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PSA: aumento di capitale per Stato e Dongfeng

20 gennaio 2014

Al termine dell’operazione i due soggetti avranno il 14% del pacchetto azionario, come la famiglia Peugeot.

PSA: aumento di capitale per Stato e Dongfeng
DECISIONE STRATEGICA - Contemporaneamente alla diffusione dei dati di vendita relativi al 2013 (in calo del 4,9%) dal gruppo PSA Peugeot-Citroën (in alto la sede) arriva l’indiscrezione della decisione presa ieri pomeriggio circa un aumento di capitale del gruppo. L’importo complessivo sarebbe (il condizionale è opportuno in mancanza di una comunicazione ufficiale) di un po’ più di 3 miliardi di euro, da realizzare in due tempi, con due tranche di circa 1,5-1,6 miliardi.
 
DUE TEMPI - La prima parte andrebbe, divisa al 50%, ai due nuovi soci di cui si parla da tempo: Stato francese e gruppo cinese Dongfeng. La seconda tranche andrebbe in parte alla famiglia Peugeot e in parte al mercato, con proposta prioritaria ai dipendenti del gruppo PSA.
 
TRE PARTI UGUALI - L’obiettivo dell’intera operazione è di arrivare a un assetto societario in cui famiglia Peugeot, Stato francese e Dongfeng abbiano ciascuno il 14% del pacchetto azionario. Ciò significa che la famiglia Peugeot - che oggi detiene il 25% delle azioni, con il 38% dei diritti di voto - dovrebbe partecipare all’aumento di capitale per un importo attorno ai 100 milioni di euro.
 
CONTESTAZIONI - L’operazione deve comunque essere perfezionata, e in ciò peserà senz’altro la discussione attorno all’assetto di governance della società. Che la cosa sia questione controversa è testimoniato dalle recriminazioni di alcuni azionisti raccolte dagli organi di informazione a proposito del fatto che la stessa trattativa con i cinesi della Dongfeng sia stata portata avanti in buona parte dagli uomini del Tesoro francese, anche senza coinvolgere i vertici PSA.
 
CAMBIO AL VERTICE - Infine, l’ultima indiscrezione riguarda il preannunciato cambio della guarda alla guida del gruppo. Anticipando un po’ i tempi previsti, sembra che Carlos Tavares - ex numero 2 della Renault - vada ad assumere la funzione di presidente e direttore generale PSA il prossimo 19 febbraio, in occasione della presentazione dei risultati 2013 del gruppo. Intanto Tavares ha avuto il suo primo incontro con i rappresentanti sindacali. Resta un interrogativo se la decisione di dare l’incarico a Tavares sia stata presa già con un accordo di massima dei due nuovi soci Stato e Dongfeng o se invece sia una realtà che dovrà essere vagliata alla luce del nuovo assetto della società.


