Innovativa no, elegante sì
La nuova
Volkswagen Tiguan è una suv media dalle forme non rivoluzionarie, ma equilibrate, che sarà presentata ufficialmente nelle concessionarie italiane nei weekend del 14-15 e del 28-29 maggio; gli ordini sono già aperti da un paio di mesi. Noi di alVolante avevamo già guidato in anteprima la suv tedesca sulla neve (
qui per saperne di più): adesso abbiamo potuto testare, in condizioni atmosferiche più clementi, la TDI con 190 cavalli, e abbiamo informazioni definitive sulla gamma e sulla dotazione.
La 1.6 diesel da 28.750 euro
La nuova Volkswagen Tiguan è in vendita con un solo motore a benzina, abbinato alla trazione anteriore: il 1.4 turbo, nelle versioni da 125 e da 150 cavalli (quest'ultimo con cambio robotizzato a doppia frizione DSG), a prezzi che partono da 27.550 euro. L'offerta è molto più ampia per le diesel: già a listino da qualche mese ci sono le 2.0 TDI da 150 e 190 cavalli, dai 32.550 euro della “base” ai 41.400 della versione più potente, con quattro ruote motrici e cambio DSG (l'auto del nostro test). Tra fine giugno e inizio luglio, però, inizieranno le consegne anche della 2.0 BiTDI (biturbo da 239 cavalli), con allestimento sportivo specifico R-line, proposta a 45.500 euro, e della versione forse più interessante per il mercato italiano: la 1.6 a gasolio con 115 CV, solo a trazione anteriore e con cambio manuale, a partire da 28.750 euro.
Non sono “povere”, ma costano
Già l'allestimento “base” (Style) include molti più accessori di quanto sia strettamente necessario; tuttavia, dato che l'auto non costa poco rispetto ad altre suv e crossover similari per dimensioni e potenza, il rapporto dotazione/prezzo non è un punto di forza. Tutte le Volkswagen Tiguan hanno di serie sette airbag (anche quello per le ginocchia del guidatore), l'avviso anti-colpo di sonno, la radio con display a sfioramento di 8”, Bluetooth e AppConnect (per replicare il funzionamento del proprio smartphone sullo schermo dell'auto). Non mancano, poi, il “clima” automatico con bocchette regolabili nella portata e nella temperatura pure per i posti posteriori, i sensori di parcheggio davanti e dietro, i cerchi in lega di 17”, gli specchietti sbrinabili, il cruise control e la frenata automatica d'emergenza in città (anche in caso di attraversamento di pedoni). Le Business (a parità di meccanica, 1.100 euro in più delle Style) hanno anche il cruise control con regolazione automatica della distanza di sicurezza, il navigatore e le barre sul tetto; le Executive (altri 1.100 euro extra) aggiungono il cruscotto interamente digitale, i cerchi in lega di 18”, i sedili sportivi, i fari bi-led e gli specchietti reclinabili elettricamente. Ma per avere il navigatore (e i fari bi-led con una striscia superiore di diodi luminosi) serve il pacchetto Tech: 1.300 euro in più.
Super finiture. E qualche distrazione
L'abitacolo della Volkswagen Tiguan, molto arioso e caratterizzato dalle sedute decisamente rialzate, ha una plancia “tutta spigoli” che ospita nella consolle lo schermo dell'impianto multimediale e i comandi del “clima”, con tasti piccoli e scritte minuscole. Servono pazienza e buona memoria anche per imparare a gestire i pulsanti sulle razze del volante, mentre le spie del lunotto termico e dei fendinebbia, inserite nei relativi pulsanti, non sono facilmente visibili. Ben leggibile, invece, il moderno cruscotto digitale di 12,3 pollici, che ripropone al centro le mappe del navigatore (la vettura del test montava quello più raffinato, Discover Pro, che ha anche un hard disk interno e il lettore per cd e dvd, ma costa ben 1.980 euro). Quanto alle finiture, sono decisamente accurate: tutto è realizzato con materiali gradevoli e montato con estrema precisione, mentre i portaoggetti sono ampi e numerosi (anche se le tasche nelle porte anteriori hanno l'apertura piccola in rapporto alla loro estensione, il che rende facile dimenticarvi qualcosa).
