SENZA RISULTATI CONCRETI - È stato più che interlocutorio l’incontro a Washington tra Matthias Müller (
nella foto), capo del gruppo
Volkswagen, con Gina McCarthy, presidente dell’
EPA , l’agenzia Usa per l’ambiente che a settembre ha fatto esplodere il caso
Dieselgate, accusando la casa tedesca di avere ingannato sulle emissioni di ossidi di azoto delle sue vetture turbodiesel. Secondo l’agenzia Reuters l’incontro è durato appena un’ora, un tempo incomprensibile per un colloquio che doveva affrontare una vicenda con complesse implicazioni tecniche, normative ed economiche. Tutto fa pensare che si sia dunque trattato di una presa di contatto per rimanda la discussione ad altre istanze e/o altri incontri.
BOCCIATURA DELLE PROPOSTE - Sicuramente ha pesato il fatto che il giorno prima c’era stata la comunicazione formale della
bocciatura delle proposte avanzate dalla Volkswagen per avviare a soluzione il problema (cioè il piano di
richiami da dispiegare per modificare le 580 mila auto non regolari che la Volkswagen ha venduto negli Usa). Quanto proposto dalla casa tedesca è infatti stato ritenuto inadeguato a risolvere il problema (
qui per saperne di più). Così dall’incontro la Volkswagen sono uscite da entrambe le parti solo scarne dichiarazioni che fanno riferimento appunto all’impegno a continuare a lavorare ancora per trovare una soluzione.