08
2021
agosto 2021
Editoriale pubblicato su alVolante di

Le auto elettriche accelerano, ma a quale prezzo?

LA PRIMA CANNONATA di quello che ai soliti “oscurantisti amanti del gasolio” sa di fuoco amico (perché colpirebbe non tanto i nemici, cioè l’inquinamento, quanto l’industria dell’automobile e tutta la sua filiera) è arrivata da Markus Duesmann. Alla Conferenza sul clima di Berlino del mese scorso, il n. 1 dell’Audi ha dichiarato che, dal 2026, il marchio dei quattro anelli lancerà solo auto elettriche: quelle con motore termico usciranno di scena entro il 2033. Gli ha fatto eco il direttore commerciale della Volkswagen, Klaus Zellmer, per confermare che anche a Wolfsburg lo stop in Europa è in programma tra il 2033 e il 2035. Poi, come in una valanga che s’ingrossa scendendo a valle, ecco i nuovi dettagli sul piano di Luca de Meo per la rivoluzione Renault, con “il 65% delle vendite nel 2025 realizzate con veicoli elettrici ed elettrificati e fino al 90% con veicoli elettrici nel 2030”. Intanto, la Volvo promette un’autonomia di mille chilometri per i suoi modelli a batteria, i soli in produzione dal 2030, annullando il gap verso le vetture tradizionali.

QUESTO EDITORIALE va in stampa prima dell’Electrification Day di Stellantis (8 luglio) ma già in aprile, all’assemblea degli azionisti, Carlos Tavares aveva parlato della necessità di anticipare i tempi del passaggio all’elettrico, indicando nel 2030 (data fatidica, a questo punto) la fine per i motori endotermici destinati alle novità del gruppo. In questi giorni stiamo assistendo a una forte accelerazione da parte dei costruttori, in vista della decisione (attesa per metà luglio) dell’Ue, che potrebbe dichiarare fuorilegge il propulsore termico dal 2035. In compenso, le autorità renderebbero meno severe le norme Euro 7, in vigore dal 2027: un modo per non assestare subito il colpo di grazia alle unità a benzina e ai diesel, e concedere all’industria un minimo di respiro per completare il lavoro.

LA TRANSIZIONE ECOLOGICA passa dalla riduzione dei costi di produzione delle elettriche (competitive, sembra, dal 2026) e da un numero adeguato di colonnine di ricarica. Ma potrebbe essere un bagno di sangue, come avverte il ministro Roberto Cingolani, che in un’intervista ricorda come gli interventi radicali richiesti da tutto ciò abbiano un prezzo. Solo alle case costeranno 330 miliardi di euro in 5 anni, secondo la società di ricerche AlixPartners. Poi ci sono i posti di lavoro persi (e non rimpiazzati dalle gigafactory dove si faranno le batterie), oltre al disorientamento di chi, oggi, deve cambiare auto.



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