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L'intervista a Filippo Perini capo dello stile Lamborghini

28 ottobre 2009

Nel futuro del "Toro" ci saranno nuove tecnologie "verdi" e (forse) una berlina sportiva derivata dal prototipo Estoque.

DISEGNARE UN SOGNO -  Filippo Perini (al centro della foto in alto) ha 43 anni ed è il direttore dello stile della Lamborghini. Dal suo arrivo, nel giugno del 2004, ha disegnato la Gallardo Superleggera e la LP 560-4, oltre che la Murciélago LP 640 e la Reventón, la “super Lambo” che è stata prodotta in soli 20 esemplari. Professionalmente, Perini si è formato presso l'Alfa Romeo, dove ha conosciuto Walter De Silva, a quei tempi capo del centro stile di Arese. Fu proprio lui a chiamarlo quando passò al gruppo Volkswagen, per lavorare prima all'Audi e poi alla Lamborghini. 

Lo abbiamo intervistato alla presentazione dei progetti finali degli studenti del Master in Trasportation Design, un corso di studi della Scuola Politecnica di Design svolto in collaborazione con la Lamborghini.

 

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La Lamborghini Murcielago LP 640.

 

SECONDO LEI QUANTO SONO IMPORTANTI LE SCUOLE DI DESIGN?
Contano moltissimo. Io non vengo da una scuola di design, ma dall'esperienza sul campo. Ho studiato ingegneria meccanica qui a Milano. All'epoca non c'era una facoltà di design. Io devo tutto a Mario Favilla, coordinatore del centro stile Alfa Romeo che, insieme a Walter De Silva, mi ha fatto entrare ad Arese. Da lì ho iniziato a imparare il "mestiere del design".

È bello sapere che a Milano ci sono realtà importanti a livello internazionale. Sono convinto che l'Italia abbia bisogno di queste scuole, che hanno studenti di altissimo livello provenienti da tutto il mondo. La scuola deve preparare i designer del futuro. Io ho avuto la fortuna di poter imparare dentro un'azienda. Oggi è meno fattibile: visto lo stato dell'economia mondiale, le aziende non hanno più tanta disponibilità economica per formare persone da zero. Per questo devono essere le scuole a sostituire l'azienda.

Devo dirle però che sono molto deluso da Milano. Il posto dove ho imparato non esiste più, infatti ad Arese il centro stile Alfa Romeo è stato chiuso (qui trovate la notizia). Rimane solo il museo con l'archivio. Milano rischia di perdere il suo legame con il mondo dell'automobile, storicamente associato a nomi come Alfa Romeo, Innocenti e Autobianchi. Queste aziende non ci sono più. Io vivo in una realtà come quella di Ingolstadt, costituita per metà dallo stabilimento Audi, che non lascerebbe mai venire meno il legame con l'industria automobilistica.

 

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La Reventón, modello a tiratura limitata che costa un milione di euro.

 

COME UTILIZZERETE I PROGETTI DEL MASTER IN CAR DESIGN (li vedete qui)?
Cerchiamo sempre nuove idee e spunti e questi ragazzi portano una ventata di freschezza. Infatti cercherò di ampliare il rapporto tra la Lamborghini e le scuole di design. Siamo la più piccola Casa automobilistica con un suo centro stile e la squadra è composta solo da sei designer. Per questo l'apporto dei ragazzi può essere utile per avere idee nuove.

COSA VEDREMO NEL FUTURO DELLA LAMBORGHINI?

Prodotti molto avveniristici destinati a rimanere sul mercato a lungo.

 

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La Lamborghini Gallardo LP 560-4.

 

QUALE È IL PROGETTO DI CUI VA PIÙ FIERO E QUELLO DI CUI SI È PENTITO?
Rimpiango molto di aver disegnato un cerchione inguardabile quando ero all'Alfa Romeo. Mi è capitato di progettare cose di cui vado molto fiero, ma che non sono mai state prodotte. Succede, nella professione del designer, che alcune delle cose più belle sono quelle che il pubblico non vedrà mai.

VEDREMO IN PRODUZIONE UNA VETTURA DERIVATA DAL PROTOTIPO ESTOQUE?
La Lamborghini ha fatto dell'innovazione la sua bandiera. Basti ricordare la Miura, che è stata la prima super sportiva a motore centrale-trasversale. La Estoque è stata "sfortunata" perché arrivata proprio in concomitanza con la crisi economica, ma smentisco che il progetto sia stato cancellato. Siamo un'azienda piccola e non possiamo permetterci di fare errori, dunque stiamo ancora riflettendo sul da farsi.

 

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Il prototipo della Estoque, la prima berlina della Lamborghini, che potrebbe arrivare sul mercato.
 

 

COME ARRIVATE A DEFINIRE LE FORME DI UNA LAMBORGHINI?
Disegnamo pochissimo a mano libera, se non per fissare le idee. Lavoriamo esclusivamente “in virtuale”. Usiamo un procedimento molto simile alla progettazione aereonautica o all'ambiente delle corse, dove nessuno si sogna di modificare un modellino a mano. Siamo diventati bravi a giudicare le forme di un'auto già dal monitor del computer. Abbiamo stravolto il concetto di sala di modellazione e l'abbiamo fatta diventare una sala virtuale. All'interno del gruppo Volkswagen facciamo un po' le cavie in termini processi di lavoro. Il “virtuale” è il nostro pane quotidiano.



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