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Peugeot: futuro “cinese”. E senza elettriche

16 ottobre 2013

Le prospettive del marchio del Leone nelle parole del direttore generale, Maxime Picat.

Peugeot: futuro “cinese”. E senza elettriche
SEMPRE MENO EUROPA - Mentre si fanno sempre più insistenti le voci di una partecipazione della cinese Dongfeng nel gruppo PSA Peugeot-Citroën (vedi qui), abbiamo potuto incontrare il direttore generale del marchio, Maxime Picat (foto sotto), durante l'evento Drive&Fun organizzato dalla filiale italiana nell’autodromo romano di Vallelunga. Sulla questione, ovviamente, Picat non si sbilancia, limitandosi a ricordare come con la Dongfeng la collaborazione duri dal 1992 grazie a una joint venture che ha portato alla produzione di vetture francesi nel paese asiatico, ma non nega che la PSA stia “guardando a possibili nuovi progetti industriali” con il partner. Il futuro, infatti, secondo Picat passa per una internazionalizzazione sempre più spinta: entro il 2015, almeno il 50% delle vendite per il gruppo avverrà in paesi extra-europei (oggi sono il 45%). 
 
CINA PRIMO MERCATO - A fare la parte del leone saranno i paesi emergenti: una forte crescita è prevista in Argentina, Algeria e Cina. Proprio quest'ultima potrebbe “diventare il nostro primo mercato già nel 2014, grazie a quattro nuovi modelli che verranno introdotti”. L'obiettivo? “Portare Peugeot alla settima posizione del mercato mondiale nel 2015”. Il bersaglio dovrà però essere centrato senza poter contare sul mercato nordamericano, nel quale il gruppo non è presente: “punteremo solo ai mercati in espansione, nei quali è meno costoso entrare”. Nelle proiezioni, comunque, anche il mercato del Vecchio continente è destinato a crescere: merito delle 2008 e 308, fresche di debutto, e di altre novità che arriveranno a breve. Come la versione famigliare della Peugeot 308, attesa prima dell'estate, e di due sue inedite declinazioni: una sportiva e una ecologica (monterà un piccolo diesel da appena 82 g/km di CO2). Tutti i nuovi modelli sposteranno verso l'alto la gamma della Peugeot, che ambisce a diventare un marchio premium: già oggi il 40% delle 208 è ordinato nelle due versioni più costose, una percentuale che sale addirittura al 70% nel caso della 2008. Picat, invece, ha lasciato poche speranze per l'arrivo di una versione aperta della 208, erede della 207 CC: “Ancora non è stata decisa, quello delle coupé-cabriolet era un fenomeno europeo. Oggi il mercato si è spostato, principalmente sulle piccole crossover”. Prudente anche la posizione sul mercato delle elettriche. “La nostra priorità è l'ibrido: secondo le nostre previsioni, il mercato delle elettriche non sarà sviluppato prima del 2020”.

 



