NEWS

I costruttori di auto ora devono accelerare sull'energia verde

Pubblicato 03 maggio 2022

Prendendo ad esempio le case tedesche, si nota la loro forte dipendenza dalle fonti fossili che li espone caro energia e all’esigenza di smarcarsi dalle forniture russe.

I costruttori di auto ora devono accelerare sull'energia verde

DOPPIO FRONTE - Le case automobilistiche si trovano a dover affrontare diverse difficoltà, sul versante dell’energia e della sostenibilità, in un contesto aggravato dalla guerra in Ucraina. Sappiamo infatti che gran parte dell’elettricità prodotta deriva da fonti fossili e questa caratteristica sembra enfatizzarsi parlando dell’energia consumata dai principali Gruppi automobilistici tedeschi. Nel Paese i trasporti sono responsabili di circa il 30% del consumo energetico complessivo con l’industria che assorbe un altro 30% del totale. Alle difficoltà causate dall’aumento dei prezzi dell’energia nel post pandemia si sono aggiunte quelle dei cablaggi provenienti dall’Ucraina (qui per saperne di più) e l’ulteriore impennata dei prezzi dell’energia catalizzata dal conflitto.

LE FOSSILI? SONO TROPPE - Questa dipendenza dalle fonti energetiche fossili ha diverse ricadute negative, che vanno al di là della pura questione ambientale. I prezzi dell’energia rinnovabile sono infatti molto più stabili rispetto a quelli del gas e del petrolio e chi utilizza più rinnovabili risente meno degli aumenti dei prezzi dell’energia. I dati del Carbon Disclosure Project (CDP), pubblicati nel 2021 e basati sui dati forniti dalle società per il 2020 dati, riportano che Volkswagen dipendeva dalle fonti non rinnovabili per circa l'80% del proprio fabbisogno, più o meno come Mercedes, mentre BMW era a poco più del 60%. Si rileva però che circa la metà del 39,5% di energia rinnovabile usata da BMW era sotto forma di certificati energetici e non di energia rinnovabile effettivamente immessi negli stabilimenti. La produzione delle rinnovabili in loco, ossia negli stabilimenti, è stata marginale e pari all’1% per Volkswagen e ancor meno per Mercedes e BMW. Questi sono valori medi: Mercedes dichiara per esempio che i pannelli fotovoltaici sul tetto forniscono il 30% dell’energia consumata dall’impianto di Sindelfingen e che la quota di energia autoprodotta dal Gruppo dovrebbe arrivare al 15% entro il 2030. Reuters rileva che lo stabilimento BMW di Lipsia genera in loco il 20% dell'energia necessaria alla produzione tramite 4 generatori eolici. 

CAMBIAMENTI IN ATTO - I dati dell'agenzia per l'ambiente tedesca hanno mostrato che metà del fabbisogno energetico dell’industria nel 2020 proveniva da gas e carbone, gran parte dei quali proveniva dalla Russia. La situazione è anche peggiore per Bosch, il più grande produttore di componentistica automotive al mondo: il gruppo produce in loco solo solo l'1% circa del suo fabbisogno energetico globale, per lo più con impianti fotovoltaici in India; i programmi sono di arrivare al 5% entro il 2030. BMW ha invece comunicato che il suo nuovo stabilimento a Debrecen (Ungheria), nel quale verrà prodotta l'auto elettrica New Class, prevista per il 2025, sarà il primo al mondo che non userà energia da fonti fossili. Una quota significativa dell'elettricità usata nell'impianto sarà generata direttamente in loco e il resto proverrà quasi esclusivamente da fonti rinnovabili prodotte nella regione. È appena il caso di dire che per la sua Gigafactory vicino a Berlino (la produzione è iniziata da poco, qui la notizia), così come per le altre, Tesla ha previsto la posa di pannelli fotovoltaici sul tetto, anche se non ha comunicato dati sulla produzione e su eventuali altre fonti rinnovabili. Nel 2017 aveva parlato di una potenza di 70 MW per il “tetto solare” della sua Gigafactory nel Nevada, il cui completamento dovrebbe avvenire quest’anno. 

