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2023
febbraio 2023
Editoriale pubblicato su alVolante di

Il rilancio dei marchi italiani (che producono poco in Italia)

LA TENTAZIONE DI CHIEDERSche cosa ci porterà l’anno che sta cominciando è forte per chi scrive queste righe nei primi giorni di gennaio. Poi, per fortuna di tutti, la spunta il timore d’indossare il cappello del Divino Otelma dell’automobile. Anche stavolta, quindi, lasciamo volentieri ad altri i pronostici più o meno azzardati sull’andamento dei mercati, la crisi dei microchip o il su e giù dei prezzi delle materie prime e dell’elettricità: dinamiche macroeconomiche influenzate da fattori esterni (pandemie, guerre, tensioni internazionali) talmente imprevedibili nei loro sviluppi da togliere credibilità a ogni serio tentativo di previsione. Tuttavia, qualcosa (di concreto) si può dire a proposito di questo 2023 iniziato come al solito nel segno dell’incertezza, e riguarda il risveglio dei brand italiani del gruppo Stellantis.

UN RISVEGLIO TIMIDO? PUÒ DARSI. Ma che sia in atto non c’è dubbio. E non solo per il successo dell’Alfa Romeo Tonale, che sta facendo girare forte la fabbrica di Pomigliano d’Arco (turni di lavoro raddoppiati e fine dei contratti di solidarietà) o per il recente aggiornamento di Giulia e Stelvio, finalmente con una dotazione al passo con i tempi. O, ancora, per il lancio recente della 500e in versione Abarth. Nella seconda metà del 2023 sarà in vendita una baby crossover Fiat “cugina” della Jeep Avenger: segnatevi questo modello perché è importante, e potrebbe chiamarsi 600. In autunno toccherà alla Maserati Grecale elettrica, anticipata - in primavera - dalla nuova GranTurismo. Sempre in primavera vedremo il concept della nuova Ypsilon (elettrica e ibrida), attesissima. È il primo modello del nuovo corso Lancia e verrà commercializzato nel 2024, anno del debutto anche per la Panda elettrica e per la piccola suv Alfa Romeo.

IL GRUPPO GUIDATO DA TAVARES sta semplicemente facendo quello che la vecchia FCA aveva smesso di fare, e cioè investimenti di prodotto nei brand italiani. È vero, i nuovi modelli “popolari” (non le Maserati e l’Abarth) saranno costruiti all’estero, su piattaforme la cui origine non è certo tricolore: sotto le nuove piccole suv griffate Fiat e Alfa Romeo (che saranno prodotte in Polonia, come la Jeep Avenger) c’è la Peugeot 2008 aggiornata. Meglio non storcere il naso, però. Perché la salvaguardia del made in Italy passa anche dal successo di questi prodotti, che sono un’opportunità per un Paese molto indietro in campo automobilistico. Non dimentichiamolo: siamo il fanalino di coda in Europa per l’elettrico. Eppure, una delle tre gigafactory Stellantis aprirà a Termoli. 

Guido Costantini



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