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Guerra in Ucraina: lo stop ai cablaggi mette in ginocchio i costruttori

Pubblicato 15 marzo 2022

Le case automobilistiche europee stanno cercando di correre ai ripari per trovare forniture alternative e non fermare la produzione.

Guerra in Ucraina: lo stop ai cablaggi mette in ginocchio i costruttori

SI È PERDUTO IL FILO - Il conflitto in Ucraina, incommensurabile tragedia umana, sta anche generando turbolenze in tutto il mondo e in tutti i settori. L’automotive europeo, per esempio, è colpito sia per il boicottaggio alla Russia (qui la notizia) sia per la carenza di componenti costruiti in Ucraina. Non molti lo sanno ma l’Ucraina ha importanti produzioni di componenti automotive, primi fra tutti i cablaggi elettrici. Questi sofisticati insiemi di cavi elettrici e connettori hanno uno sviluppo di 5 km in un’auto media e senza di essi è assolutamente impossibile assemblare qualsiasi veicolo. A complicare le cose è il fatto che essi sono specifici per ogni modello e quindi non è possibile adattarli a una diversa automobile. A soffrire maggiormente attualmente sono il Gruppo Volkswagen e la BMW, che stanno affannosamente cercando fornitori alternativi persino in Messico e in Cina, ma anche Mercedes-Benz sta diminuendo la produzione.

CERCANDO IN TUTTO IL MONDO - Da Audi, per esempio, fanno sapere che il Gruppo sta lavorando sia per convincere i principali fornitori a trasferire la loro produzione di cablaggi attualmente basata in Ucraina in altri stabilimenti sia per trovare fornitori alternativi. Come riportato dall’agenzia Reuters questa ricerca spazia dall'Europa orientale al Nord Africa, passando per il Messico e "forse" la Cina. L’Audi fa saper che “noi lavoriamo da anni con vari fornitori di queste aree ed è possibile, ad esempio, che i fornitori suddividano la produzione in più sedi". Anche BMW comunica di essere in "intense trattative" con i fornitori per trovare fonti alternative per i suoi cablaggi mentre Stellantis ha già spostato il suo approvvigionamento dall'Ucraina ad altre aree europee, sulle quali ha però mantenuto il riserbo. L'Ucraina è in posizione favorevole per le forniture di componenti dato che è vicina alle fabbriche delle case automobilistiche europee, è ricca di materie prime e ha manodopera altamente qualificata, ma meno costosa di quella dei paesi più a Ovest. Non è un caso, quindi che la giapponese Fujikura, la francese Nexans e la tedesca Leoni abbiano stabilimenti in questo martoriato Paese.

TRASLOCO NON FACILE - Fujikura ha sospeso del tutto la produzione dopo l'invasione, mentre altri operano a capacità ridotta, ma né Fujikura né Nexans hanno voluto commentare i loro piani alternativi; è da notare che fornitori con stabilimenti in Ucraina, come Kromberg & Schubert, Yazaki e Leoni, hanno impianti anche in altri Paesi. In ogni caso la produzione in altri Paesi a basso costo ma già con impianti operativi, come Romania, Serbia o Tunisia, richiede l'acquisto di nuovi macchinari per aumentare la capacità, cosa che comporta mesi per l'installazione e costi ingenti. La gravità della situazione è testimoniata da un produttore di cablaggi, situato nell'ovest dell’Ucraina, che ha parlato pur chiedendo l’anonimato per tutelare la sicurezza dei lavoratori. La produzione sta continuando, anche se a ritmo ridotto, durante il giorno mentre si interrompe la notte a causa del coprifuoco. Un’altra criticità è nei trasporti: secondo Nick Klein, vicepresidente della società di logistica OEC Group, si stanno ancora trasportando cablaggi a sud, verso il confine con la Romania, perché i combattimenti non hanno raggiunto quella zona. La situazione potrebbe però peggiorare e a quel punto i camionisti disposti a guidare in quei percorsi diminuirà fino ad azzerarsi del tutto nel caso che il conflitto si estenda. Klein ha anche enfatizzato il fatto che le Case con fornitori in Ucraina dovranno muoversi rapidamente e incontreranno difficoltà perché occorrerà ordinare con largo anticipo perché si dovranno mettere in conto sia ritardi sia la concorrenza di altre case automobilistiche. Le difficoltà per i costruttori, insomma, continuano ad accumularsi: pandemia, crisi dei chip, rialzo dei prezzi e ora anche questo assurdo e crudele conflitto.