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Ritratto di Veloce
20 gennaio 2014 - 12:33
il nuovo CEO non avrà un compito semplice, in bilico fra GM, i cinesi e l'ingombrante azionista pubblico.
Ritratto di Fr4ncesco
20 gennaio 2014 - 13:18
2
PSA è l'unico gruppo europeo che se la passa male. Investimenti nel posto sbagliato al momento sbagliato, con un mercato troppo concentrato su quello europeo e senza importanti partner esteri (GM è arrivata troppo tardi), a differenza di Fiat che ha ritorni dal Brasile e dagli USA, ad esempio, o Volkswagen dalla Cina, oppure della Renault legata a Nissan. Adesso PSA è contesa tra GM e Dongfeng. La prima vuole sfruttare PSA per Opel, la seconda per prendere "possesso" di un importante gruppo europeo e acquisirne le tecnologie. Chissà come andrà a finire. Intanto però PSA dovrebbe rivedere la propria gamma, riducendola ai modelli più essenziali e di differenziare maggiormente Peugeot da Citroen, razionalizzando un po' le idee...
Ritratto di Merigo
20 gennaio 2014 - 16:17
1
L'aumento di capitale, o "iniezione di denaro fresco" come si dice, prendendo guarda caso in prestito un modo di dire più da Pronto Soccorso che da alta finanza, la dice tutta su cosa rappresenti per un'Azienda. Nessuno infatti diffidi di una Società per Azioni con un Capitale relativamente basso per la conduzione dell'Azienda, perché significa che quell'Azienda guadagna è che nella sua storia non ha mai avuto bisogno di ricapitalizzarsi per andare avanti. Ricapitalizzazione di cui per esempio non ha avuto bisogno FIAT per chiudere l'acquisizione di Chrysler, ma di cui la stessa FIAT ebbe bisogno in piena crisi petrolifera qualche decennio fa vendendone una quota ai libici della Lafico. Ora PSA si affida ufficialmente ai cinesi di Dongfeng ed allo Stato francese e, per entrambe le notizie, ritengo che Bruxelles dovrà e potrà dire la sua, perché vendere una quota rilevante di uno dei più grossi gruppi automobilistici europei a dei cinesi, quindi extracomunitari, non è propriamente come vendere una Società di Calcio ad un indonesiano, così come l'acquisizione di una quota rilevante da parte di uno Stato sovrano di una Società del proprio Paese è considerabile come assistenzialismo non consentito dalle norme comunitarie, non confrontabile con il Soft Loan di cui si vociferava, cioè i miliardi di € imprestati a tasso agevolato dal Governo francese a PSA, che quindi verrebbe meno. Come ha già fatto rilevare Fr4ncesco, in questo caos ci si devono aggiungere GM, che a questo punto si deve supporre rimarrà come partner industriale, e la Famiglia Peugeot che perderebbe il controllo dell'Azienda, o perlomeno ne diventerebbe paritetica: che casino! Immaginatevi i gelosissimi e altezzosissimi galletti costretti ad aprire i cassetti dei progetti contemporaneamente ai mangia riso e agli yankee! Per mandare avanti e fare crescere un'Azienda, così' come una qualsiasi organizzazione, sia essa politica, sociale, civile, militare, ecc., ci vuole innanzitutto semplicità e chiarezza nella catena di controllo e comando, cosa che sicuramente mancherà nella "nuova" PSA! Se Il Gruppo FIAT nell'antipatia generale va meglio del recente passato è anche perché questa semplicità e chiarezza sono lampanti. C'è una "cassaforte di Famiglia", come viene chiamata la Accomandita Giovanni Agnelli & C., che appartiene ai discendenti del Senatore e che è proprietaria di una fettona di EXOR, Società finanziaria quotata in Borsa Valori, proprietaria a sua volta di una fettona delle due Società operative anch'esse quotate: FIAT Auto (FIAT) e FIAT Industrial (CNH Industrial): fine della catena di controllo. Delle prime tre è Presidente John Elkann e della quarta Sergio Marchionne che, come noto, è Amministratore Delegato (plenipotenziario) della terza (FIAT Auto): fine della catena di comando. Più semplice di così!
Ritratto di Veloce
20 gennaio 2014 - 17:36
non è per forza sinonimo di cattiva performance reddituale. L'equity è una forma di finanziamento dell'attività di impresa, come lo è il debito. Ci sono teorie economiche che predicano un rapporto debito / equity decisamente a favore di quest'ultimo. In alcuni settori si ricorre ad aumento di capitale per rispettare requisiti di sorveglianza. Oppure pensa a una piccola Spa che deve aumentare il proprio C.S. per poter accedere all'offerta iniziale in Borsa. Per il resto concordo con la tua analisi: in questo caso è una porcata.
Ritratto di Merigo
20 gennaio 2014 - 22:12
1
Scusa ma non ti seguo. La traduzione italiana di equity è Azione, quindi scrivendo tu che l'equity è una forma di finanziamento, ti riferisci al buy-back, cioè all'acquisto di Azioni proprie? Diversamente non capisco cosa vuoi dire perché, preciso l'ovvio, un aumento di capitale è inserire nuovo denaro nell'Azienda dall'esterno e, se l'Azienda guadagna, normalmente i Soci ne ricevono denaro, non certo ne immettono! Un aumento di capitale in un'Azienda è quindi quando i Soci emettono nuove Azioni vendendole a nuovi Soci (come avverrà in PSA diluendo quindi la propria quota), o acquistandone loro stessi, ma comunque aggiungendo denaro all'Azienda bisognosa di denaro, non dopo avere esaurito tutte le linee di credito. Concetti diversi sono la capitalizzazione e la patrimonializzazione dell'Azienda che possono aumentare anche a dismisura se l'Azienda è florida e quindi ricca, senza tuttavia modificare il Capitale Sociale; oppure un aumento di Capitale sano avviene per effettuare operazioni del tutto straordinarie, come avrebbe potuto accadere in FIAT da parte di EXOR per "pagarsi" Chrysler senza accedere al credito, aumentando però e non diluendo la propria quota nell'Azienda. Ma, scusami, non è un caso che quando si parli di aumento di capitale si stia parlando sempre di Aziende in forte crisi se non decotte, da Monte dei Paschi, per nominarne una italica chiacchieratissima, a PSA, il cui aumento di capitale più che una porcata, come lo chiami, mi sembra una gran confusione che renderà l'Azienda ingovernabile più di come lo sia oggi, perché non ci sarà un potere forte.
Ritratto di roby-
20 gennaio 2014 - 19:58
2
Una roba oscena,uno schifo totale,e l Europa tace e i politici italiani tacciono .avessimo aiutato una nostra azienda con soldi pubblici i cani di Bruxelles ci avrebbero sbranato ,e vengono pure a farci i conti in tasca stile b.......rdi .
Ritratto di trautman
20 gennaio 2014 - 21:14
Il governo ridicolo e fallito che abbiamo riesce a malapena a difendere le proprie poltrone.
Ritratto di el_cumenda_ suissaro
21 gennaio 2014 - 09:58
ringrazia il contribuente francese per l'ennesimo regalo.... he he he
Ritratto di lele31
22 gennaio 2014 - 17:31
che silenzio assordante, possibile che qualche burocrate della UE non dice nulla, sto burocrate è sparito non si trova. bisogna andà stasera a chi la visto, sembra che rehn, commissario alla concorrenza interna della UE non si trovi. bhàààààààà. ma certo che scemo che sono, di mezzo c'è la granderrrrr francese, mica il paesino chiamato italia, di conseguenza tutto è lecito.