È cresciuta, ma pesa meno
Cambiamento netto per la berlina media: la nuova
Mercedes Classe C, più lunga di 10 centimetri (469 in totale) e più larga di quattro (181) rispetto a quella che sostituisce, ha forme più “morbide” e un maggiore slancio, ottenuto con l’arretramento dell’abitacolo, l’accorciamento della coda e l’avanzamento delle ruote anteriori. Sfoggia una bella grinta, anche se meno sfacciata di quella che esibisce la CLA, la coupé a quattro porte, simile per dimensioni, che deriva dalla Classe A e ha la trazione anteriore invece che posteriore. Anche a livello tecnico le novità sono degne di nota: l'uso esteso dell'alluminio per la carrozzeria (ora pari al 48%, prima era del 9%) ha consentito di guadagnare circa 100 kg, nonostante le maggiori dimensioni.
Molto ben fatta
Anche in questi primissimi esemplari, gli interni della Mercedes Classe C sono perfettamente assemblati: la precisione millimetrica degli accoppiamenti è un segno distintivo. Le plastiche, morbide e ben lavorate, l’impianto hi-fi, caratterizzato dalle griglie metalliche degli altoparlanti che sembrano lavorate da un orafo, e gli ampi inserti in alluminio spazzolato danno un'impressione immediata di ricchezza. Inoltre, sono ben abbinati con la consolle in tinta nera lucida e al disegno elaborato ma ben equilibrato della plancia, con le cinque bocchette del “clima” e lo schermo centrale separato dal cruscotto: che, in questa Premium, è di 8,4 pollici e include il navigatore (rapido e preciso nel fornire le informazioni) e la radio con lettore dvd e hard disk da 80 GB. Gran parte dei comandi si aziona con lo scenografico “mouse” a sfioramento (o con la rotella sottostante), e così i tasti che restano sono pochi (e facili da azionare), a tutto vantaggio anche della “pulizia” visiva della consolle. Il freno a mano ora è elettronico, comandato da una levetta nascosta sotto la plancia, a sinistra del guidatore: irraggiungibile, in caso d’emergenza, dal passeggero. In assoluto, non si può dire che la Mercedes C 220 CDI sia poco accogliente: quattro persone di alta statura stanno comode (anche se, dietro, non c’è tanto da allungare le gambe). Tuttavia, viaggiare in tre sul divano è già più difficile: il tunnel è massiccio, lo spazio in larghezza limitato. Apprezzabile, invece, il bagagliaio: la capacità (480 litri) è all’altezza delle migliori rivali, le finiture sono abbastanza accurate e si può avere (a 201 euro) l’Easy box, l’utile portaoggetti estraibile e ripiegabile ancorato nella parte sottostante alla cappelliera. Per lo schienale in due parti reclinabili servono 354 euro, per la chiusura automatica 366.
Agilità sorprendente
Tramite un bilanciere sulla consolle della Mercedes Classe C si può comandare l'Agility Select, un sistema che consente di variare la risposta di motore, cambio, sterzo e “clima” in quattro modalità (Eco, Comfort, Sport e Sport+) per privilegiare di volta in volta i consumi, la comodità o la reattività della vettura. Le variazioni sono percepibili, ma (giustamente) non esasperate, e in ogni caso la vettura rimane molto gradevole da guidare: ha uno sterzo progressivo e preciso, oltre a una notevole rapidità e fluidità nel cambiare traiettoria, mentre la capacità di assorbire lo sconnesso è abbastanza buona. In proposito, ricordiamo che le Premium hanno le sospensioni sportive, irrigidite e ribassate di 1,5 cm; chi vuole viaggiare "sul velluto" scelga le Executive o le Exclusive, decisamente più morbide. Il 2100 biturbodiesel da 170 cavalli è sempre pronto e progressivo e, pur senza “allungare” molto (arriva al massimo a 4200 giri), spinge con convincente vigore la Mercedes C 220 CDI Automatic: non stupisce che la casa dichiari prestazioni notevoli, quali 7,8 secondi nello “0-100” e 233 chilometri orari di punta massima. Inoltre, questo quattro cilindri dovrebbe consumare poco: alla fine del test, nel cruscotto abbiamo letto 17 km/litro. A questo motore dobbiamo però rimproverare un rumore un po' troppo “ruvido” alle basse velocità, che stona su un'auto così raffinata; in autostrada, invece, praticamente non si sente, e il notevole comfort è garantito anche dall'assenza di fruscii aerodinamici evidenti. Note positive anche dal cambio: un automatico con sette marce, rapido e quasi sempre morbido nei passaggi di rapporto.
Sicurezza in primo piano
La Mercedes Classe C è già ordinabile ( i primi esemplari si vedranno nelle concessionarie a giorni). I prezzi partono dai 32.553 euro della C180 BlueTec (1.6 turbo a gasolio da 116 cavalli) in allestimento Business, per arrivare ai 48.210 della C220 BlueTec (2.1 biturbodiesel con 170 CV) Automatic Premium del test. Ma sono in arrivo anche le versioni 250 CDI (204 cavalli, solo con cambio automatico, a partire da 45.340 euro nell'allestimento "base" Executive) e 300 BlueTEC Hybrid (il 2.1 a gasolio da 204 cavalli è abbinato a un motore elettrico, per 231 complessivi). La dotazione della Premium include il “clima” automatico bizona, i cerchi di 18”, i fari interamente a led e gli specchi regolabili e ripiegabili elettricamente (oltre al navigatore, come già detto). Inoltre, sono di serie il rilevatore di stanchezza del guidatore e l'avviso di distanza di sicurezza insufficiente (con frenata automatica se chi è al volante non reagisce per tempo), e si possono avere molti accessori davvero interessanti per la sicurezza. Citiamo il pacchetto di assistenza alla guida: 2.562 euro per avere, tra l'altro, il cruise control attivo, il sistema che evita l'abbandono involontario della corsia e la frenata automatica anche in caso anche di attraversamento di pedoni o veicoli che arrivano da una via laterale. Davvero notevole. Ma, dato il prezzo, le "misure" e la caratura dell'auto, lascia perplessi dover pagare a parte i sensori di parcheggio (891 euro) o la telecamera di retromarcia (488).
Secondo noi
PREGI
> Dotazione di sicurezza. Oltre a quanto fornito di serie, ci sono molti optional “elettronici” innovativi e utili.
> Finiture. Soddisfano appieno per la qualità dei materiali e la cura nelle lavorazioni.
> Guida. L'auto abbina una notevole agilità a una gradevole sensazione di sicurezza e controllo.
DIFETTI
> Freno a mano. Il comando è inaccessibile, in caso d’emergenza, a chi non conosca bene l'auto.
> Ruvidità motore. Alle basse velocità, si percepisce chiaramente che il 2.1 va a gasolio.
> Sensori di parcheggio. Potevano essere di serie, date le dimensioni e il prezzo dell'auto.