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Ritratto di fabrizio GT
15 marzo 2022 - 19:14
.....w la globalizzazione!!!!!! e le delocalizzazioni!!!!
Ritratto di KT1007
16 marzo 2022 - 10:50
Io non capisco, ma era tutto in Ucraina? Possibile che con due Paesi in guerra si fermi l'Europa?
Ritratto di ConteBerengario
16 marzo 2022 - 11:46
Ma non hai ancora capito che e' una messa in scena?! Devono applicare il gran reset . L Europa e' finita! Ma Che vita abbiamo avuto finora?
Ritratto di Ridolfo Giuseppe Ignotus
16 marzo 2022 - 17:45
È finita, ma disperarsi non serve a niente!
Ritratto di munex
17 marzo 2022 - 18:08
beh se vuoi pagare una panda o una polo 80.000 € possiamo produrre tutto in germania o in italia.... poi di GT puoi prendere solo la bicicletta però....
Ritratto di giulio 2021
15 marzo 2022 - 19:24
Costruttori, quali costruttori: europei, già si profila qual'è il futuro.
Ritratto di giulio007
15 marzo 2022 - 20:01
Il futuro è di evitare apostrofi non dovuti. A parte ciò ti rammento che secondo te era arrivato il momento delle auto russe a scalzare le stellantis & co. in europa, e invece vedi come si è evoluta la cosa. Quindi eviterei di fare ancora il nostradamus, che glie la tiri anche a quegli altri tuoi preferiti, sennò.
Ritratto di Trattoretto
15 marzo 2022 - 19:49
I tedeschi da anni hanno cominciato a montare componentistica di qualità lontanissima dal tanto famoso "made in Germany". Chi tocca con mano, e non con gli occhi, se ne è già accorto da un pezzo. Ora si è aperto il vaso di Pandora.
Ritratto di Oxygenerator
16 marzo 2022 - 08:28
@ Trattoretto Tutte le auto, sono assemblate con componentistica varia. Da un bel po di anni. L’italianissima alfa giulia, monta più del 47% dei componenti che provengono da aziende tedesche. Il preziosissimo e tecnologico albero in fibra di carbonio, è giapponese. Vale un po per tutti. Motivo in più, per smetterla con campanilismi vari e mal riposti sentimenti patrii. La realtà, ha già fatto piazza pulita di tutto sto pensiero “nazional popolare”, un po naif e un po “passato” se mi passa il termine.
Ritratto di Freedom7
16 marzo 2022 - 18:03
Appunto il 47% dei componenti della Giulia provengono da aziende tedesche mentre non è che il 47% dei componenti delle tedesche provengono da Cina, Russia e Ucraina o da fornitori a basso costo, in generale? Anche l'albero di trasmissione in carbonio è prodotto in Giappone che non è la Cina.
Ritratto di alvolantone
16 marzo 2022 - 09:19
Speriamo che questa mazzata gli faccia aprire gli occhi, fra quelli che si erano fatti l'idea di poter spostare tutta l'industria occidentale nei paesi a basso costo di manovalanza e qui, oltre a loro che campano su questa economia, lasciarsi i soli sostenitori nei campi non trasferibili del terziario come alimentari, uffici pubblici, ospedali, corrieri ecc. Tanto poi, prima o dopo la ruota gira e trascina anche questi ultimi, vedi effetto aumento carburanti sugli stessi trasportatori.
Ritratto di Giocatore1
15 marzo 2022 - 20:53
2
I costruttori non aspettano altre che scuse del genere per giustificare un po' di tagli alla produzione e di conseguenza al personale.
Ritratto di Yuri85zoo
15 marzo 2022 - 23:03
E aumenti dei listini
Ritratto di marcoluga
16 marzo 2022 - 13:17
2
Ma figurati. I produttori se devono tagliare lo fanno e non devono cercare nessuna scusa. Cosa dovrebbero fare secondo te se non possono produrre o se vendono meno di quello che producono? Il punto è che una volta liberalizzato il mercato delle merci, devi accettare che anche le aziende si cerchino dove sia meglio per loro produrre. Poi quando gli scenari e le condizioni cambiano, ecco che certe scelte possono rivelarsi estremamente rischiose ed è proprio questo il caso.
Ritratto di Velocissimo
15 marzo 2022 - 21:22
E chi se ne strafotte!!!
Ritratto di Vadocomeundiavolo
15 marzo 2022 - 21:57
Verranno licenziati parecchi operai italiani. Queste sono le sanzioni.
Ritratto di Alvolantino
16 marzo 2022 - 06:53
Troveranno qualcos'altro, e poi c'è la disoccupazione, rdc ecc
Ritratto di Vadocomeundiavolo
16 marzo 2022 - 06:54
Ma poi le sanzioni al Italia , chi le ha messe ?
Ritratto di Alvolantino
16 marzo 2022 - 06:59
Le auto adesso sono l'ultimo dei problemi e comunque meno auto prodotte = meno inquinamento!
Ritratto di alvola2023
16 marzo 2022 - 08:02
Che fesso che hai. Meno auto nuove prodotte e da comprare = più vecchie euro 0 e 1 ancora in circolazione. Le auto elettriche per rimettere a posto il clima come facciamo a comprarle se non sono disponibili?
Ritratto di robertop
16 marzo 2022 - 09:00
2
Vorrai dire, come fare a comprarle se non ci sono i soldi?
Ritratto di marcoluga
16 marzo 2022 - 13:22
2
@volantino: Magari potremmo anche decimare l'umanità. Meno persone, meno inquinamento, più risorse per tutti e dulcis in fundo meno morti sulle strade. Solo vantaggi.
Ritratto di egomax
16 marzo 2022 - 23:17
2
LOL
Ritratto di sergioxxyy
16 marzo 2022 - 11:49
Sempre piu' furbi....fanno costruire tutto in paesi dove paghi tutto 4 lire e poi te lo vendono come se fosse costruito in una boutique "svizzera"
Ritratto di Boys
16 marzo 2022 - 13:35
1
Mah...mi spiace per chi acquisterà un'auto ma è la conseguenza della mentalità dei produttori di automobili che verte solo sul profitto, meno sulla qualità dove, in paesi dell'est la manodopera costa un quinto che in Italia ma, sono contento per i produttori.
Ritratto di Roveredo1953
18 marzo 2022 - 07:54
1
Dal giornale Auromobilwoche.de, costo orario in Ucraina 4 Euro. In stabilimento costruttore tedesco 54 Euro .. vedete voi