In occasione della tappa italiana del campionato mondiale di Formula E presso il circuito di Misano Adriatico abbiamo partecipato a una tavola rotonda con il ceo del gruppo Stellantis, Carlos Tavares, l’amministratore delegato di Maserati, Davide Grasso, e il responsabile motorsport di Stellantis, Jean-Marc Finot (insieme nella foto qui sotto).
Il tema? I piani del Gruppo nel motorsport, che attualmente è impegnato con la Peugeot nel WEC e con DS e Maserati nella Formula E. Queste le parole di Tavares: “La Maserati ha le corse nel suo DNA, quindi, la partecipazione al campionato di Formula E deve essere considerata naturale e riflette l'impegno della Maserati verso l'innovazione, le prestazioni, il lusso e il design italiano, anche nell'era dell’auto elettrica. La strategia è quella di rimanere competitivi nel settore, sfruttando le occasioni di marketing offerte dal campionato mondiale di Formula E. Quest'anno abbiamo mostrato progressi significativi in termini di prestazioni, vincendo già una gara (l’ePrix di Tokyo)”. Il dirigente portoghese sottolinea inoltre come, con il crescere delle prestazioni delle monoposto di Formula E sia normale il passaggio dalle città ai circuiti più tradizionali, come quello di Misano Adriatico.
Si è parlato anche di un possibile ritorno della Lancia nel suo terreno prediletto, il mondo dei rally. “La Lancia potrebbe tornare nel mondo del rally quando ci saranno le condizioni di sostenibilità economica per farlo”.
E Alfa Romeo? L’uscita del Biscione dalla Formula 1 ha lasciato un “buco”, che, tuttavia, potrebbe essere presto colmato. Tavares ha infatti lasciato intendere che potrebbe tornare nel motorsport, anche se non si è sbilanciato sulla competizione alla quale parteciperà. Il ceo ha poi ribadito l’importanza del marchio all’interno del Gruppo: “Amiamo le auto e vogliamo fare auto amate dagli appassionati. L’Alfa Romeo 33 Stradale rappresenta un esempio di quello che possiamo fare. È un’auto stupenda, ma è nostro compito gestire il marchio anche in termini di margini e di ritorno economico, altrimenti sarebbe impossibile costruire vetture sportive”.