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Asconauto, una nuova certificazione dell’usato

23 marzo 2015

Le 900 concessionarie adotteranno una procedura certificata dall'Unione Nazionale Consumatori per valutare l’usato e prevedere i guasti.

Asconauto, una nuova certificazione dell’usato
CLIENTI IN FUGA - Negli ultimi cinque anni, le concessionarie hanno visto crollare del 64% il volume d’affari generato dalla vendita di vetture di seconda mano: una flessione molto più marcata di quella (18%) registrata dal mercato del nuovo. I clienti, a caccia di risparmio, hanno infatti mostrato di preferire le trattative tra privati, rinunciando alla garanzia del rivenditore (24 mesi, riducibili a 12 previo accordo tra le parti). Certamente, in queste scelte ha pesato anche il tam-tam di clienti inferociti che, fidandosi delle promesse del venditore e della garanzia ulteriore che era stata rilasciata, si erano poi trovati alle prese con guasti e “scaricati” da chi doveva intervenire (come denunciato nell’inchiesta pubblicata su alVolante nel numero di luglio 2013). 
 
FIDUCIA DA RECUPERARE - Per riguadagnare quote di mercato e, soprattutto, la fiducia dei clienti, l’Asconauto, associazione che raggruppa 900 concessionarie e 18.000 riparatori, ha stipulato un accordo con l'Unione Nazionale Consumatori per adottare una procedura volta a stabilire il valore della vettura, l’affidabilità e a prevederne i guasti. Gli esemplari con “cinque stelle” verranno proposti su www.autoaffaristore.it, sito di annunci di usato con il quale l’associazione ha stretto un accordo, che consente ai propri associati di proporre ai clienti anche esemplari del parco auto di altri rivenditori. Il sito, che ospita quasi 150.000 annunci, è aperto anche al pubblico: chiunque può mettere in vendita la propria auto, con anche l’opportunità di farla certificare presso i rivenditori spendendo una cinquantina di euro. Il protocollo Unc-Doc-01, ideato dal responsabile del settore auto dell'associazione, Raffaele Caracciolo, consente di tracciare un identikit della vettura e di prevederne i guasti a partire dalla manutenzione che ne è stata fatta. È un modello predittivo: tiene conto, infatti, del ciclo di vita dei componenti della vettura (realizzato attraverso uno studio su 300.000 guasti avvenuti entro i primi 12 mesi dall’acquisto); sulla base della manutenzione effettuata è in grado di prevedere quando si potrà verificare un guasto a un sottosistema della vettura (per esempio, alternatore, iniettori eccetera). 
 
COME FUNZIONA - Il rivenditore inserisce in un programma i dati dell’auto, tagliandi, interventi di manutenzione eseguiti ed eventualmente quelli di ripristino previsti, ottenendo un “indice di usura” (definito IUP, indice di uso pregresso) e stabilendo di conseguenza il prezzo della vettura (calcolato in proporzione a quello delle quotazioni ufficiali). Il sistema tutela l'acquirente, che riceve una documentazione sulla qualità dell’esemplare e quindi sa con sufficiente approssimazione che cosa potrà aspettarsi dall’auto; ma anche il rivenditore, che mette il cliente nella condizione di fare un acquisto consapevole. Le auto di seconda mano, infatti, non possono essere “perfette”, ma semplicemente conformi al contratto. E, in caso di problemi, è previsto un arbitrato per evitare i tempi della giustizia ordinaria.


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