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Dopo Chrylser anche Opel: con Marchionne, Fiat continua la scalata

04 maggio 2009

Inarrestabile. A tre giorni dall'accordo storico tra Fiat e Chrysler, nato con il benestare del presidente americano Barack Obama, Sergio Marchionne non si accontenta e si muove alla volta di Opel, pronto per sinergie che potrebbero far risparmiare a Fiat, attraverso la condivisione di alcune piattaforme, il miliardo di euro l'anno.

Tra le opzioni che l'ad di Fiat starebbe valutando anche la costituzione di una nuova società, quotata in borsa, costituita dal Lingotto e da General Motor Europe, proprietaria di Opel. Nel nuovo gruppo confluirebbero da una parte Fiat, Lancia, Alfa Romeo, Fiat Professional e Chrysler e dall'altra Opel.

In totale, la nuova multinazionale, di cui Marchionne sta discutendo oggi a Berlino i dettagli con il ministro dell’Economia Karl-Theodor zu Guttenberg e il ministro degli Esteri Frank-Walter Steinmeier riunirà i 10 impianti di Gm Europe con gli 11 di Fiat. Intanto il governo tedesco ha fatto sapere che “accoglierà favorevolmente ogni possibile investitore interessato alla Opel, senza decisioni predefinite”. L'ultima parola rimane però a General Motors, la multinazionale americana che si era detta pronta a cedere il marchio Opel gratuitamente, anche se il sostegno del governo e dei sindacati tedeschi sono fondamentali nella trattativa. Possiamo ipotizzare infatti che Marchionne sia a Berlino anche per chiedere aiuto al governo tedesco sotto forma di finanziamenti che possano evitare i quasi inevitabili licenziamenti.


Il matrimonio con il gruppo Chrysler era stato ufficializzato giovedì 31 aprile dopo una trattativa che, secondo l'amministratore delegato di Fiat, aveva avuto inizio un anno prima. “L'alleanza”, ha detto Marchionne, “permetterà di mettere insieme la tecnologia Fiat con il grande patrimonio della Chrysler, che ha una forte presenza in Nord America e lavoratori pieni di talento e di impegno». L'accordo, che come ha sottolineato il presidente Obama, “ha salvato il colosso di Detroit”, è formato da tre fasi: la prima in cui Fiat, senza sborsare un centesimo, riceve il 20% di Chrysler in cambio delle tecnologie Fiat per la costruzione di vetture piccole e a basso impatto ambientale. La seconda in cui la Casa torinese può acquisire un ulteriore 15% e la terza secondo la quale, entro il 2013, il Lingotto potrà acquistare il restante 16%: la quota che permetterà al gruppo italiano di arrivare al 51% di Chrysler e dunque di acquistarne il controllo. 

Fresco di alleanza con Chrysler e in odore di matrimonio con Opel, il gruppo Fiat si appresterebbe diventare il secondo maggior gruppo automobilistico europeo dopo VolksWagen con 22 impianti europei, senza considerare gli stabilimenti nordamericani di Chrysler. Le politiche del l'azienda torinese confermano, dunque, le volontà del numero uno italo canadese di Fiat di costituire un gruppo che riesca a “sopravvivere” tra i pochi Costruttori che la crisi economica secondo lui risparmierà.

 

 



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Ritratto di gig
28 ottobre 2011 - 18:11
Questo succedeva nel 2009, ora...
Ritratto di MaCiao5
7 novembre 2012 - 16:29
3
le mie opinioni di "Fiat". Uno stupido carrozzone squadrato con chassis e carrozzeria di una Dodge economica del 2007. I motori non mi sembrano chissà cosa, il cambio fa pena, è ingombrante, pesa, "beve" di brutto la benzina, il baule è più piccolo di quello di alcune Station Wagon lunge 450 cm, è brutto, vecchio, inutile, non può andare in off-road e COSTA DI BRUTTO!
Ritratto di caronte
20 novembre 2012 - 12:48
fiat