CONSUMARE DI MENO, STRATEGIA EFFICACE - Oltre a cercare approvvigionamenti energetici alternativi, Mercedes sta pensando di ridurre il suo fabbisogno di calore, prodotto principalmente con il gas, abbassando la temperatura nei suoi capannoni di produzione: a dirlo il capo della finanza Harald Wilhelm durante una call dedicata agli utili aziendali. Secondo i dati del Carbon Disclosure Project, solo il 12-13% del riscaldamento usato dai tre grandi Gruppi tedeschi è prodotto con fonti rinnovabili. Porsche e Audi utilizzano centrali combinate termiche ed elettriche che funzionano con biomasse ma si tratta di piccole produzioni perché le biomasse disponibili non bastano per produzioni su larga scala. Le rinnovabili suscitano quindi interesse, perché sarebbero una buona soluzione per tenersi al riparo dagli sconvolgimenti geopolitici, ma sicuramente occorreva muoversi in tal senso anni fa, anticipando gli eventi invece di rincorrerli. 



Aggiungi un commento
Ritratto di alvola2023
3 maggio 2022 - 14:20
Bah......... Magari puntiamo tutto, è solo un esempio ipotetico non sapendo troppo della materia specifica, sui pannelli fotovoltaici. Poi nel momento in cui vorremmo concretizzare si crea una nuova Ucraina - Russia ma stavolta con Taiwan e la China e va a finire che non riusciamo più a reperire l'infinità di pannelli che avevamo previsto esserci utili, per cui torniamo ancora peggio al carbone. Cioè col senno di poi è sempre facile recriminare, e con la fantasia ancora più facile immaginare come volare alto nel futuro. E mi fermo qui per non andare oltre in considerazioni su certi comportamenti tafazziani in materia...
Ritratto di TheViking
3 maggio 2022 - 14:43
Premesso che è giustissimo investire in rinnovabili, però io due dubbi sul come investire me li porrei. Ci sono una miriade di problemi che non vengono mai presi in considerazione. Tutti risolvibili, ma di certo non banali, relativi al capacity factor, al dispacciamento, ecc. Proprio in Germania, oggi alle 12:00 con oltre 120GW di potenza fotovoltaica ed eolica installata, sono comunque attivi oltre 20GW di centrali a carbone, oltre 6 GW di centrali a gas e altri 5GW circa di produzione a biomasse, il tutto con un impatto in termini di CO2 in g/kWh pari a 4 volte quello della Francia. QUATTRO. VOLTE (86 vs 325) (fonte: electricitymap.org). Direi che sia il caso di farci due domande.
Ritratto di Edo-R
3 maggio 2022 - 15:31
@The Viking esattamente. Si può investire in rinnovabili quanto si vuole ma se non si garantisce il carico base hai voglia a dire che ti certificano il rinnovabile a casa.
Ritratto di Tu_Turbo48
3 maggio 2022 - 14:59
Si certo come no adesso i costruttori devono accelerare sull'energia verde, aspetta che mo me lo segno Ahahahaha. Ma sé una settimana fà leggevo sul giornale che vogliono riaprire le centrali a carbone e potenziare quelle nucleare ipotizzando adirittura di costruirne delle nuove, proprio per arginare il rischio della reperibilità dei componenti per la costruzione dei pannelli fotovoltaici causati da tutto questo parapiglia mondiale.
Ritratto di GinoMo
3 maggio 2022 - 17:34
la Francia ha già il piano per nuovi reattori nucleari, diventerà la "centrale elettrica" europea. l'Italia riaprirà quelle a carbone perchè servono centrali attive in poco tempo e siccome costruirne di nuove di qualsiasi genere ci vogliono anni restano solo quelle
Ritratto di giuliog02
5 maggio 2022 - 14:24
Bisogna distinguere tra le chiacchiere di certe fonti giornalistiche e i programmi governativi di indirizzo e relativi incentivi e semplificazioni. Mi pare ovvio che le grandi aziende automobilistiche, che dispongono delle enormi superfici dei tetti dei capannoni potrebbero/dovrebbero essere le prime a investire in energia fotovoltaica. Lo fanno molte piccole o medie aziende agricole......
Ritratto di Alvolantino
3 maggio 2022 - 17:16
Molto bene, il futuro non può che essere green ⚡
Ritratto di Goelectric
3 maggio 2022 - 18:05
Penso che sia giusto cercare di produrre in loco determinati componenti e/o materie prime ove possibile
Ritratto di Giuliano Della Rovere
3 maggio 2022 - 20:56