Spazio ok, praticità pure. O quasi
Nella Volkswagen Tiguan anche cinque adulti possono viaggiare bene (pur se il massiccio tunnel centrale dà fastidio a chi siede dietro al centro), e c'è ampio spazio per i bagagli. Il baule ha una capacità minima di 520 litri; spostando in avanti il divano si arriva a 615, ma in questo modo nel pavimento del vano di carico si apre una fessura che “inghiotte” gli oggetti più piccoli, che poi rischiano di incastrarsi sotto il divano. Il vano, comunque, è ottimamente rifinito e dispone di comode levette per abbassare lo schienale “a distanza”; utili anche il divano in tre parti reclinabili e il sedile anteriore destro con schienale abbassabile, per caricare oggetti lunghi fino a 260 cm. La soglia di accesso, a 74 cm da terra, non è molto comoda, mentre per avere il portellone con apertura e chiusura elettriche automatiche (anche senza mani, facendo scorrere un piede sotto il paraurti) serve il pacchetto Easy Open, a 770 euro (assieme al sistema di apertura delle porte e avviamento del motore senza chiave).
In strada va alla grande
La nuova suv Volkswagen Tiguan utilizza la piattaforma modulare MQB, che ha debuttato con la Golf nel 2013 e che da allora viene adottata per i nuovi modelli medi e medio-grandi con motore trasversale prodotti dal gruppo tedesco; la vettura riprende poi il resto della meccanica dalla più grande Passat. Le sospensioni anteriori sono di tipo McPherson e le posteriori multibraccio, mentre la trasmissione integrale 4Motion si basa su una frizione multidisco a comando elettroidraulico (tipo Haldex) che, chiudendosi, in caso di necessità invia una percentuale della spinta del motore anche alle ruote posteriori. Nel precedente test avevamo potuto apprezzare la sicurezza di comportamento sulla neve e, in generale, sui fondi a bassa aderenza. Adesso, possiamo dire che su asfalto asciutto l'auto si comporta molto bene: lo sterzo è particolarmente preciso e “fluido”, con un ritorno ben tarato; il rollio in curva è molto ridotto e l'aderenza elevata. C'è da dire, al proposito, che la vettura del test aveva le maxi-ruote di 20” optional (1.400 euro) che migliorano sia l'estetica sia il comportamento dinamico. L'assorbimento dello sconnesso, in compenso, non è “vellutato” (ma resta più che accettabile).
È veloce, ma non lo fa vedere
Il 2.0 è progressivo, regolarissimo e praticamente non trasmette vibrazioni, ma 190 cavalli non bastano per regalare una grinta da sportiva; le prestazioni, seppur notevoli (i 7,9 secondi nello “0-100” e i 212 km/h di punta dichiarati ci sono parsi alla portata della vettura sulle strade e autostrade tedesche) vengono fornite “in souplesse”, grazie anche al cambio a doppia frizione che “snocciola” i suoi sette rapporti con notevole dolcezza e rapidità. La settima consente di viaggiare a 130 km/h a 2150 giri: un regime di tutto riposo, al quale il motore praticamente non si sente. Un po' di disturbo, invece, arriva dai fruscii dell'aria (probabilmente causati dai grandi specchietti). In attesa di una prova precisa con i nostri strumenti di misura, il giudizio sui consumi resta invece sospeso: già il dato ufficiale (17,9 km/litro) non è dei migliori, e il valore letto nel computer di bordo alla fine del nostro giro di prova (con qualche tratto affrontato con brio, ma per la gran parte del tempo ad andatura tranquilla) è stato di 12 km/litro, non proprio granché.
Secondo noi
Pregi
> Cambio. Il “doppia frizione” è molto valido per rapidità e dolcezza di funzionamento.
> Finiture. I materiali sono di buona qualità e tutto è montato con grande cura e precisione. Fuori e dentro.
> Guida. Lo sterzo è molto preciso, il rollio ridotto, l'aderenza elevata.
> Spazio. Nell'abitacolo si sta comodi, mentre lo spazio per i bagagli è notevole e modulabile a piacimento.
Difetti
> Comandi. Non tutti sono di facile utilizzo e nella posizione corretta.
> Dettagli interni. Il divano scorrevole e le tasche anteriori sembrano fatti apposta per “inghiottire” i piccoli oggetti.
> Dotazione. Non è scarna, ma dato il prezzo si potrebbe pretendere di meglio.
> Fruscii. A velocità autostradale, il rumore dell'aria sulla carrozzeria si sente distintamente nell'abitacolo.