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Ritratto di romeo64
16 ottobre 2013 - 16:59
Sicuramente il "pareggio bilanciato 50 e 50" lo raggiunge già nel 2014....... basta calare ancora un pò le vendite in Europa...........
Ritratto di Paolo_1973
16 ottobre 2013 - 18:39
Il titolo completo è stato censurato: "Peugeot: Futuro cinese, senza elettriche ma con moltissima m_é_r_d_a".
Ritratto di IloveDR
16 ottobre 2013 - 20:03
3
prosperano su questo sito!!!
Ritratto di Paolo_1973
17 ottobre 2013 - 12:00
Dai…non rosicare. Quasi certamente (ma non posso promettere nulla) ne rimane un po‘ anche per te, da mangiare.
Ritratto di Fr4ncesco
16 ottobre 2013 - 18:50
2
In PSA sono troppo confusi e non sanno quello che fanno. Hanno fatto enormi investimenti in Europa senza poter contare gli utili nei Paesi emergenti come fanno gli altri gruppi automobilistici. Hanno due marchi che putanto la stessa fetta di mercato creandosi competizione interna al gruppo. Non sanno quale dei due marchi rendere "premium". Prima Citroen, poi il sottobrand DS, poi adesso Peugeot, ma intanto l'alta gamma resta in Citroen. Poi ambisce addirittura ad essere comprata da GM, così da poter condividere le sinergie con Opel, ma adesso dicono di essere sempre stati propensi al gruppo cinese, così da creare contrasti con scelte prese con GM. E nel frattempo chiude stabilimenti e ottiene poco chiari aiuti statali.
Ritratto di Vincent Vega
16 ottobre 2013 - 18:55
Ma confusa cosa???Magari piena di debiti e qui non ci si scappa, ma confusa direi di no!!!Peugeot si è sempre basata sull'Europa vendendo tantissimo nei "Tempi d'oro", ma ormai il vecchio continente è una barca che affonda e questo è innegabile...Hanno praticamente cambiato il loro caratteristico corso stilistico per approdare sul mercato Orientale (la nuova 308 è l'esempio calzante)non so se te ne sei accorto!!!
Ritratto di Fr4ncesco
16 ottobre 2013 - 21:27
2
Appunto vendeVA tantissiamo consolidandosi troppo sul mercato europeo presentando modelli a gogo in un mercato fermo. Solo adesso si sta concentrando sui mercati emergenti, mentre gli altri bene o male restano a galla grazie alla massiccia presenza fuori dall'Europa. Non a caso nessun gruppo è messo male come PSA tanto da dover essere ceduto a qualcun'altro.
Ritratto di Vincent Vega
16 ottobre 2013 - 21:36
Esattamente diciamo che è rimasto indietro e ne ha pagato pesantemente le conseguenze, comunque con i nuovi modelli la ripresa se la merita secondo me ;)
Ritratto di LucaPozzo
16 ottobre 2013 - 20:34
In effetti a volte in PSA sembrano avere un comportamento schizofrenico. Sull'elettrico ad esempio avevano sfruttato bene il fatto di non avere costi di sviluppo significativi e avevano quindi investito nella struttura di vendita. Oggi vedo, ogni singolo mese, gente che era entrata nei progetti C-Zero e iOn che si sposta in Tesla. Evidentemente é giá da mesi che hanno deciso di smantellare la struttura, non da quando ci sono stati i primi stop alla produzione. Di fatto a meno di 2-3 anni dal lancio del prodotto.
Ritratto di Gino2010
17 ottobre 2013 - 12:25
mi importa di più la cinesizzazione dell'industria dell'auto europea.Prima volvo,poi saab,che dovrebbere rinascere cinese,poi PSA.La prossima chi sarà ?opel?Se i cinesi diventano acquistano il primato della presenza finanziaria nell'automotive europeo questo avrà fortissime ripercussioni sulla qualità del lavoro nello stesso settore e non solo.A questa invasione che non è solo cinese ma anche coreana e giapponese,più sul piano della concorrenza che della proprietà per quanto riguarda queste ultime due,ma non è escluso di vedere qoros insidiare il mercato di fatto sta resistendo solo l'industria tedesca anche con mezzi molto all'italiana tipo finanziamenti ille.citi ai partiti.Sarebbe auspicabile che anche l'industria italiana dell'auto e quindi fiat sia l'argine nel mediterraneo a questa invasione,piuttosto che pensare solo a delocalizzare o fare polemiche con fiom e confindustria.In europa si rischia un duopolio:tedeschi con auto a prezzi alti ma di qualità da un lato ed asiatici con prezzi più convenienti ma qualità inferiore dall'altro.E fiat tra l'incudine ed il martello.Non so se convenga a fiat investire sull'elettrico ma su panda ibrida,multipla ibrida,(già voluta dall'ex ministro clini),giulietta ibrida ci farei un pensierino
Ritratto di Gino2010
17 ottobre 2013 - 12:28
nell'articolo non si specifica se alla mensa aziendale di PSA arriverà anche il cane fritto.
Ritratto di LucaPozzo
17 ottobre 2013 - 12:44
Beh, qualche anno fa avevano giá un banco dedicato al cibo orientale. Si erano portati avanti. Sull'effetto degli acquisti che stanno portando avanti i cinesi non sarei troppo pessimista in veritá. Ricordo che anni fa si guardava con terrore alla crescita dei costruttori giapponesi, alcuni usavano toni quasi apocalittici. Poi Toyota e Nissan hanno cominciato ad aprire stabilimenti in Francia e UK e ci siamo adattati. Il punto é evolversi un minimo rispetto alla produzione generalista. Cambiare e capire che se le ricette del passato funzionava nel passato, non necessariamente funzioneranno nel futuro. Che non é purtroppo il nostro forte in Italia.
