NEWS

Il gruppo PSA ha il suo piano di rilancio

15 aprile 2014

Primo obiettivo è fermare le perdite. Poi si tornerà a fare cassa con i nuovi modelli DS e una razionalizzazione della gamma Peugeot e Citroën.

Il gruppo PSA ha il suo piano di rilancio
SITUAZIONE DIFFICILE - Carlos Tavares (nella foto), insediato da meno di un mese alla presidenza del gruppo PSA Peugeot Citroën, è partito subito all'attacco dei numeri per traghettare l'azienda fuori dalle attuali difficoltà economiche verso un futuro di redditività. Tavares subentra a Philippe Varin ereditando una situazione molto complessa e a tratti drammatica. Negli ultimi trenta mesi il gruppo PSA Peugeot Citroën ha accumulato perdite per 7,5 miliardi di euro. Nel 2013, con l'ingresso dello stato francese e della Dongfeng Motor nella proprietà dell'azienda, la famiglia Peugeot ha perso la posizione di controllo (dopo 118 anni) scendendo dal 25% al 14% del pacchetto azionario. Operazione che ha, però, portato in cassa 3 miliardi di euro. Ma questa è storia.
 
BACK IN THE RACE - Ora c'è il futuro: il nuovo presidente punta a ribaltare la situazione in soli tre anni. Come? Con il piano Back in the Race” (tornare in corsa) e una fitta tabella di marcia. Inizia subito e guarda al 2018, con traguardi parziali ben definiti e ambiziosi. Il gruppo PSA Peugeot Citroën deve tornare ad avere un flusso di cassa positivo entro e non oltre il 2016. Questo indicatore economico è strategico per far crescere il valore complessivo dell'azienda. Ma Tavares non si ferma qui: tra il 2016 e il 2018 vuole che questo flusso di denaro raggiunga un valore di almeno 2 miliardi di euro.
 
QUATTRO CARDINI - Il piano finanziario chiude poi con le previsioni sul margine operativo (che indica la capacità di produrre renndito di un'azienda), che Tavares vuole portare al +2% per la divisione automobile entro il 2018 (nel 2013 ha fatto segnare -2,9%) e poi incrementarlo, con il prossimo piano industriale, al 5% nel periodo 2019-2023. Per poter raggiungere questi traguardi l'azienda deve intervenire su quattro punti di sviluppo e razionalizzazione.
 
SI PUNTA SULLA DS - La linea di vetture DS di Citroën diventerà un marchio a se stante che si posizionerà in diretta concorrenza con le vetture premium tedesche, ma senza perdere la connotazione francese. Anche le vetture Peugeot e Citroën saranno riposizionate per evitare cannibalizzazioni interne, attualmente presenti. E verranno incrementate le versioni ibride con il passaggio alla tecnologia plug-in (ricaricabile). E le ibride di Peugeot sono a trazione integrale e così aprono nuovi mercati.
 
DA 45 A  26 MODELLI - La gamma di tutti e tre i marchi sarà, inoltre, razionalizzata: dagli attuali 45 modelli si dovrebbe scendere a 26 entro il 2020, sempre nell'ottica di ridurre le sovrapposizioni e per rendere più efficiente la produzione industriale. Inoltre dovrebbero scendere i costi di ricerca e sviluppo per le piattaforme e l'industrializzazione delle nuove auto.
 
I PAESI EMERGENTI - Un passaggio fondamentale per la crescita è la revisione dei programmi di sviluppo sui vari mercati. Per la Cina si prevede un forte incremento di produzione (fino a 1.000.000 di auto) e l'espansione della rete di vendita per triplicare i volumi entro il 2020, sfruttando soprattutto il nuovo marchio DS con il lancio di sei nuovi modelli. Poi verranno valutati nuovi mercati emergenti (Africa e Mediterraneo) che possano portare redditività. In Russia e America Latina sono, invece, previste riorganizzazioni per tornare alla redditività entro tre anni, mentre per l'Europa, Francia compresa, sono previsti pesanti tagli e ristrutturazioni, peraltro già in atto ed ereditate dalla precedente gestione. 
 
I COSTI DI PRODUZIONE - Infine tutti gli stabilimenti verranno modernizzati per ridurre i costi di produzione anche attraverso un taglio degli stock di componentistica sul sito di assemblaggio.