Amara la conclusione del giornalista. Hanno preferito comprare certificati energetici che sviluppare rinnovabili per i propri consumi. E poi c'è chi sostiene che andrebbe lasciato decidere al mercato...
Ritratto di Mbutu
3 maggio 2022 - 21:02
Restando nell'ambito italiano, auto o non auto, mi ha sempre stupito vedere così tanti capannoni e "fabbrichette" senza fotovoltaico. Capisco i costi, ma con un po' di programmazione si può fare e si ripaga.
Ritratto di Check_mate
4 maggio 2022 - 08:17
Attualmente, oltre ai costi, anche le tempistiche di consegna ed installazione non aiutano nella scelta. Però è innegabile che la scelta ripaghi, e come se ripaghi.
Ritratto di Mbutu
4 maggio 2022 - 09:26
Check, attualmente è un disastro fare qualsiasi cosa. Ma "attualmente" è anche tardi. Si doveva è poteva fare prima. Eppure di incentivi ne sono stati dati. Oltretutto nelle aziende riesci ad avere percentuali di autoconsumo elevate. Invece quasi vedi più pannelli nelle casette in montagna che autoconsumano nei fine settimana e durante le vacanze.
Ritratto di Volpe bianca
4 maggio 2022 - 11:38
Ogni tanto si vede qualche capannone ancora con il tetto ricoperto di lastre (consumate) di eternit... Per dire il livello di arretratezza che ancora, in alcuni casi, resiste.
Ritratto di TheViking
4 maggio 2022 - 12:16
In Italia attualmente è tardi, ma il tardi è derivato dal fatto che c'è sempre stata opposizione a qualunque cosa. Negli anni ci sono stati progetti per due rigassificatori qui in zona (dalle parti di Trieste) entrambi affossati perché: l'ambiente (mentre la vicina centrale a carbone invece emette Chanel n°5 in aria?), il paesaggio (uno dei progetti sarebbe stato davanti un porto industriale, per dire), la sicurezza (entrambi costruiti lontani dalla costa, anche per permettere l'attracco facile di navi gasiere)... oppure vogliamo parlare della recente decisione giù in Sicilia di bocciare un parco eolico off-shore (che è l'eolico che ha più senso) da parte di una giunta con l'unanimità dei voti (e quindi senza distinzioni tra sinistra, centro e destra)? Nel vicino Veneto proteste per l'apertura di un parco fotovoltaico (che conviene, perché quando il fotovoltaico lo si fa su larga scala conviene molto di più che per singola unità). È tardi e lo sarà sempre di più finché non ci renderemo conto che la produzione ed il trasporto di energia è una questione strategica che non può essere microgestita da una miriade di uffici e competenze di comitati, comuni, province, regioni, ministeri vari, ognuno dei quali può fermare un iter per mesi o anni. Ci si lamenta per la troppa burocrazia, ma non appena si prova a cambiare una norma per bypassare un ente e snellire i processi montano le proteste popolari con le torce ed i forconi. Poi ovviamente le aziende decidono di andare a creare stabilimenti dove l'energia costa meno e dove per costruire un elettrodotto basta qualche mese e una quantità limitata di scartoffie, cioè in altri paesi dentro o fuori l'Europa e giustamente ci si lamenta con "Vergogna! le aziende scappano dall'Italia!".
Ritratto di Mbutu
4 maggio 2022 - 13:03
Che noi si viva in un paese dove si è creata la tempesta perfetta tra burocrazia e nimbysmo è assodato. Nella fattispecie però c'è anche un po' di pigrizia ed immobilismo perché per certi impianti non ci sono ostacoli insormontabili.
Ritratto di Giuliano Della Rovere
4 maggio 2022 - 14:57
Da tempo, infatti, si invoca la nomina del commissario straordinario per superare i veti di regioni e sovrintendenze. Siamo il paese che fatica nell'ordinario, ma se la cava con le emergenze e quella dell'approvvigionamento dell'energia ormai lo è, sembra che le semplificazioni ci siano. Speriamo si colga l'occasione.
Ritratto di Miti
12 maggio 2022 - 10:32
1
@Viking # Milano , parcheggio ATM in via Caterina da Forlì , appena messo giù il primo attrezzo per gli scavi c'erano già i "no man" ( i benefattori del ambiente che si sono incatenati intorno a due alberi anche se c'erano le garanzie e le condizioni di spostarli una ventina di metri più in là da parte del ATM). Risultato, anni e anni di processi con le organizzazioni varie di quartiere. Gli stessi che oggi stanno usando quei posti auto.