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Luca De Meo, presidente di Seat

di Marco Pascali
Pubblicato 10 ottobre 2019

"Gli ultimi vent’anni sono stati una fase di preparazione alla nuova era. Tante tecnologie prima riservate alle auto di lusso sono diventate abbastanza comuni anche nelle utilitarie".

Luca De Meo, presidente di Seat
INTERVISTA
Luca De Meo In questi vent’anni Luca De Meo ha visto tante realtà e ricoperto diversi ruoli, contribuendo da protagonista al lancio di modelli importanti come la Toyota Yaris e, più di recente, della Fiat 500. Dal 2015 guida il marchio Seat nel mondo. Chi meglio di lui può raccontarci gli ultimi venti anni…

Come si è evoluta l’auto dal 1999, anno di nascita di alVolante?
Gli ultimi vent’anni sono stati una fase di preparazione alla nuova era. Tante tecnologie prima riservate alle auto di lusso sono diventate abbastanza comuni anche nelle utilitarie. Il grande cambiamento lo vedremo a partire dai prossimi mesi. Una trasformazione legata alle nuove regole per le emissioni e al mondo dell’auto connesse. Le reti 5G con la ridotta latenza e la banda larga permetteranno così tante applicazioni utili che le prossime vetture saranno più simili ai nostri smartphone che alle automobili prodotte finora. Questi due grandi cambiamenti arriveranno ancora prima delle tecnologie di guida autonoma. È una fase molto divertente anche per noi costruttori; abbiamo la necessità di investire e trasformare le nostre organizzazioni. Prevedo che molte delle aziende di automobili diventeranno vere e proprie software-house, perché probabilmente il valore del software sarà maggiore di quello della componentistica. L’auto verrà utilizzata in maniera diversa e anche il nostro business cambierà radicalmente.

Quali sono i cambiamenti che hanno colpito maggiormente il De Meo automobilista?
Una delle cose che è mi è piaciuta maggiormente dell’evoluzione delle automobili in questi ultimi vent’anni è stata la globalizzazione dei mercati: sono emersi marchi nuovi, abbiamo potuto “giocare con il mappamondo”. L’altra cosa che mi sta piacendo è l’idea di ridurre l’impatto delle nostre automobili sull’ambiente. Se non prendiamo questa strada del cambiamento, a un certo punto il consumatore sempre più attento ai temi dell’ecologia inizierà a odiare il nostro prodotto e non avrà più una relazione affettiva con le automobili. Abbiamo la responsabilità di far si che l’automobile rimanga un oggetto del desiderio e che crei sempre un certo fascino sui consumatori, anche nel momento nella quale verrà condivisa con gli altri utenti. Questo cambiamento oggi passa dall’idea di ridurre le emissioni e azzerare gli incidenti, impiegando tanta tecnologia a bordo in maniera che l’auto sia considerata “il” prodotto tecnologico per eccellenza. È una fase di transizione molto interessante dove ogni giorno si impara qualcosa di nuovo.

Ha parlato di nascita di nuovi marchi. Tra questi c’è Cupra…
È il brand che con la quale vogliamo conquistare una clientela diversa da quella tradizionale della Seat. Gli elementi fondamentali rimangono gli stessi: è una marca latina orientata al design e alla sportività, proprio come Seat, ma più “piccante”. Il marchio Cupra è costruito attorno al motorsport da una squadra di persone selezionata con una certa mentalità, affine alle ambizioni del marchio. Inoltre, con la transizione ecologica dell’ultimo periodo, Cupra ci dà l’opportunità di combinare elementi tradizionali e innovativi con la propulsione ibrida e puramente elettrica. Vogliamo dimostrare che l’elettrificazione non è in contraddizione con le emozioni di guida e con la sportività. La concept Tavascan 100 percento elettrica con più di 300 cavalli, la trazione integrale e un’elevata autonomia rappresentano proprio questo concetto.

Come si reinventa la sportività nel panorama automobilistico attuale?
Io credo che nel mercato dell’automobile le suv saranno sempre più predominanti. Dalla nascita come veicolo militare le forme si sono arrotondate. Alla gente piacciono per il senso di sicurezza che regala la posizione di guida rialzata e per lo stile. Ma la suv non è soltanto una moda del momento, e credo ci sia ancora molto potenziale da esplorare per questa tipologia di vetture. Per esempio, con la propulsione elettrica sarà più facile integrare le batterie nel pianale senza sacrifici di spazio come nelle auto dalle carrozzerie molto basse. Le suv e le monovolume ci daranno la possibilità di giocare anche nell’era del veicolo elettrico: per questo credo nel loro futuro.
Luca De Meo