Aggiungi un commento
Ritratto di IloveDR
15 aprile 2014 - 11:37
3
potevamo acquistare auto di ottima qualità a prezzi inferiori alla concorrenza o comunque sempre molto scontati...speriamo che il gruppo PSA si riprenda al più presto...le ultime auto presentate sono molto valide...
Ritratto di onavli§46
15 aprile 2014 - 12:49
neo-Presidente del Gruppo PSA, possiede -tutte- le carte in regola per far uscire dalla crisi economica di bilancio il Gruppo. Manager assai capace ed intuitivo, darà sicuramente una svolta al percorso commerciale di risanamento della Psa, con pur già "in valigia", (se così vogliamo dire) l'aiuto virtuale, ma importante ed emblematico dello Stato Francese, pur azionista di quote azionarie, assieme alla Dongfeng, terzo componente per pari merito collettivo in quota azionaria, e di anche possibile illimitata liquidità per la nuova cordata creatasi. Cordata, che comunque, e con non poche polemiche suscitate (ma inusitate) e perpetrate illecitamente. da qualche concorrenza traballante e senza future prospettive, oltre le attuali. PSA, uscirà sicuramente dal fango in cui si era cacciata, ed il positivo inizio vendite dei primi mesi di questo 2014, sono già un segnale indiscutibile.
Ritratto di Tecnofolle88
15 aprile 2014 - 13:54
Ops,si sono accorti solo ora che l'Europa è in crisi nera e sfornare modelli nuovi a raffica non porta profitti...Però se lo dice Tavares è giusto,Marchionne che segue questa linea da anni è il mostro nero. P.S. In famiglia siamo felicissimi clienti Psa da quasi 2 decenni.Ottimi prodotti,ma dal punto di vista strategico-finanziario il management Psa è stato a dir poco ridicolo in questi anni! Per non parlare poi delle diatribe interne alla famiglia Peugeot,culminate con la svendita ai cinesi...
Ritratto di PariTheBest93
16 aprile 2014 - 09:30
3
C'è chi ha esagerato come PSA nei modelli nuovi e chi ne ha fatti pochissimi come Fiat... Una via di mezzo no?
Ritratto di Tecnofolle88
16 aprile 2014 - 13:31
La differenza,però,sta nel fatto che il management Fiat ha fiutato per primo (parlo tra i costruttori generalisti) che l'Europa non poteva piu' essere il core,ed ha sempre sostenuto la necessità di sbarcare nel mercato statunitense che oltre ad essere il piu' importante del mondo in termini di profitti lo è anche in termini di prestigio. Se avesse investito di piu' non avrebbe di certo avuto una finanza cosi forte da permettere la fusione con Chrysler e dar vita ad un colosso di dimensioni globali e dalle potenzialità gigantesche. In confronto,e mi dispiace dirlo,Psa è robetta e difficilmente l'espansione in Cina riuscirà a risolvere i gravi problemi. Detto ciò,lunga vita al leone rampante!!!!!!!!!!
Ritratto di PariTheBest93
16 aprile 2014 - 17:38
3
Giusto ma ora c'è una gamma da ricostruire per Fiat!
Ritratto di lele31
16 aprile 2014 - 12:06
ti quoto
Ritratto di Fr4ncesco
15 aprile 2014 - 15:05
2
Finalmente hanno capito che Peugeot e Citroen si sovrappongono rubandosi clienti a vicenda. La politica di avere in un gruppo due marchi rivolti alla stessa clientela non funziona più, è improducente. Hanno capito poi che tra Peugeot, Citroen e DS è quest'ultimo a dover diventare un marchio premium e a se stante. E che sfornare modelli a gogo in Europa è un suicidio se poi questi modelli non possono essere rivolti ad altri mercati più prosperi. D'obbligo puntare a Cina e Sudamerica. Difatti sono l'unico gruppo così in crisi. Speriamo per loro che col cambio gestionale e di politica aziendale riescano a risollevarsi.
Ritratto di alessio215
17 aprile 2014 - 11:53
stessa cosa accade con fiat lancia alfa romeo. la lancia si e persa e non ha il suo carattere tuttosuo. L'alfa romeo va bene La fiat deve far qualcosa con i suoi sedili che non sono ancora al l'altezza del 2000 poi, le SW nella gamma boh?
Ritratto di romeo64
15 aprile 2014 - 17:11
è facile far quadrare i conti..... ma poi bisogna vedere cosa fa la concorrenza, il grado di competitività, se il nuovo posizionamento funziona, e soprattutto se i numeri "tengono" detto questo bisogna riconoscere che il prodotto attuale è comunque buono per un marchio generalista....
Ritratto di onavli§46
16 aprile 2014 - 12:14
