TRE INFORMATORI - La
Volkswagen avrebbe realizzato, nel corso degli anni, differenti versioni del software installato su alcuni motori diesel della serie EA 189 al fine di ridurre le emissioni inquinanti durante i test di laboratorio. L’ipotesi viene lanciata dall'agenzia di stampa
Reuters, che ha raccolto la testimonianza di un manager all'interno della Volkswagen e un esponente delle autorità americane che indagano sui fatti. Gli intervistati hanno preteso l’anonimato e fornito particolari ad oggi ignoti, utili per chiarire la posizione dell’azienda tedesca in merito alla vicenda del cosiddetto “
dieselgate”. La vicenda è ormai nota: nelle centraline dei motori sotto inchiesta c'è un software che si accorge quando la vettura sta compiendo dei test al banco e abbassa drasticamente le emissioni rispetto all'uso normale su strada.
DIMENSIONI SCONOSCIUTE - L’articolo della
Reuters (
qui il link) sottolinea come l'esistenza di varie versioni del
software “manipolatore” potrebbe significare che molte persone ci hanno lavorato e quindi siano a conoscenza della cosa. Smentendo, quindi, la tesi espressa davanti al Congresso degli Stati Uniti da Michael Horn, amministratore della filiale americana della casa, il quale aveva sostenuto che fosse opera di “un paio di ingegneri del software (
qui la news). Gli analisti sentiti dall'agenzia di stampa spiegano che, per le leggi statunitensi, maggiore è il numero delle persone coinvolte in azienda più il fatto sarà ritenuto grave dalle autorità e quindi le sanzioni salate.