GEMELLA MA DIVERSA - Fra le berline high-performance alla tedesca la BMW M5 vanta la storia più prestigiosa, basata su un’evoluzione tecnica costante e sempre al passo coi tempi. Condivide le forme eleganti con la Serie 5 della quale è quasi gemella e dalla quale si distingue solo per alcune leggere differenze, come le ampie prese d’aria sotto la calandra, le fiancate percorse da lunghe “minigonne” sottoporta, i cerchi di grande diametro con gomme di abbondante sezione e il diffusore d’aria posteriore affiancato da due grintose coppie di terminali di scarico.
FUOCHI D’ARTIFICIO - Attualmente la BMW M5 rappresenta il modello più potente e veloce (se dotato del pacchetto M Driver’s - 2.521 euro - che esclude l’autolimitazione della velocità a 250 km/h) dell’intera gamma BMW. Mosso da un potente V8 di 90° dotato di sistema di fasatura variabile delle valvole, e sovralimentato con una coppia di turbocompressori twin scroll (con collettori d’ingresso dei gas di scarico sdoppiati) adagiati fra le due bancate di cilindri, eroga la bellezza di 560 cavalli da 5750 a 7000 giri (53 in più di quelli erogati dal “vecchio” 5.0 V10); la notevole coppia massima di 680 Nm è espressa da 1500 a 5750 giri. Da supercar sportiva le prestazioni che abbiamo rilevato: da 0 a 100 km/h in appena 4,3 secondi, da 0 a 200 in 12,5 secondi, e più di 306 km/h effettivi di velocità massima.
PERSONALITÀ SU RICHIESTA - Il motoredella BMW M5 è affiancato da un sofisticato e velocissimo cambio robotizzato M DKG Drivelogic a doppia frizione e a sette marce, che permette di sfruttare al meglio l’esuberanza del motore, mentre l’impianto frenante è basato su dischi autoventilanti con pinze anteriori a sei pistoncini. La coppia viene trasmessa alle ruote posteriori della BMW M5 col differenziale autobloccante attivo M, a intervento variabile dallo 0 al 100%. Da segnalare che l’acceleratore, le sospensioni, lo sterzo e la trasmissione possono essere regolati su tre differenti modalità di risposta per adattarli allo stile di guida del pilota o al tipo di percorso affrontato.
TAGLIATA SU MISURA - Nell’abitacolo della BMW M5 c’è proprio tutto: specialmente, eleganza e tanta qualità. Inoltre, a una ricca dotazione di serie (“clima” a quattro zone, sensori di parcheggio davanti e dietro, navigatore con display di 10,2” e cruise control autoregolante) si affiancano sfiziosi optional quali il BMW Night Vision (2.118 euro) che aiuta nella guida di notte, l’Head Up Display (1.412) e i dispositivi che avvisano del cambio accidentale di corsia (524) o se sopraggiunge un altro veicolo in fase di sorpasso (635). Il volante, registrabile elettricamente, e i sedili (rivestiti in pelle pregiata e dalla marcata sagomatura), dotati di un incredibile numero di regolazioni elettriche, permettono di trovare rapidamente la posizione di guida ideale.
SOLO PER PILOTI ESPERTI - La cosa più sorprendente della potentissima BMW M5 è la disinvoltura con la quale si lascia guidare. Sì, ma fino a un certo punto. Se non si dispone, infatti, di una strada sufficientemente ampia davanti e bene evitare di trastullarsi troppo con l’acceleratore: anche senza premere a fondo il pedale si scarica a terra un gran numero di cavalli, che rendono impegnativa la guida sportiva specie se si esclude l’efficace controllo elettronico della stabilità.
SVILUPPATA AL RING - Insomma, la BMW M5 va condotta con mestiere e decisione e non le va mai data troppa confidenza. Solo se si dispone di un certo bagaglio di esperienza (e di un po’ di “manico”) si può provare a sfruttare proficuamente la sua veemente tendenza al sovrasterzo, percorrendo le curve “a bandiera” per uscirne col motore bene in coppia in vista del rettilineo successivo. Collaudato (come il resto della vettura) lungamente al Nürburgring, il V8 della BMW M5 è inesauribile: ha una risposta fluida e quasi sorniona ai bassi regimi, ma spinge già con vigore da 2000 giri, per poi “esplodere” letteralmente, incollando al sedile, dai 4000 fino ai 7300 giri (quando interviene il limitatore). Nelle violente accelerazioni da fermo non ci siamo mai girati a guardare, ma si ha quasi la sensazione che, dietro, l’asfalto si arricci tutto…