non può certamente e comunque permettersi di sbagliare, e sopratutto di fallire un progetto che è stato attuato da soggetti importanti. La scelta, era e rimane valida per la sopravvivenza del Gruppo, della produttività per le vendite, ed anche certamente cosa da non sottovalutare per l'occupazione da salvaguardare. Il progetto, che man mano si svilupperà, darà una crescita economica di risanamento, ed è basato non tanto sulla concorrenza univoca, che comunque in qualche maniera, pur magari meno ambiziosa di altri dovrà certo attuare, ma e sopratutto sul concetto economico di giungere in nuovi mercati (certamente non solo quello cinese), che già da ora e nei prossimi anni, si danno per emergenti. Non la ritengo neppure tanto una scommessa, perchè se così fosse, forse sia il Governo francese, che la Dongfeng (che poi è lo Stato cinese) non avrebbero messo in campo tale accordo. Poi ognuno, dall'alto dei monti e delle valli "occitane e/o cupitane", può dire le opinioni che pensa, ma alla fine sono sempre opinioni senza la cognizione di causa degli intenti perpetrati dal Gruppo e da tutti i soggetti facenti parte del Gruppo, e formulati in breve tempo. Personalmente. non ho mai posseduto un'auto del Gruppo PSA, ma ritengo che siano auto valide e molto variegate della gamma generalizzata. Ne avessimo noi, nel "sacro suolo italico", seri Governi e seri industriali che praticassero una simile politica. Almeno ci sarebbe la speranza del futuro, mentre "qui" nell'azzurro ma non troppo del Bel Paese, abbiamo Politici ed Industriali, che si detengono solo e solamente la cassa ad uso personale, senza mai pensare seriamente alla socialità. E nella socialità, o meglio dire nella società, si vive una volta sola,
Ritratto di Merigo
15 aprile 2014 - 17:20
1
7 miliardi e mezzo di perdite in trenta mesi? Complimenti! Ero rimasto ai 5 miliardi persi fino al 2012 ma si sono superati. 7 miliardi e mezzo di perdita vogliono dire un fardello di oneri finanziari da tagliare le gambe ad ogni ipotesi di investimento, perché ti costano poco poco 700 milioni di interessi all'anno e se, come cita l'articolo, l'iniezione di denaro ad opera di Dongfeng e Stato francese è stata solo di 3 miliardi, non copre neanche la metà del passivo. Ora Tavares "vuole" (l'articolo gli mette più volte in bocca il verbo volere) che il flusso di cassa torni positivo entro il 2016, "vuole" che entro il 2018 il margine operativo sia del 2% per portarlo al 5% entro il 2023. Tanti proclami insomma ma per ora nessun risultato avendo appena iniziato. Fossi in lui parlerei meno e comincerei a mettere in atto politiche economiche impopolari ma indispensabili, perché se bontà sua si è accorto che 45 modelli sarebbero stati forse un poco tantini anche in periodo di boom economico, figurarsi in piena crisi, e l'unico modo aritmetico per scendere da 45 modelli a 26, è tagliare 19 linee di produzione.
Ritratto di napolmen
15 aprile 2014 - 20:02
..ce' il governo francese e cinese dietro ergo nn falliranno
Ritratto di Merigo
16 aprile 2014 - 08:19
1
Sul Governo cinese non ci conterei ma su quello francese sì, ed è questo un problema in più. Il Governo francese farà sì che, essendo ora azionista paritetico di PSA, al pari della Famiglia Peugeot e di Dongfeng, PSA non fallisca e così Tavares e chi gli succederà potrà sempre dormire sonni tranquilli. L'avere statalizzato un'Azienda automobilistica è un errore strategico per uno Stato perché il compito degli Stati oggi è di privatizzare e non statalizzare. Lo ha fatto anni fa l'Italia con Alfa Romeo, lo ha fatto il Regno Unito lasciando fallire o partire per l'estero tutti i Marchi, e lo hanno appena fatto gli USA elargendo prestiti anche a stranieri (FIAT) purché in grado di dimostrare tecnicamente di salvare le aziende americane. Lo Stato francese no, dopo Renault diventa azionista anche di PSA e quindi PSA non fallirà mai, ma mai neanche si riprenderà, e tra due anni saremo qui a leggere che i 7,5 miliardi sono diventati 10. Questo perché un politico, che da lì a poco dovrà rispondere all'elettorato, non potrà mai avallare (con 1 v, quindi garantire) decisioni come chiudere Termini Imerese o Flumeri, anche se rami palesemente secchi, non facendo altro però che avvallare (con 2 v, quindi affossare) PSA.