Ritratto di Gino2010
18 ottobre 2013 - 11:26
dell'auto.Il giappone ha visto imporsi la democrazia in stile occidentale dopo la batosta presa nel 45.Parallelamente è arrivato il boom economico.La corea del sud ha seguito lo stesso percorso con 10 anni di ritardo.Come da noi proliferano ma.fia,corru.zione,debito pubblico non sotto controllo,ma sono i due paesi più democratici ed evoluti in tutto l'oriente,non solo dal punto di vista tecnico.Per la cina questo discorso non vale.Il loro progresso economico non si accompagna in nessun modo a quello sociale.Quindi non abbiamo l'invasione di un paese orientale occidentalizzato,anche nei costumi,ma quello di una dittatura che se ne fre,ga di diritti umani.ambiente,proprietà intellettuale.Il tutto accompagnato da una vena di naziona.lismo niente male.Se non sono capaci di far valere i diritti della persona in casa loro verranno qui con la prestesa di imporre il loro modello ovvero non ci verranno affatto.Infatti acquistano aziende e provano a vendere i loro prodotti ma se aprono uno stabilimento sanno che al primo scipero non possono mettere in gal.era i rappresentanti sindacali come succederebbe da loro.Sono dei buoni competitor perchè non sono leali.Noi adattarci a loro?ma non se ne parla.La produzione generalista,seppure in grande difficoltà,ci garantisce che negli stabilimenti si fabbricano auto e non carri armati.Quando non si vendono più auto o si chiude e tutti casa a fare la fa.me oppure si fabbricano le armi.questo insegna la storia.
Ritratto di LucaPozzo
19 ottobre 2013 - 14:46
Forse mi sono espresso male. Quando scrivo che dobbiamo imparare ad adattarci, non intendo che dobbiamo adattarci al modo di lavorare dei cinesi (esattamente come non ci siamo mai adattati al modo di lavorare dei giapponesi). Intendo che dobbiamo adattarci ai tempi, alla realtà che ci circonda. E purtroppo, in Europa in generale e in Italia in particolare, c'è gente che fa molta fatica. Mi capita spesso di incontrare persone convinte che un giorno in Europa si torneranno a produrre utilitarie sotto i 10 k€ a colpi di decine di migliaia a settimana, come si faceva 30 anni fa. Ma è abbastanza palese che questo non accadrà mai, è il passato. Ti assicuro, sono in molti ad esserne convinti. Capisco che può sembrare tranquillizzante come pensiero, ma è un po' come un 60enne che pensa di entrare in competizione con un 20enne per una donna puntando tutto sulla prestazione fisica. Lodevole lo spirito, ma francamente fuori tempo massimo. Non è tornando a produrre le Aygo o le Panda nella Vecchia Europa che salveremo posti di lavoro e professionalità.
Ritratto di onavli§46
17 ottobre 2013 - 12:31
è umano (in egoismo anche pur economico), salire sempre sul carro del vincitore; Tesla al momento è più che vincente nel settore elettrico, con ottime quotazioni in borsa; PSA, non credo che abbia fatto scelte commerciali ed industriali sbagliate, però non ha una potenzialità manageriale strategica di lungo periodo. Bisognerà poi vedere cosa vorrà fare il possibile partner cinese, se partner vorrà essere. Comunque sia per PSA intravedo tempi cupi.
Ritratto di LucaPozzo
17 ottobre 2013 - 12:50
Beh, su Tesla non penso che qualcuno stia "salendo sul carro del vincitore". Il mercato del lavoro é appunto un mercato e in questo momento Tesla rappresenta il cliente che paga di più é cerca piú persone. Che poi questo rappresenti prospettive di crescita o almeno di stabilitá non so. Oggi vedo dati esuberanti in termini di consegne. Ma il rapporto con il portafoglio ordini nessuno ce l'ha ben chiaro e Tesla non lo dichiara. In ogni caso sí, quello che é certo é che PSA sembra andare avanti con nessuno alla barra.
Ritratto di onavli§46
17 ottobre 2013 - 20:59
speravano in un sostanzioso incremento di capitale, proveniente dallo stato francese, ovviamente subentrante in maniera che non fossero e/o apparissero aiuti di stato; Purtroppo, anche l'economia francese, non è florida come Hollande vuol far credere, e nel piano di stabilità del Governo francese, che dovrà inevitabilmente varare entro dicembre, la manovra a detta di eccelsi economisti, sarà assai pesante, con tagli e tasse svariate, per cui lo stato francese non interverrà sicuramente. Oltre a ciò, vi è anche lo scoglio della quota azionaria del 7 e/o 8% che detiene GM in PSA, e che ha pur come vincolo, l'entrata di partner che non superino il 30% del totale della quota. Giustamente come indichi Tu, non solo non vi è un valido timoniere, ma addirittura stanno pagando pesantemente rotte sbagliate di mercato e di management che da diversi anni vivono in visioni e dimensioni diverse dalle realtà economiche e di mercato vigenti.
Ritratto di LucaPozzo
17 ottobre 2013 - 22:27
Magari un incremento di capitale no, ma un miliardo e due di soldi pubblici lí hanno giá portati a casa, in attesa della seconda tranche. Quello che dispiace é soprattutto per la forza lavoro. É vero, forse per anni han goduto di scelte che hanno avvantaggiato i lavoratori francesi piú del dovuto e che han portato alla situazione attuale. Ma la colpa non puó essere certo considerata loro