) che ne curerà anche la produzione.
Nasce in Piemonte
La nuova Maserati Ghibli sarà prodotta nel nuovo stabilimento di Grugliasco, in provincia di Torino, insieme alla Quattroporte. Con quest’ultima condivide i motori a benzina, due V6 biturbo a iniezione diretta da 330 e da 410 CV sviluppati a Modena e prodotti dalla Ferrari. In comune, anche il sistema di trazione integrale permanente Q4, il cambio automatico a otto marce ZF e il sistema di sospensioni, anche se quelle della Ghibli hanno una taratura che privilegia la sportività. Gli ammortizzatori a controllo elettronico Skyhook consentono di non perdere nulla in fatto di comfort.
Comoda, ma sportiva
Se l’abitacolo, con la plancia divisa in due parti (quella destinata al “pilota” e quella per il passeggero anteriore) non manca di sportività ed eleganza, la sua ampiezza è all’altezza delle rivali. Il comfort è buono anche per chi siede dietro, anche se (a differenza della Quattroporte) la nuova Maserati Ghibli non è fatta per farsi portare “a spasso” dall’autista ma è tutta da guidare e può regalare sensazioni forti, a partire da quando si avvia il motore: il tipico timbro Maserati è sommesso, ma alla prima accelerazione (o premendo il tasto Sport) si fa graffiante (nella versione diesel, tra l’altro, sono stati abbinati ai due scarichi una coppia di amplificatori attivi che esaltano alcune frequenze e ne tagliano altre per ottenere una sonorità più accattivante).
Pronti, via
Partiamo per il nostro test, a bordo della Maserati Ghibli S Q4 (nel numero di alVolante in edicola dal 10 luglio potrete, invece, trovare la prova della versione a gasolio) nell’accattivante colore Blu Emozione (circa 1.200 euro): un’altra novità per la gamma Maserati. Questa versione ha la potenza della Ghibli S, 410 cavalli, ma è l’unica dotata di trazione integrale. Sfiorando il gas la nuova Maserati Ghibli non impensierisce neppure il meno esperto dei guidatori, ma premendo a fondo l’acceleratore si dà sfogo ai tantissimi cavalli che scalpitano sotto il cofano: l’accelerazione è da togliere il fiato (la casa dichiara uno “0-100” di 4,8 secondi, e una velocità massima di 284 km/h). Ma è tra le curve che la Ghibli dà il meglio di sé evidenziando una prontezza negli inserimenti e un’agilità sul misto da fare invidia a una coupé. Buono il comfort in modalità “normale”, che al rombo più discreto abbina una taratura degli ammortizzatori più soffice che in “sport”. Questi ultimi si possono irrigidire ulteriormente con un tasto specifico, ma in quel caso sui fondi sconnessi l’auto sobbalza parecchio.
Può ancora migliorare
Preciso lo sterzo della Maserati Ghibli, però un po’ pesante anche a bassa velocità (la servoassistenza idraulica si riduce al crescere dell’andatura): ok per una sportiva, ma almeno in modalità normale poteva essere alleggerito. Invece, la taratura della servoassistenza idraulica non varia rispetto alla modalità sport. Potentissima la frenata, che dà sempre una sensazione di grande fiducia. A proposito di sicurezza, va detto che, se non mancano i sette airbag e i sedili anteriori con poggiatesta attivi anti-colpo di frusta, pesa l’assenza dei moderni sistemi di assistenza alla guida ormai comuni tra le vetture di questo segmento: come il cruise control adattivo o il radar che segnala eventuali veicoli non visibili nell’angolo morto degli specchietti. I tecnici di Modena però ci assicurano che questa lacuna sarà presto colmata. Già di serie invece la telecamera posteriore, indispensabile vista la scarsa visibilità dal lunotto che non è piccolo, ma parecchio inclinato.
Secondo noi
Pregi
> Cambio. L’automatico a otto marce prodotto dalla ZF è fulmineo, soprattutto in modalità Sport
> Motore. Sa essere fluido o “rabbioso”, a seconda di quel che gli si chiede. Accattivante il rombo.
> Stile. Come la Quattroporte, la nuova berlina sa distinguersi anche in fatto di estetica.
Difetti
> Sistemi di ausilio alla guida. Mancano all’appello dotazioni ormai diffuse come il cruise control adattivo. La casa assicura che sta provvedendo…
> Sterzo (a bassa velocità). Nell’uso in città avremmo preferito uno sterzo un po’ più leggero (almeno in modalità normale).
> Visibilità posteriore. Dal lunotto si vede poco. In manovra rimedia la telecamera posteriore.