Ritratto di Franck Dì
16 aprile 2014 - 18:40
pochi modelli nella fase iniziale per poi ripartire con nuovi modelli nel corso degli anni... Quindi alla fin fine Marchionne aveva ragione....
Ritratto di Merigo
16 aprile 2014 - 20:35
1
E nel frattempo con il fucile carico (casse di EXOR piene), Marchionne è potuto andare a caccia di facili prede (Chrysler in Chapter 1). Invece lo scellerato Management PSA pur di avere 45 modelli a listino ha perso 7,5 miliardi negli ultimi 30 mesi e conseguentemente ed irrimediabilmente perso anche il controllo dell'Azienda, non potendosi fare carico da solo di un debito di tale portata. Hanno voluto fare gli sboroni, pensando di contrastare la Triade con una pletora di modelli alcuni anche molto belli ma purtroppo per loro invendibili fuori dalla Francia ed alcuni invenduti anche in Francia (Citroen C6 e Peugeot 207 CC su tutti). E ora Mensier Tavares è solo all'inizio del lavoro, quel lavoro sporco che vorrà dire tagliare 19 linee, quel lavoro sporco che non ha fino ad ora voluto e/o potuto fare nessuno e che chissà se sarà consentito a Tavares di fare, con il Governo francese tra i piedi come azionista paritetico che mai permetterà lotte sindacali però indispensabili. E siamo solo all'inizio, e ci sono molte insidie tra cui la ripresa economica che sembra avviata perché, come diceva guarda caso Sergio Marchionne, citando Marx: la ripresa è la droga dell'impresa. Quel poco di ripresa che fa credere alla impresa da ristrutturare di avere risolto i propri problemi, mentre chi ha approfittato della crisi per ristrutturarsi ripartirà agile e snello e l'impresa da ristrutturare come PSA perderà ulteriore terreno e denaro. Quindi ti correggo: Marchionne, e con lui EXOR e la Famiglia Agnelli che lo hanno sponsorizzato, non ha avuto ragione "alla fin fine", come scrivi, ma da subito, perché da subito nel 2003 sapeva cosa doveva e poteva fare per salvare FIAT dal fallimento.
Ritratto di onavli§46
16 aprile 2014 - 23:13
FIAT, con il management e/o running dell'AD Marchionne, hanno rilevato Chryler,; Lo Stato Francese, e la Dongfeng hanno rilevato il Gruppo PSA. La quota PSA, pur paritetica agli altri due azionisti, è soltanto di rilevanza (se cosi vogliamo chiamarla) " nominale del Gruppo. La Famiglia Peugeot non gestisce nulla.
Ritratto di Franck Dì
17 aprile 2014 - 08:31
fallimento e il risultato??? sta diventando una forte multinazionale che sta lanciando belle auto (renegade, 500L) e usciranno le 500X, 500 5 porte, 500 nuova serie, pandona, alfa giulia, suv alfa... insomma modelli che la fiat non può fare da sola.... E poi ci sono i soliti cr3t1n1 tipo osmica, ivan92, parithebest e altri tedescofili che sputano qualsiasi cosa che riguarda il prodotto italiano...
Ritratto di onavli§46
17 aprile 2014 - 10:18
di tedesco, in vita mia ho avuto solo 1 opel; non mi sono mai lamentato, ma sostanzialmente ha pregi e difetti come tante altre, anche se mi aspettavo "qualcosa di più". Opel, comunque per me è stata più affidabile e sicuramente migliore di tanti VW oppure Audi incensate all'inverosimile. Le uniche marche tedesche che apprezzo, sono BMW, e la superlativa Mercedes, ma ambedue mai possedute. Nelle mie 39 auto che ho avuto, avevo acquistato ben 9 erano FIAT, ma da qualche anno, acquisto straniero causa la scarsa gamma di produttività della Casa di Torino. Speriamo che il 6 maggio p.v., qualcosa di nuovo possa prospettarsi per lo sguarnito scenario italiano. Attualmente, e sarà sicuramente la mia -ultima- vettura, ho postato la scelta su una L.Rover Evoque. Nello specifico riguardo di FIAT/ FCA, personalmente contesto la politica auto per il mercato italiano, troppo sguarnito, da troppo tempo lasciato a se stesso, e sopratutto, ma è solo una questione di ideologia professionale, dall'abbandono di precariat costanteo, che da tanti anni, troppi anni si è manifestato nei confronti delle maestranze (dipendenti), che sono quelle poi che producono ricchezza ad una azienda. Le responsabilità di ciò, le manifesto in egual misura, anzi forse più, per i Governi pagliacci e pseudo politici da operetta del Paese Italia, degli ultimi 20/25 anni, ove tutto e sempre scivolava, e purtroppo scivola , nello sfacelo. Mai uno straccio di piano per il settore auto, che nel bene e nel male era sempre e comunque una risorsa economica del Paese, ovviamente tralasciando situazioni tipo Alfa Romeo nei tempi del management Massacesi. Pur non "amando" Marchionne, vorrei, sia ben chiaro, che Fiat potesse ritornare ad incidere veramente come prodotto Made in Italy. L'accordo del Gruppo PSA, può essere criticato forse da ogni lato, ma perlomeno quello di aver mantenuto certi ideali di "nazionalità prodotto", e di rilancio è lodevole. Poi come in ogni cosa, la storia, in questo caso dell'auto, darà i suoi riscontri. Un saluto.
