03
2023
marzo 2023
Editoriale pubblicato su alVolante di

Elettriche troppo costose? Elon Musk taglia i prezzi

SOLTANTO IL TEMPO CI DIRÀ se il taglio dei prezzi delle Model 3 e Y in numerosi Paesi (tra cui l’Italia) sia il primo passo per rendere finalmente più abbordabili le auto elettriche, o se la decisione di Elon Musk vada letta nell’ottica di un riposizionamento della Tesla dettato dalla necessità di contenere l’imminente offensiva sui mercati internazionali (in primis l’Europa) dei colossi cinesi. I quali si apprestano a lanciare prodotti ben fatti, evoluti sotto il profilo tecnologico, spesso appaganti nel design e, naturalmente, aggressivi nel prezzo. Gruppi come Changan, Geely, Saic, Chery, Faw e Byd magari non dicono ancora molto all’uomo della strada (che però conosce certamente la Volvo, controllata da uno di essi) ma sono temutissimi dai manager delle case automobilistiche occidentali. 

ALLE SPALLE DI QUESTI COLOSSI industriali e finanziari c’è un sistema che vede lo Stato esercitare un ruolo chiave nella pianificazione economica in un Paese che conta quasi un miliardo e mezzo di abitanti (tra cui almeno 160 milioni di consumatori ad alto reddito). Il contesto garantisce risorse sterminate ai big dell’automobile, che godono pure del vantaggio competitivo della leadership strategica della Cina nel settore delle batterie e delle relative materie prime. Oggi l’auto elettrica è innanzitutto un business cinese, dato di fatto che l’Unione europea, con la scelta di vietare la vendita dei motori endotermici dal 2035, ha probabilmente sottovalutato.

ELON MUSK HA AMMESSO con (innocente?) candore che i prezzi erano alti “in misura imbarazzante”. E di certo non sta facendo la gioia di chi solo poche settimane fa ha comprato una Model 3 a 58.000 euro, e oggi la trova sul sito della casa californiana a meno di 47.000. Quella della Tesla è una strategia spregiudicata, forse più vicina a certe politiche dei produttori di telefonini che alle pratiche in uso nel mondo dell’auto. I leader di Volkswagen e Renault hanno già detto che non la seguiranno su questa strada. Anche perché i loro gruppi sono alle prese con problemi che la Tesla non ha: come quello di dover mettere “a norma Euro 7” (con pesanti ricadute economiche) i motori termici che tuttora rappresentano il grosso della produzione. Qualcosa, però, dovranno pur fare per rendere più compatibili le auto elettriche con i portafogli degli europei. A meno di consegnare i clienti all’industria cinese e americana.

Guido Costantini



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