Ritratto di Franck Dì
17 aprile 2014 - 16:13
però la situazione della fiat è dovuto alle scelte e decisioni sbagliate del passato... e per questo era fortemente indebitata che non poteva investire in nuovi modelli e di conseguenza siamo purtroppo a pochi modelli...è già assai che Marchionne riesce a produrre modelli e siamo ancora all'inizio... La salvezza della fiat era la Chrysler e adesso Marchionne potrà fare tutti i modelli che vuole a seconda della situazione economica del mercato europeo e oltre l'europa... Marchionne adesso sta commettendo piccoli errori: quella di non commercializzare in europa le bellissime Viaggio e Ottimo (prodotte e vendute solo in cina) che potrebbero essere nuovi eredi della Brava e Bravo. Oltre ai ritardi nel presentare nuovi modelli e/o concept car... il 6 Maggio grazie a Dio è quasi arrivato e vediamo cosa dirà... Per quando riguarda la politica... beh la colpa sono degli italioti che votano politici sbagliati (primis Berlussolini) grazie al voto di scambio tipo abolizione ici/imu sulla casa e altre menate... poi di mezzo ci mette il dominio della Germania nella Ue che ci impone con le loro regole assurde ma anche quali tasse pagare; quale animale dello zoo deve essere ridotto; quale tipo di cioccolato da mangiare; quanti litri di acqua da utlizzare per lo sciacquone e tra poco ci dirà quante volte andare al ces-so...
Ritratto di Franck Dì
17 aprile 2014 - 16:15
http://notizie.tiscali.it/articoli/interviste/13/07/interviste_sapelli_potere_in_italia.html
Ritratto di onavli§46
17 aprile 2014 - 20:02
sul futuro FIAT/FCA. unico reale problema purtroppo esistente, e spero nel chiarimento esemplare del 6 maggio p.v., è, che l'avvenuto acquisto e di fusione con Chrysler,, pur prevedendo di far cassa comune tra le due aziende, le attività italiane potranno essere finanziate attingendo dalla ricca cassa della consociata americana, non prima della fine del 2015, e pare pur sempre che, siano sostanzialmente definiti per motivi tecnici legati alle clausole dei prestiti bancari avvenuti. Purtroppo, pur anche i sindacati ed i politici USA, sono un poco riluttanti nell'accogliere a favore questo travaso e/o spostamento necessario di risorse verso l'altre sponda dell'Atlantico. Il mercato produttivo italiano necessita, se confermato, in essere abbisognante di considerevoli risorse. Il fu piano "FABBRICA iTALIA" lanciato a fine 2009 /2010 è pur lontano ricordo, e le rotte sono state orientate diversamente più volte. FIAT/FCA, pare dovrebbe investire 8/9 miliardi di € entro il 2016; mentre la concorrenza tedesca, in primis Audi Gruppo VW, ha annunciato investimenti per c.a 20/22 miliardi di €. Quote impensabili per FIAT/FCA, che comunque dovrà necessariamente mettere in campo ogni risorsa possibile. A riguardo dell'EUROPA, posso dire tranquillamente, ma con molto rimpianto, che nel passato vissuto pienamente nelle intenzionalità mia e di tanti e tanto milioni di Italiani, di avere una Europa unita, il percorso di tale 'Unità Europea è stato letteralmente stravolto, sotterrando quasi completamente la socialità politica del continente unito, che si voleva e sperava fattibile, alimentando invece la consistenza egemone economica degli Stati forti Europei. In questo caso però, non mi sento di colpevolizzare la Germania, ma chi nel Parlamento Europeo, e nella Commissione Europea sostenevano ed approvavano disegni diversi dagli originali. Il prossimo voto europeo, sarà una vera incognita, in quanto come ben si sa, il malcontento generalizzato serpeggia almeno in misura del 60%. Non penso, che avremo anni sereni europei se la rotta non verrà cambiata radicalmente.